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mercoledì 29 agosto 2018

I fiori della Rosa ( Rosa dei Banchi da Piamprato II )

Premessa

In vetta con la guida canina
Alla salita alla Rosa dei Banchi da Piamprato abbiamo già dedicato  su queste pagine una più che esauriente descrizione, alla quale vi rimandiamo per i dettagli del percorso; ma la Val Soana e la natura sono fonti d'ispirazione sempre in agguato, ragion  per cui non possiamo resistere alla tentazione di tornare sull'argomento in versione "estiva".
Eh si, perchè quella descrizione  si riferiva ad una salita autunnale ( metà ottobre, più o meno) , mentre il calendario estivo Orco Trekking 2018 ci ha portato a raggiungere la cima in piena estate ( 16 agosto): tutta un'altra montagna!

C'è vita in Valle Soana

Fa sempre piacere frequentare la valle Soana in estate, per vederla tornare a nuova vita: le case aperte, le luci accese, i bar, i negozi e le vie frequentate da tante persone. Peccato che accada soltanto una volta l'anno ! A Piamprato è in funzione anche la seggiovia che porta al rifugio Ciavannassa , aperto tutti i giorni fino al 2 settembre. 
Già risalendo la valle in auto capiamo subito che oggi non siamo fortunati al 100%:  il vallone di  Forzo è completamente sgombro dalle nuvole, mentre una nuvoletta già insiste proprio sulla cima della Rosa dei Banchi. Però è ancora presto: chissà che in mattinata quella nuvoletta non se ne vada , prima dell'arrivo della prevista nuvolosità pomeridiana...


Bruchi di Hyles euphorbiae su Euphorbia cyparissias 

Un nuovo amico

Siamo nei pressi dell'alpe Ciavannassa quando notiamo poco avanti a noi la presenza di due gruppi di 3 escursionisti , diretti al lago La Reale, che raggiungiamo e superiamo poco prima delle grange La Reale. Un simpatico cane, probabilmente di proprietà di qualche allevatore della zona, comincia a seguirci: inizialmente facendo la spola tra noi e gli altri, poi, forse intuendo che il nostro gruppo sarebbe andato più lontano, mettendosi alla nostra testa.

Le grange La Reale

Poco sotto le baite, un cartello annuncia che è possibile acquistare in loco tome e tomini; i conduttori dell'alpeggio sono alle prese con la mungitura.
Di lavoro da fare ce n'è parecchio, perchè le vacche da mungere sono ad occhio e croce una quarantina, più alcune capre; ci sono poi anche alcune decine di pecore, che però non vengono munte. 
Ecco che  una simpatica cucciolotta di cane pastore  si avvicina abbaiando vigorosamente, a dire il vero  più  nei confronti del  nostro nuovo amico a 4 zampe ( che non so come battezzare) che nei nostri: si tratta evidentemente di un ospite poco gradito.  Anche i cani adulti abbaiano, ma sono ubbidienti e tenuti sotto controllo. 
Scambiando quattro chiacchiere al volo con i pastori, capiamo subito anche chi è il proprietario della nostra guida canina ( si dice il peccato ma non il peccatore), una "guida" evidentemente già molto conosciuta in zona...
Grange La Reale in attività...
Poco oltre le baite, ecco che alcuni vistosi bruchi attraggono la nostra attenzione con i loro appariscenti colori; ce ne sono molti ed in diversi stadi di sviluppo, ma tutti intenti ad alimentarsi su Euphorbia cyparissias: si stratta infatti di larve della farfalla notturna Hyles euphorbiae.
I colori vistosi in natura vengono adottati per mettere in guardia i potenziali predatori dal pessimo sapore o dalla pericolosità della preda. Nel nostro caso infatti tali bruchi sono immangiabili perchè cibandosi delle euphorbie ne assuomono anche i principi tossici: se maneggiati emettono un liquido verdastro irritante. Ecco perchè non hanno bisogno di nascondersi.
L'Hyles euphorbiae è anche una specie migratrice: gli adulti si spostano verso nord dove, dopo aver dato vita ad una generazione estiva, non sopravvivono. La stagione invernale viene infatti superata allo stato di crisalide: i bruchi si impupano in cavità del terreno, anfratti tra le rocce ( https://www.monaconatureencyclopedia.com/hyles-euphorbiae/ ) !


Il nuovo casotto Pngp

Il nuovo casotto del Pngp

In corrispondenza del bivio per il pian delle Manze e l'alpe Becco Grande, è in fase avanzata di costruzione un nuovo casotto per il personale di sorveglianza del Parco Nazionale del Gran Paradiso. 
Il cane ogni tanto ci pianta in asso per provare, senza successo,  ad acchiappare qualche marmotta od un camoscio: vorrà approfittarne prima che finiscano il casotto...
Giunti in vista della conca del lago la Reale ed all'estremità del grande pianoro sottostante il col Larissa, imbocchiamo il suggestivo vallone racchiuso tra la cima del Rospo a sx e la spartiacque Soana-Champorcher a destra...
Onobrychis montana 

Alla cima Beccher

La visibilità è quella che è ...
La visibilità è quella che è , ma non così ridotta da non consentire l'escursione; inoltre qui, nel piano nivale e subnivale, ci sono ancora molte fioriture a "colorare" il nostro cammino. Non potendo ammirare altro suggestivo panorama che quello dato dall'effetto "vintage" che le nubi producono sulle cime circostanti , possiamo concentrarci sui mille piccoli panorami in miniatura che le combinazioni tra fiori, rocce e tappeti erbosi producono.
Alcuni ometti ci guidano lungo il percorso; certo poter vedere distintamente l'intera parete spartiacque Soana\Champorcher sarebbe meglio, ma giunti al punto nel quale il vallone "finisce", incontrando quello che digrada verso il Pian delle Manze, non si possono avere dubbi: è giunto il momento di puntare alla prima "vetta" di giornata, la cima Beccher, non prima di aver fatto una breve pausa ristoratrice.
Ecco che in alto alla nostra destra sentiamo dei rumori: un  branco di camosci si sta spostando lungo il ripido versante del Becco Pragelas , naturalmente non senza far rotolare qualche pietra...
Puntiamo dunque alla vicina cima che in breve raggiungiamo; ora non ci resta che percorrere la cresta fino in cima...
Giunti al punto...

In cresta

La prima parte della cresta è larga e poco pendente;  arrivati a quota 2962 m  , occorre scendere in un intaglio per poi riguadagnare nuovamente la cresta poco più avanti salendo per ripidi sfasciumi in versante Champorcher. 
I mille piccoli panorami in miniatura diventano 10.000 e mi riprometto di farne un reportage fotografico completo scendendo. Ora meglio salire...
Riguadagnata la cresta, il percorso diventa esposto e più ripido, ma senza particolari difficoltà in assenza di ghiaccio e\o neve, ed in breve si perviene alla croce di vetta.
Prima parte della cresta 
A tratti il panorama si apre sulla sottostante valle di Champorcher, facendoci vedere per esempio il lago Miserin, ma sul resto dell'arco alpino, purtroppo, non si aprirà mai! 

I fiori della Rosa


Cominciamo così la discesa ed io, per tener fede all'idea iniziale, decido di fotografare tutti i "fiori" presenti sulla cresta, di immortalare questi "micropanorami" immagini "macro". Eccovi la carrellata:
Saxifraga exarata subsp. moschata

Saxifraga muscoides

Arabis alpina

Androsace alpina


Cerastium latifolium


Minuartia verna
Arenaria ciliata
Campanula cenisia
Saxifraga oppositifolia già sfiorita e fruttificata
Campanula cochlearifolia

Petrocallis pyrenaica

Silene exscapa
Leucanthemopsis alpina
Achillea nana
Armeria alpina
Erigeron uniflorus

Polygonum viviparum
Taraxacum gr. officinale

Sempervivum montanum

Phyteuma globulariifolium subsp. pedemontanum

Artemisia  genipì

Thlaspi rotundifolium

Draba hoppeana

Saxifraga oppositifolia

Saxifraga retusa

Linaria alpina

Gentiana nivalis

Silene acaulis

Pedicularis kerneri

Oxytropis helvetica


Artemisia glacialis

Sedum atratum

Ligusticum mutellinoides

Aster alpinus

Gentiana verna

Potentilla crantzii

Erytrichium nanum

Oxyria digna

Veronica alpina


Euphrasia minima
Gentiana brachyphylla

E naturalmente molte altre con infiorescenze meno vistose ( graminee, ciperaceae): Carex curvula, carex sempervirens, luzula nivea, poa alpina etc etc :insomma un bel numero di diverse specie...

Ritorno a Piamprato...

Giunti nuovamente nel vallone delimitato dalla cima del Rospo e dal Becco Pragelas,  , ecco che la nostra guida a quattro zampe decide di cominciare a giocare con gli animali selvatici: camosci, marmotte, roditori...

capretto di camoscio in fuga



I quali però nutrono qualche perplessità circa le sue reali intenzioni e preferiscono darsi alla fuga , in particolar modo i camosci...
Roditore predato

Un piccolo roditore, acchiappato al volo prima di riuscire ad infilarsi nella sua "tana", ne sa qualcosa delle "giocose" intenzioni della nostra "guida", visto che verrà catturato e mangiato ( insomma predato) seduta stante.
Le marmotte viceversa riescono  a rifugiarsi nelle loro tane prima dell'arrivo del nostro dolce e simpatico amico a 4 zampe, che ad ogni fischio udito si mette a correre  freneticamente in direzione della sua sorgente, nel tentativo di fare amicizia.
Lago La Reale nella nebbia
Scendendo, giungiamo infine nel grande pianoro acquitrinoso sottostante il col Larissa, dove si trovano le manze e le asciutte della Reale; poco più in basso la nostra guida ci abbandonerà, poichè contattata da una marmotta sua amica per un allargamento dell'entrata della tana...
Lavori di ampliamento
Ripassando dalla grangia La Reale abbiamo la possibilità di acquistare toma e tomini freschi di latte vaccino; al rifugio Ciavanassa  ci fermiamo per bere un caffè e una bibita, proprio mentre la seggiovia sta per fare l'ultima corsa.
Ritorno al rifugio Ciavannassa
Nonostante il tempo non eccezionale, è stata un'escursione molto divertente, ricca di spunti interessanti e cose da vedere, a parte il panorama limitato. Per quello completo, occorrerà tornare un'altra volta, cosa che prima o poi avverrà sicuramente.
Arrivederci ed a presto con le Storie