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domenica 31 dicembre 2017

Valli Orco e Soana 2017

martedì 19 dicembre 2017

Ciaspolate alternative 3 - Alpi Colla e Cialma da Piandemma

Premessa

I rustici dell'alpe Colla. Sullo sfondo da sx: cima Mares, monte Soglio, monte Cimeron, monte Angiolino
L'alpe Colla si trova  su una panoramica sella che mette in comunicazione il vallone del Crot con il vallone di Blina, a 1890 m di quota; il toponimo "Colla" si riferisce appunto ad un posizione di valico, in prossimità od in corrispondenza di un colle. 
Oltre che per la magnifica vista, il suddetto alpeggio si contraddistingue per gli edifici che la compongono, di pregevole fattura ed ancora relativamente in buono stato di conservazione e per la presenza di una vasca  per l'abbeverata degli animali di notevoli dimensioni .
In rosso il percorso - cartina Igm 1:25.000 -fonte: Portale Cartografico Nazionale

Tutte le strade portano alla Colla ( e qualcuna anche alla Cialma) !  

Alpeggio quota 1188 in versione primaverile ( foto d'archivio) 
Durante la bella stagione l'alpe Colla viene raggiunta dalla frazione Piandemma di Locana passando per la Croce Faggio ( Crus dal Fo) e l'alpe Casette, oppure dalla frazione Gavie passando per Molera e l'alpe Uja ; quest'ultimo itinerario coincide con quello sci-alpinistico per la Rossa.
Tuttavia in primavera, quando l'itinerario sci-alpinistico per la Rossa non è più in condizione ma comunque l'innevamento rimane tale da rendere pericoloso il percorso, la soluzione migliore è quella di raggiungerlo dal versante del vallone del Crot, la cui esposizione ad est consente un più rapido scioglimento delle nevi. 
Tale percorso, ancora riportato sulla cartina Igm 1:25.000, è da tempo caduto in disuso, ragion per cui non si rinviene più  un vero e proprio sentiero, quanto piuttosto delle esili tracce di cacciatori, "segnalate" dall'azione della roncola sulla vegetazione arbustiva. 

Un regalo per Pasquetta

Pilone votivo lungo il sentiero per il colle di Perascritta
Desideroso di andare ad ammirare lo splendido panorama e di togliermi la voglia di raggiungere la vicina  alpe Cialma ( no, non quella degli impianti di risalita! ) ,  quest'anno a Pasquetta mi ero regalato una mattinata "outdoor", prima di raggiungere gli amici per festeggiare la ricorrenza con il consueto momento conviviale, realizzando un bell'anello.  Avevo altresì  notato che l'itinerario era ciaspolabile e quindi è stata musica per le mie orecchie quando, l'altro giorno, l'amico Guido mi ha proposto:" andiamo a ciaspolare una volta ?" "Certo!" "Dove consigli?" "Mmm, io direi all'inverso di Locana: dammi il tempo di consultare le previsioni meteo ed il bollettino valanghe...".
E siccome il bollettino valanghe era positivo per la zona ed il tempo bello ma con possibilità di vento forte, quale migliore scelta che mettersi al riparo in un vallone laterale come quello del Crot?

Non siamo mica in Trentino ( da Piandemma all'alpe Carel )

Parcheggiata l'auto nel piccolo slargo presente alla fine della frazione, in corrispondenza della partenza della pista per la "Crus del Fo", raggiungiamo la chiesetta di Piandemma, nel cui sagrato indossiamo ciaspole e ghette e partiamo, in direzione del vallone del Crot, seguendo i segnavia per il colle di Perascritta. Dobbiamo però precisare che tali segnavia sono perlopiù stinti e difficili da individuare, ragion per cui è essenziale la conoscenza del territorio per riuscire ad individuare il percorso sotto la candida coltre nevosa ,dato che già nella bella stagione molti si perdono: non siamo mica in Trentino,  ok ? 

Alpe Carel in versione invernale
Superato un primo gruppo di alpeggi q. 1188 , non nominato sulla carta, si continua a salire in un rado bosco di betulle ed altre latifoglie ( e, per favore, non dimenticate di donare almeno un pensiero alla memoria di Perucca Antonio )  fino a sbucare nei pressi dell'alpe Carel, 1290 m, immediatamente oltre la quale si attraversa il rio del Crot su di una passerella in legno.  Le condizioni della neve sin qui sono buone, anche se, trattandosi di neve poco trasformata, battere il percorso è abbastanza faticoso ( e meno male che ci sono soltanto 40 cm di neve circa !)

Dall'alpe Carel all'alpe Colla

Attraversato il rio del Crot, si continua a salire lungo il vallone di Leitosa fino quando il percorso di biforca e si svolta a destra per risalire il vallone del Crot, sempre lungo il sentiero per il colle Perascritta:  comincia qui la parte più impegnativa e faticosa del percorso. 
Risalendo il vallone del Crot


Con ripide svolte, sotto una rada copertura boschiva, si sale fino ad "uscire" dal bosco in vista di un alpeggio,  non nominato sulla carta e posto ad una quota di circa 1600; senza raggiungerlo ci si dirige   verso un altro alpeggio ( anch'esso non nominato sulla carta), q. 1675 m ca con parte del tetto in lamiera) ; in alto a destra è ora visibile la nostra meta, così come l'alpe Cialma, posta su una tondeggiante sommità erbosa.  La neve in questo tratto è praticamente "vergine", per carenza di sole e temperatura, oltre che accumulata dal vento, e le ciaspole affondano fin quasi a scoprire il manto erboso sottostante.
L'alpe Cialma, posta su una tondeggiante sommità  erbosa; notare l'influenza dell'esposizione e della posizione geografica sulle condizioni del manto nevoso -  da sx verso dx, esposizione da sud est a sud.
Senza toccare l'alpeggio q 1675  di cui sopra, si comincia a salire, dapprima in diagonale e poi più direttamente, in direzione dell'alpe Colla , fino a raggiungere il valloncello adducente il valico ove è posta la malga.  La migliore esposizione di questo tratto fa sì che vi sia poca neve rispetto a quello precedente, anche se gli ostacoli naturali ( vegetazione, massi) e la maggior pendenza del percorso fanno sì che non sia così semplice "inventarsi" una buona traccia nella neve, ora traversando, ora compiendo un tornante, ora salendo più direttamente. 
L'alpeggio quota 1675 in versione primaverile ( a sx la Punta dell'Aggia) - foto d'archivio
Tali ostacoli naturali ci sconsigliano inoltre di intraprendere quella che sarebbe  la scelta più logica per raggiungere la Colla in presenza di scarso innevamento ( visto che richiederebbe l'attraversamento dello stretto valloncello adducente la nostra meta)  , e cioè quella di traversare più o meno in quota dall'alpeggio q 1675  fino a toccare l'alpe Cialma , seguendo grosso modo il tracciato del sentiero riportato sulla Igm 1:25.000 ed oggi praticamente scomparso. 
Una zona con meno neve...
Man mano che saliamo la copertura nevosa comincia a diventare di nuovo consistente, e arrivati al valloncello adducente l'alpe Colla, cominciamo a percorrerne la dorsalina posta sulla sua dx idrografica, e qui il gioco si fa duro, perchè la neve in questo punto è stata accumulata e rimaneggiata dal vento verso il basso, cioè verso est, cioè verso di noi

...ma con qualche ostacolo naturale
Salendo sulla dorsalina dx idrografica del valloncello adducente l'alpeggio



Con l'ausilio di una racchetta saggio la consistenza del manto nevoso: al di sotto della sottilissima crosta  dovuta all'azione del vento, nonostante l'accumulo,  si presenta assolutamente omogeneo e non trasformato ;  la sua altezza non va  comunque oltre i 40-50 cm ( c'è di peggio , anche se la pendenza sovente ci fa sprofondare fino al ginocchio). 
Battere la pista nel manto nevoso "immacolato" è sempre emozionante, ma in questo tratto è davvero sfiancante: per fortuna si tratta di appena 100 m di dislivello o poco più, superati i quali si arriva nella parte terminale della dorsalina, cioè quella "ripulita" dal vento, e di qui in breve all'alpe Colla.

In cima

Non per fare gli splendidi, ma per coprire i 785 m di dislivello che separano Piandemma dalla Colla abbiamo impiegato quasi 5 ore , con l'invidiabile media oraria di 157 m .  A me sembra di averne fatti almeno 1500, ed a buon passo per giunta, però ne è valsa la pena, perchè questo è senza dubbio uno dei migliori punti panoramici di tutta la valle Orco! Guardando poi verso punta Cia non si può fare a meno di sorridere pensando al consueto sovraffollamento di quel pur bellissimo itinerario e bearsi della perfetta solitudine nella quale siamo immersi...
La Colla, finalmente
Non abbiamo però  molto tempo per goderci il panorama,  mentre gustiamo il meritato pranzo al sacco,  che già dobbiamo pensare al ritorno. Il primo pensiero sarebbe quello di tornare per l'itinerario di salita, ma visto che sulla sx idrografica del valloncello della Colla c'è meno neve e si può agevolmente raggiungere l'alpe Cialma ,  optiamo per la seconda ipotesi ( praticamente lo stesso giro ad anello che avevo fatto a Pasquetta: i regali vanno sempre tenuti da conto). 
Panorama verso punta Cia  ed il gruppo del Gran Paradiso ( c'è un pò di tormenta in quota)

Panorama 180° dalla Rocca Maunero a punta Quinzeina

Sbirciando il vallone di Piantonetto

All'alpe Cialma ed oltre...

Quando arriviamo all'alpe Cialma il sole si è già ritirato

La scelta si rivela azzeccata: tolti un paio di punti nei quali la combinazione tra ripidezza, accidentalità del terreno e discontinuità del manto nevoso ci costringe a qualche acrobazia supplementare con le ciaspole , la nostra progressione è veloce ed in breve raggiungiamo l'alpe Cialma di Piandemma 1651 m. Non sarebbe stato per niente male fare questo pezzo con gli sci. Giusto il tempo di dare uno sguardo al panorama ( anche qui la vista è di tutto rispetto) , ed ecco che cominciamo la discesa lungo i pascoli ricoperti di neve. Il sole è andato via per primo, ma noi siamo secondi...
Scendendo verso gli alpeggi quota 1365
Qui le condizioni del manto nevoso sono a dir poco spettacolari: almeno mezzo metro di farina che rende la nostra discesa veloce, confortevole e divertente e così, in men che non si dica, eccoci al gruppo di alpeggi q. 1365 ( senza nome sulla carta) , posti giusto a monte degli alpeggi q. 1188 , dai quali in breve lungo il percorso fatto al mattino facciamo ritorno a Piandemma. 
Non per fare gli splendidi, ma a scendere abbiamo impiegato meno di 2 ore, meno della metà del tempo impiegato a salire! 

Conclusione

L'alpe Colla meritava davvero una visita in abito invernale e, visto che le condizioni lo permettevano, è stata cosa buona e giusta approfittarne per raggiungerla secondo l'itinerario che avevo in mente.  Una ciaspolata in pieno inverso poi ogni tanto si può fare ed è anche un buon allenamento  ( anche troppo - a me sembra di aver fatto 2000 m di dislivello) , ma credo che la prossima volta opterò per l'itinerario sci alpinistico classico . 
Ed allora che cosa possiamo dire? E' stata una bella ciaspolata, ma da ripetere con sale in zucca! 
Arrivederci ed a presto con le Storie!