Premessa
- "Tu sei allenato, puoi farcela anche in giornata. Noi andiamo a dormire al rifugio Gastaldi, ci vediamo là al mattino. A che ora sarà meglio partire dal rifugio ? "
-" Meglio partire all'alba, così siamo più sicuri che il tempo rimanga stabile".
-"Quindi alle 6,30 ? "
-"Ok, alle 6,30 al rifugio Gastaldi".
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Salendo verso la Ciamarella ... |
E così io ed Elisabetta fissiamo l'orario del ritrovo alle 2 in piazza a Locana. Tra tornare da lavoro, una riunione in serata e la preparazione dello zaino, mi va ancora bene : riesco a dormire
un'ora. Molti dicono che dormire un'ora serve a poco, ed invece serve moltissimo,
specie se devi guidare ed evitare colpi di sonno!
Fortunatamente
anche la strada aiuta, nel senso che salendo da
Corio lungo la
val Malone e raggiungendo le valli di Lanzo dal
colle della Forcola il percorso è vario e facilita il mantenimento della veglia; poco prima delle 4 giungiamo al
Pian della Mussa, dove lasciamo l'auto...
Io sarò anche allenato, ma dal Pian della Mussa all'Uja di Ciamarella sono 1871 m di dislivello ( e forse anche qualcuno in più, visto che devo passare dal Rifugio Gastaldi) , e farli in giornata potendo riposare poco significa che quantomeno sarò un pò stanco quando tornerò a casa.
Però la Ciamarella è la Ciamarella: con in suoi 3676 m è la montagna più alta delle valli di Lanzo ed una delle sue cime più frequentate, poichè presenta difficoltà contenute , ed è da tempo che desideravo andarci!
Dal Pian della Mussa al rifugio Gastaldi
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Ladri di montagne, salgono di notte.. |
Devo ammetterlo: non ero mai stato prima al Pian della Mussa! In Val d'Ala mi ero fermato più in basso, a Mondrone, per salire alla punta del Rous.
Sono più o meno le 4 quando cominciamo a camminare con la pila frontale ; fortunatamente il sentiero per il rifugio Gastaldi è largo, battuto e ben segnalato, ragion per cui non corriamo certo il pericolo di perderci.
Saliamo
con calma e senza fretta, consapevoli che la nostra meta di giornata è ancora ben lontana; visitare per la prima volta una zona di notte mi dà quasi l'impressione di essere un
ladro, di essere una persona costretta a sfruttare gli orari più impensabili per recarsi in montagna, perdendo in questo modo la possibilità di osservare con calma il paesaggio ( come piace a me) . In realtà avrò a disposizione tutto il
viaggio di ritorno per farlo, senza contare il fatto che osservare la nascita del giorno ad alta quota è uno spettacolo al quale non si assiste così frequentemente e quindi ho poco da lamentarmi!
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Salendo con la pila frontale |
Lasciato a destra il bivio per Pian Gias , affrontiamo gli ultimi tornanti in salita ed alle 6:30 spaccate siamo al
rifugio Gastaldi 2659 m, nella splendida conca del
Crot del Ciaussinè , dominata dalle imponenti pareti della
Bessanese . A dispetto del cartello "rifugio chiuso" visto al Pian della Mussa, il rifugio è ancora gestito (e piuttosto frequentato direi) anche in settimana (oggi è martedì 11 ) a settembre. Fantastico !
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Il rifugio Gastaldi al Crot del Ciaussinè |
Al rifugio io ed Elisabetta decidiamo di soffermarci ancora il tempo necessario a consumare una
colazione calda, approfittando del fatto che hanno già incominciato a servirla ; qui troviamo , già pronti a partire, i nostri due compagni d'avventura:
Vito e
Cesare .
Alla faccia dell'allenamento : quando spieghiamo a
Cesare quanto tempo abbiamo impiegato a salire al rifugio, quasi non ci crede ( non è certo un tempo olimpico) , ma anche lui deve convenire con noi che le energie è meglio risparmiarle per la parte alta del percorso.
Quasi quasi mi viene voglia di fare appello alla
mancanza di sonno, non fosse che
Vito oggi purtroppo non è al massimo della forma: niente di grave, ma sicuramente fare la Ciamarella in giornata dormendo poco è meglio.
Dal rifugio Gastaldi al ghiacciaio di Ciamarella
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La Bessanese |
Dal
rifugio Gastaldi prendiamo il sentiero che con un traverso in quota va a ricongiungersi con quello diretto al
Pian Gias e mentre sulla
val d'Ala comincia ad albeggiare, possiamo cominciare ad rimirare la nostra meta, l
'Uja di Ciamarella. Per me è tutto nuovo, è tutto meraviglioso: mi sento
felice come un bambino di fronte ai regali di Natale!
Vito è
molto determinato, nonostante il piccolo disturbo, e stringe i denti; è costretto a fare qualche pausa in più, a faticare più del solito, ma man mano che saliamo le sue condizioni migliorano: mai sottovalutare il
potere curativo di una bella giornata in montagna !
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Si fa giorno sulla val d'Ala |
Al
Pian Gias, come ci spiega Vito, grande conoscitore delle valli di Lanzo,
era tutto ghiacciaio fino ad alcuni decenni fa, e ciò che più preoccupa di questo fenomeno del
ritiro dei ghiacciai alpini è la sua sconvolgente
rapidità, così come è rapido, stando a numerosi dati, il fenomeno del
riscaldamento globale. La
storia della Terra è scandita da
mutamenti climatici impressionanti : pensiamo soltanto alle
glaciazioni od al
prosciugamento del mar Mediterraneo , avvenuto tra i
5 ed i 6 milioni di anni fa, secondo alcuni
a causa della
chiusura dello stretto di Gibilterra, secondo altri a causa di un'imponente glaciazione che fece estendere le calotte polari sino a determinare un drastico abbassamento del livello del Mediterraneo; anche la
piccola era glaciale ,seguita all'
optimum climatico romano-medioevale ( durante il quale secondo alcuni studiosi la temperatura media della Terra era più elevata rispetto ad oggi di addirittura due gradi centigradi) e terminata a metà del
XIX secolo ebbe ripercussioni notevoli sulla vita umana.
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A destra l'Uja di Ciamarella, la nostra meta. Alla sua sinistra la piccola Ciamarella e la punta Chalanson |
Ma in
nessuna di queste epoche, a giudizio della maggior parte degli studiosi, i cambiamenti climatici furono così rapidi come nella nostra: di qui il rilevante peso attribuito all'attività antropica nel determinarli e le preoccupazioni circa i nostri modelli di produzione e sviluppo.
Di fatto il
pian Gias oggi altro non è che una lunga distesa morenica in direzione del
passo del Collerin , un tempo presumibilmente occupato dal
ghiacciaio Collerin.
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I due laghetti di origine glaciale situati nei pressi del ghiacciaio di Ciamarella |
Salendo su
ottima traccia lungo le
estese morene ,
giungiamo nei pressi di due bei
laghetti di origine glaciale ; superando un'ultima
bastionata rocciosa, arriviamo infine al
ghiacciaio della Ciamarella, il cui fronte è posto ad una quota di 3150 m circa.
Calzati i
ramponi, cominciamo a percorrerne la superficie
quasi pianeggiante , compiendo un semicerchio verso destra in direzione del detritico
versante sud-ovest della Ciamarella.
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Percorrendo il ghiacciaio di Ciamarella: da sx verso dx Croce Rossa, punta d'Arnas, punta Maria, Bessanese, pointe Charbonnel |
Come mi aveva spiegato l'amico
Paolo Ferrando , altro grande esperto della zona, il ghiacciaio non presentava difficoltà particolari, salvo dei
piccoli crepacci agevolmente superabili data la loro esigua larghezza; il tratto finale dell'ascensione poi, si svolgeva praticamente su sfasciumi non particolarmente instabili .
Giunti in vista della traccia, abbandoniamo il ghiacciaio e togliamo i ramponi. Per quanto tempo li avremo usati ? Poco o tanto,
un ghiacciaio è sempre un ghiacciaio e va affrontato con le dovute precauzioni.
La salita finale
La traccia ora risale
ripidamente il detritico versante sud-ovest fin quasi in cresta , per poi svoltare a sinistra e raggiungere con un traverso in salita la cresta ovest, sempre con percorso molto evidente.
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Traverso verso sx |
Man mano che saliamo il
panorama si fa sempre più spettacolare, fino ad
"esplodere" al raggiungimento della cresta, raggiunta la quale, nelle condizioni da noi trovate, si presentavano due possibilità: percorrere un
nevaio abbastanza ripido fin sulla vetta oppure proseguire per una cresta rocciosa.
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Noi optiamo per la cresta rocciosa |
Noi optiamo per la
cresta, anche perchè per ottimizzare il peso degli zaini i ramponi li avevamo lasciati a fine ghiacciaio . Si tratta di un percorso elementare e mai obbligato ( qualche volta c'è da mettere le mani...) , che in breve ci porta in vetta.
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In vetta |
E' comunque doveroso specificare che l'aggettivo
"elementare" non significa certo banale o da sottovalutare , essendo riferito ad un terreno sostanzialmente alpinistico: nonostante le tracce di passaggio presenti, è comunque richiesta una buona pratica di montagna per scegliere al meglio i passaggi anche in condizioni normali. Figuriamoci in condizioni più difficili con presenza di neve e\o ghiaccio o scarsa visibilità!
Ma torniamo ora al grandioso panorama! Ecco, in direzione
nord-est le
Levanne con ai loro piedi il Glacier de les sources de l'Arc e dietro la
Grivola ed il
Gran Paradiso ; in fondo a destra spunta il
Cervino, la "Gran Becca" e in fondo a sinistra il massiccio del
Gran Combin.
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Panorama verso nord-est ( Levanne, Grivola, Gran Paradiso etc ) |
Guardando ancora più a est, ecco che spunta anche il massiccio del
Monte Rosa...
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Ecco il Rosa... |
Guardando invece in direzione nord-ovest, ecco il massiccio del
Monte Bianco...
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ed il Bianco |
In direzione sud-ovest, ancora uno sguardo alle vicine cime della testata delle valli di Lanzo...
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Da sx verso dx Croce Rossa, punta Arnas e Bessanese |
Dietro la Bessanese, ecco uno sguardo alle montagne interamente francesi ( a cui non so dare ahimè alcun nome, salvo la punta Charbonnel ) ; in primo piano, a destra del ghiacciaio della Bessanese, ecco i denti ed il passo del Collerin...
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Oltre la Bessanese ( a sx) ecco le montagne interamente su suolo francese ( in evidenza la pointe Charbonnel) ; a dx della Bessanese, Denti e Passo del Collerin |
Anche la visione d'insieme del ghiacciaio di Ciamarella appena attraversato è degna di nota...
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Uno sguardo verso il ghiacciaio di Ciamarella appena attraversato |
Particolarmente attrattivi risultano per me poi gli stretti canali che strapiombano sul ghiacciaio dell'
Albaron di Sea - ma non vorrei sbagliarmi, sono della valle Orco . E se sbaglio per piacere correggetemi !
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I ripidi canali che strapiombano sul ghiacciaio dell'Albaron di Sea ( od almeno credo) |
Ritorno al Pian della Mussa
Sotto un sole caldo e splendente ( come avrete intuito dalle foto precedenti, le condizioni meteorologiche erano perfette) cominciamo la lunga discesa in tutta calma.
Ritrovati e ricalzati i ramponi, in un attimo riattraversiamo il ghiacciaio di Ciamarella; nei pressi dei laghetti glaciali ad esso sottostanti , una sosta contemplativa è d'obbligo. Una sottile nube arriva a rendere più affascinante e misterioso il paesaggio...
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Laghetto di origine glaciale |
Una volta superate le bastionate rocciose che sostengono il complesso glaciale, ecco che comincia la lunga discesa tra gli sfasciumi in direzione del Pian Gias.
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La lunga discesa verso il Pian Gias |
I torrenti glaciali, complici anche le elevate temperature, mostrano portate di tutto rispetto: fortunatamente al Pian Gias un ponticello in legno facilita l'attraversamento.
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Gli impetuosi torrenti glaciali... |
Dal Pian Gias non facciamo ritorno al rifugio, ma scendiamo direttamente verso il piano; io posso finalmente godermi il panorama che la partenza notturna mi aveva negato...
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Scendendo verso il pian della Mussa / 1 |
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Scendendo verso il pian della Mussa\2 |
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Vista verso il pian Ciamarella |
Arrivati infine alle auto, siamo tutti molto soddisfatti per la buona riuscita dell'impresa. Per quanto mi riguarda, io dovrò assolutamente tornare da queste parti, visto che c'è parecchio da fare e la mia personale agenda dei sogni ha subito un notevole aggiornamento!
Arrivederci ed a presto con le Storie!
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