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martedì 27 gennaio 2015

Escursioni non per tutti 1 : ciaspolata al Der del Munt.

"E così optai per la montagna... e così un giorno  uscii da casa, me ne andai alle Praie e con Franco e Michele partii per il Der del Munt. Che cosa andassimo a fare lassù non l'ho mai capito. Quella mattina ho fatto di tutto: sono caduto, ho sudato,  fotografato cervi... sono stato preso a palle di neve dagli alberi".
Non so perchè per cominciare questo pezzo ho scelto di parafrasare il mitico arch. Manuel Fantoni (http://www.manuelfantoni.it/ ), personaggio di culto del celebre film del 1982 di Carlo Verdone "Borotalco"  https://www.youtube.com/watch?v=6Q8pEcBH2uU: comunque sia, una volta giunti alle Praie, frazione del comune di Locana posta sulla dx idrografica del torrente Orco,  e lasciata l'auto nei pressi di una piccola piazzetta, si attraversa il rio Fassabella su una passerella di ferro e comincia il nostro itinerario.
Praie vista dall'alto
In questa prima parte del percorso le ciaspole le portiamo a spalle: non c'è molta neve, per cui scarponi e ghette sono più che sufficienti per la progressione. Su buona mulattiera arriviamo alla borgata Tiere, località un tempo abitata tutto l'anno, dove recentemente una baita è stata ristrutturata. Osservando bene il luogo si intuisce come un tempo dovesse essere un vero e proprio giardino. In primavera i prati delle Tiere si riempiono di  aglio orsino, Allium ursinum L., con il quale si può fare un ottimo pesto. 
Tiere
Oltrepassate le Tiere la mulattiera raggiunge le località  Verdeis e quindi Fassabella di Praie, per poi uscire dal bosco di faggi negli ampi        prati\pascoli di Fassabella, alpeggio caratterizzato dalla presenza di numerose costruzioni, a testimonianza del fatto che questi terreni un tempo erano utilizzati da più nuclei di proprietari\affittuari. 
I prati di Fassabella in estate
Uno dei gruppi di costruzioni di Fassabella
Finalmente si calzano le ciaspole!
Queste medie montagne, "mese muntagne"  come le chiamiamo qui, erano un tempo utilizzate non solo per il pascolo dei pochi bovini che ciascun nucleo famigliare possedeva: durante la stagione estiva, quando molte famiglie tenevano con sè solo una vacca giusto per avere il latte ed affidavano le altre ai margari ( che le conducevano in alpeggio pagando una sorta di affitto, pagato a volte  in denaro, a volte  in burro e formaggio) ,  in questi terreni  si faceva il fieno per avere di che alimentare le vacche durante l'inverno.  L'importanza dell'alpe Fassabella è dimostrata dal fatto che essa è servita da ben due mulattiere:una con partenza da Praie, oggetto del nostro percorso, ed una che parte da Chironio superiore. Il passato utilizzo a prato sfalciato e concimato di questo terreno è ben evidente in estate, quando le spighe di phleum pratense,"la coda di topo" ,dominano la verdeggiante scena. Ora c'è abbastanza neve e possiamo finalmente calzare le ciaspole. Oltrepassate le costruzioni di Fassabella continuiamo il percorso, ora su traccia di sentiero, che ci porta a raggiungere la dorsale spartiacque Fassabella\Vallungo,  dove comincia il bosco di conifere. Ed ecco che, meraviglia,  un bagliore illumina il monte Cimeron. Ma cosa sono? Nuvole, piante o che altro ? Sono piante! E' uno spettacolo magnifico ai nostri occhi!
Il sole si affaccia dal Cimeron
Man mano che proseguiamo la progressione si fa più faticosa: aumenta la neve ed aumenta anche la pendenza del terreno: il tratto nel bosco è davvero duro, ma noi siamo fortunati perchè davanti abbiamo Franco che ci fa la traccia e sulla neve va come un treno.
Tronchi sciabolati 
Ogni tanto qualche ramo di abete decide di scaricare benevolmente su di me il suo carico di neve fresca, ed è in quest'ultimo tratto, dove le nostre menti si concentrano maggiormente sullo sforzo fisico, che ci rendiamo conto della perfetta solitudine in cui ci muoviamo: ed il nostro pensiero va alla dorsale della Cialma, che come ogni fine settimana innevato sarà popolata dalla solita processione di ciaspolatori e sci-alpinisti provenienti da ogni dove per mantenersi in forma e godersi il panorama. Da parte nostra però non c'è nessuna invidia: preferiamo di gran lunga trovarci qui, in questo posto poco frequentato, ad ammirare la forza della neve, così soffice ed al tempo stesso così forte da modellare i tronchi degli alberi.
Sul der, in vetta!
Ormai siamo vicini alla meta: il bosco si apre nuovamente e possiamo ammirare panorami bellissimi, dal gruppo del Gran Paradiso, al Moncimour, al Colombo e fino alla Quinzeina da una parte, dal Tovo fino a Cima Mares dall'altra: che spettacolo!
Il Granpa visto dal Der del Munt
Cervi !
Ed infine ecco che arriviamo in vetta: il nome "Der del Munt" è pienamente giustificato: in cima a questa verde montagna c'è un grosso der, sul quale noi dobbiamo salire per conquistare la "vetta", sempre sotto lo sguardo benevolo del monte Cimeron.
Fassabella
Dalla vetta il panorama si amplia ulteriormente... Poi Michele tira fuori il binocolo, scandaglia l'orizzonte... ed ecco che alla nostra sinistra, lungo il rio del Lupo, possiamo osservare numerosi cervi, femmine e maschi dai palchi bellissimi.Io ne approfitto per testare lo zoom della macchina fotografica, con alterni risultati: diciamo che devo ancora affinare le mie capacità di fotoreporter dilettante.
Dopo aver goduto per bene del panorama e dell'osservazione della fauna selvatica, riprendiamo la discesa. Un ultimo saluto alla prima baita di Fassabella, ancora utilizzata fino a pochi anni fa da un pastore di Chironio , a Fassabella dle Praie  via le ciaspole ed in breve eccoci di ritorno alle auto, ancora in tempo per pranzare a casa: è' stata davvero un'escursione molto appagante e fatta in ottima compagnia. Ed anche per voi, cari amici che avete letto le mie umili righe sin qui,è giunto il tempo del commiato. Non vi tedierò con inutili inviti a provare questo itinerario ( tanto non lo farete mai): voi continuate pure ad andare alla Cialma. I cervi del rio del Lupo non sentiranno di certo la vostra mancanza!