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giovedì 13 novembre 2014

La valle più bella del mondo.

La più bella valle del mondo? E' circondata da cime di scarso interesse alpinistico ( non ci sono 4000, non ci sono pareti con passaggi da 9b+ , non ci sono da affrontare ripidi e crepacciati ghiacciai); è completamente disabitata, benchè il suo gradiente altimetrico spazi dai 640 ai 3270 m di quota;  non ci si possono organizzare trail con 20000 m di dislivello al giorno su 300 km perchè i sentieri o non ci sono o sono in pessime condizioni ( dura andar su con le scarpette da ballo!). 
Ci troviamo di fronte a quella che è a tutti gli effetti una valle "slow", un luogo per intenditori  ove riaffermare una sorta di "diritto all'ozio": andare in montagna per il semplice gusto di andarci, da soli od in compagnia (  pochi ma buoni), non a caccia di record sportivi ma alla ricerca del proprio "ben essere". Vogliamo approfondire la questione? 
Partiamo allora dal fondo, che in questo caso sono le cime. Da fondo a valle. Che ve ne pare di questo campo da calcio a 3100 m di quota circa, con le sue spettacolari forme dovute all'esarazione glaciale denominate "patterned ground" ?
Scendendo più a valle incontreremo rocce montonate, splendidi laghi glaciali ed alpeggi solitari...



Anche in questi luoghi selvaggi può capitare, in estate, di fare incontri più "famigliari" e, soprendentemente , tracce di azioni dell'uomo discretamente impattanti quanto ancor oggi  redditizie:


Fino agli anni 50 del secolo scorso l'uomo è riuscito a ritagliarsi uno spazio di sopravvivenza: c'erano perfino una piccola chiesa ed una scuola elementare con due sedi, manufatti nascosti dal verde di fitti boschi. Come scriveva Sartre ne "La Nausea": "la Vegetazione ha strisciato per chilometri verso le città. Attende. Quando la città sarà morta essa l'invaderà, s'arrampicherà sulle pietre, le imprigionerà, le rovisterà, le farà scoppiare con le sue lunghe pinze nere, ne accecherà i buchi e lascerà pendere dappertutto delle zampe verdi. Bisogna restare nelle città fintanto che son vive, non bisogna penetrare da soli in questa grande chioma che è alle loro porte: bisogna lasciarla ondeggiare e crollare senza testimoni.". 

Pare che le cose siano andate proprio così: il progresso ha sconfitto le piccole economie di sussistenza montane, nessuno ha scelto di rimanere a vivere in una borgata morta.




Però la Vegetazione ha vinto, e questo è un pensiero confortante, specialmente quando i boschi si accendono con i colori dell'autunno, regalando emozioni.


Ancora più in basso si trovano i "castlet", di cui abbiamo già parlato nel maggio di quest'anno...


Le profonde gole della parte bassa della "valle più bella del mondo" celano splendide perle di oro blu, dove ( molto raramente per la verità) è possibile incontrare qualche appassionato di canyoning intento a fare tuffi, calate e scivolate lungo i "toboga" naturali.
Insomma, volevo raccontarvi una "storia"ma è venuto fuori   un fotoromanzo. Penso che abbiate ormai tutti capito di quale valle sto parlando, ma nel caso non l'aveste intuito ve lo scrivo qui di seguito: è la valle dell'Eugio, in provincia di Torino. Se invece è il giudizio estetico che non condividete, vi rispondo con l'antico adagio: "non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace" e, incurante del vostro disaccordo, vi lascio con la citazione di un ex-ministro dall'inglese scintillante: "visit our site, but please visit Eugio valley". 
A presto con le storie.