}

venerdì 9 novembre 2018

I grandi classici - Uja di Ciamarella dal Pian della Mussa

Premessa

- "Tu sei allenato,   puoi farcela anche in giornata. Noi andiamo a dormire al rifugio Gastaldi, ci vediamo là al mattino. A che ora sarà meglio partire dal rifugio ? " 
-" Meglio partire all'alba, così siamo più sicuri che il tempo rimanga stabile".
-"Quindi alle 6,30 ? "
-"Ok, alle 6,30 al rifugio Gastaldi".

Salendo verso la Ciamarella ...
E così io ed Elisabetta fissiamo l'orario del ritrovo alle 2 in piazza a Locana. Tra tornare da lavoro, una riunione in serata e la preparazione dello zaino, mi va ancora bene : riesco a dormire un'ora.  Molti dicono che dormire un'ora serve a poco, ed invece serve moltissimo, specie se devi guidare ed evitare colpi di sonno!
Fortunatamente anche la strada aiuta, nel senso che salendo da Corio lungo la val Malone e  raggiungendo le valli di Lanzo dal colle della Forcola il percorso è vario e facilita il mantenimento della veglia; poco prima delle 4 giungiamo al Pian della Mussa, dove lasciamo l'auto...
Io sarò anche allenato, ma dal Pian della Mussa all'Uja di Ciamarella sono 1871 m di dislivello ( e forse anche qualcuno in più, visto che devo passare dal Rifugio Gastaldi) , e farli in giornata potendo riposare poco significa che quantomeno sarò un pò stanco quando tornerò a casa.
Però  la Ciamarella è la Ciamarella: con in suoi 3676 m è la montagna più alta delle valli di Lanzo ed una delle sue cime più frequentate, poichè presenta difficoltà contenute , ed è da tempo che desideravo andarci!

Dal Pian della Mussa al rifugio Gastaldi

Ladri di montagne, salgono di notte..
Devo ammetterlo: non ero mai stato prima al Pian della Mussa! In Val d'Ala mi ero fermato più in basso, a Mondrone, per salire alla punta del Rous
Sono più o meno le 4 quando cominciamo a camminare con la pila frontale ; fortunatamente il sentiero per il rifugio Gastaldi è largo, battuto e ben segnalato, ragion per cui non corriamo certo il pericolo di perderci.
Saliamo con calma e senza fretta, consapevoli che la nostra meta di giornata è ancora ben lontana; visitare per la prima volta una zona di notte mi dà quasi l'impressione di essere un ladro, di essere una persona costretta a sfruttare gli orari più impensabili per recarsi in montagna,  perdendo in questo modo la possibilità di osservare con calma il paesaggio ( come piace a me) . In realtà avrò a disposizione tutto il viaggio di ritorno per farlo, senza contare il fatto che osservare la nascita del giorno ad alta quota è uno spettacolo al quale non si assiste così frequentemente e quindi ho poco da lamentarmi!
Salendo con la pila frontale

Lasciato a destra il bivio per  Pian Gias , affrontiamo gli ultimi tornanti in salita ed alle 6:30 spaccate siamo al rifugio Gastaldi 2659 m, nella splendida conca del Crot del Ciaussinè , dominata dalle imponenti pareti della Bessanese . A dispetto del cartello "rifugio chiuso" visto al Pian della Mussa, il rifugio è ancora gestito (e piuttosto frequentato direi) anche in settimana (oggi  è martedì 11 )  a settembre. Fantastico !

Il rifugio Gastaldi al Crot del Ciaussinè

Al rifugio io ed Elisabetta decidiamo di soffermarci ancora il tempo necessario a consumare una colazione calda, approfittando del fatto  che hanno già incominciato a servirla ; qui troviamo , già pronti a partire, i nostri due compagni d'avventura:  Vito   e CesareAlla faccia dell'allenamento : quando spieghiamo a Cesare quanto tempo abbiamo impiegato a salire al rifugio, quasi non ci crede (  non è certo un tempo olimpico) , ma anche lui deve convenire con noi che le energie è meglio risparmiarle per la parte alta del percorso.
Quasi quasi mi viene voglia di fare appello alla mancanza di sonno, non fosse che  Vito oggi purtroppo non è al massimo della forma: niente di grave, ma sicuramente fare la Ciamarella in giornata dormendo poco è meglio.

Dal rifugio Gastaldi al ghiacciaio di Ciamarella

La Bessanese 
Dal rifugio Gastaldi prendiamo il sentiero che con un traverso in quota va a ricongiungersi con quello diretto al Pian Gias  e  mentre sulla val d'Ala comincia ad albeggiare, possiamo cominciare ad rimirare la nostra meta, l'Uja di Ciamarella. Per me è tutto nuovo, è tutto meraviglioso: mi sento felice come un bambino di fronte ai regali di Natale!
Vito è molto determinato, nonostante il piccolo disturbo, e stringe i denti; è costretto a fare qualche pausa in più, a faticare più del solito, ma man mano che saliamo le sue condizioni migliorano: mai sottovalutare il potere curativo di una bella giornata in montagna !
Si fa giorno sulla val d'Ala
Al Pian Gias, come ci spiega Vito,  grande conoscitore delle valli di Lanzo, era tutto ghiacciaio fino ad alcuni decenni fa, e  ciò che più preoccupa di questo fenomeno del ritiro dei ghiacciai alpini è  la sua sconvolgente rapidità, così come è rapido, stando a numerosi dati, il fenomeno del riscaldamento globale.  La storia della Terra è scandita da mutamenti climatici impressionanti : pensiamo soltanto alle glaciazioni od al prosciugamento del mar Mediterraneo , avvenuto tra i 5 ed i 6 milioni di anni fa, secondo alcuni  a causa della chiusura dello stretto di Gibilterra, secondo altri  a causa di un'imponente glaciazione che fece estendere le calotte polari sino a determinare un drastico abbassamento del livello del Mediterraneo;  anche la piccola era glaciale ,seguita all'optimum climatico romano-medioevale ( durante il quale secondo alcuni studiosi la temperatura media della Terra era più elevata rispetto ad oggi di addirittura due gradi centigradi)  e terminata a metà del XIX secolo ebbe ripercussioni notevoli sulla vita umana.
A destra l'Uja di Ciamarella, la nostra meta. Alla sua sinistra la piccola Ciamarella e la punta Chalanson
Ma in nessuna di queste epoche, a giudizio della maggior parte degli studiosi, i cambiamenti climatici furono così rapidi come nella nostra: di qui il rilevante peso attribuito all'attività antropica nel determinarli e le preoccupazioni circa i nostri modelli di produzione e sviluppo.
Di fatto il pian Gias oggi altro non è che una lunga distesa morenica in direzione del passo del Collerin , un tempo presumibilmente occupato dal ghiacciaio Collerin.
I due laghetti di origine glaciale situati nei pressi del ghiacciaio di Ciamarella
Salendo su ottima traccia  lungo le estese morene ,  giungiamo nei pressi di due bei laghetti di origine glaciale ; superando un'ultima bastionata rocciosa,  arriviamo infine al ghiacciaio della Ciamarella, il cui fronte è posto ad una quota di 3150 m circa.
Calzati i ramponi, cominciamo a percorrerne la superficie  quasi pianeggiante , compiendo un semicerchio verso destra in direzione del detritico versante sud-ovest  della Ciamarella.
Percorrendo il ghiacciaio di Ciamarella: da sx verso dx Croce Rossa, punta d'Arnas, punta Maria, Bessanese, pointe Charbonnel
Come mi aveva spiegato l'amico Paolo Ferrando , altro grande esperto della zona,  il ghiacciaio non presentava difficoltà particolari, salvo dei piccoli crepacci agevolmente superabili data la loro esigua larghezza; il tratto finale dell'ascensione poi, si svolgeva praticamente su sfasciumi non particolarmente instabili .
Giunti in vista della traccia, abbandoniamo il ghiacciaio e togliamo i ramponi. Per quanto tempo li avremo usati ? Poco o tanto, un ghiacciaio è sempre un ghiacciaio e va affrontato con le dovute precauzioni.

La salita finale 

La traccia ora risale  ripidamente il detritico versante sud-ovest  fin quasi in cresta , per poi svoltare a sinistra e raggiungere con un traverso in salita la cresta ovest, sempre con percorso molto evidente.
Traverso verso sx


Man mano che saliamo il panorama si fa sempre più spettacolare, fino ad "esplodere" al raggiungimento della cresta,  raggiunta la quale, nelle condizioni da noi trovate, si presentavano due possibilità:  percorrere un nevaio abbastanza ripido fin sulla vetta oppure proseguire per una cresta rocciosa.
Noi optiamo per la cresta rocciosa
Noi optiamo per la cresta, anche perchè per ottimizzare il peso degli zaini i ramponi li avevamo lasciati a fine ghiacciaio . Si tratta di un percorso  elementare e mai obbligato (  qualche volta c'è da mettere le mani...) , che in breve ci porta in vetta.


In vetta 
E' comunque doveroso specificare che l'aggettivo  "elementare" non significa certo banale o da sottovalutare , essendo riferito ad un terreno sostanzialmente alpinistico: nonostante le tracce di passaggio  presenti, è comunque richiesta una buona pratica di montagna per scegliere al meglio  i passaggi anche in condizioni normali. Figuriamoci in condizioni più difficili con presenza di neve e\o ghiaccio o scarsa visibilità!
Ma torniamo ora al grandioso panorama! Ecco, in direzione nord-est le Levanne con ai loro piedi il  Glacier de les sources de l'Arc e  dietro  la Grivola ed il Gran Paradiso ; in fondo a destra spunta il Cervino, la "Gran Becca" e in fondo a sinistra il massiccio del Gran Combin.
Panorama verso nord-est ( Levanne, Grivola, Gran Paradiso etc ) 
Guardando ancora più a est, ecco che spunta anche il massiccio del Monte Rosa...

Ecco il Rosa...


Guardando invece in direzione nord-ovest, ecco il massiccio del Monte Bianco...
ed il Bianco
In direzione sud-ovest, ancora uno sguardo alle vicine cime della testata delle valli di Lanzo...
Da sx verso dx Croce Rossa, punta Arnas e Bessanese
Dietro la Bessanese, ecco uno sguardo alle montagne interamente francesi ( a cui non so dare  ahimè alcun nome, salvo la punta Charbonnel ) ; in primo piano, a destra del ghiacciaio della Bessanese, ecco i denti ed il passo del Collerin...
Oltre la Bessanese ( a sx)  ecco le montagne interamente su suolo francese ( in evidenza la pointe Charbonnel) ; a dx della Bessanese, Denti e Passo del Collerin
Anche la visione d'insieme del ghiacciaio di Ciamarella appena attraversato è degna di nota...
Uno sguardo verso il ghiacciaio di Ciamarella appena attraversato
Particolarmente attrattivi risultano per me poi gli stretti canali che strapiombano sul ghiacciaio dell'Albaron di Sea   - ma non vorrei sbagliarmi, sono della valle Orco  . E se sbaglio per piacere correggetemi !
I ripidi canali che strapiombano sul ghiacciaio dell'Albaron di Sea ( od almeno credo) 


Ritorno al Pian della Mussa

Sotto un sole caldo e splendente ( come avrete intuito dalle foto precedenti, le condizioni meteorologiche erano perfette) cominciamo la lunga discesa in tutta calma.  
Ritrovati e ricalzati i ramponi, in un attimo riattraversiamo il ghiacciaio di Ciamarella; nei pressi dei laghetti glaciali ad esso sottostanti , una sosta contemplativa è d'obbligo. Una sottile nube arriva a rendere più affascinante e misterioso il paesaggio...
Laghetto di origine glaciale
Una volta superate le bastionate rocciose che sostengono il complesso glaciale, ecco che comincia la lunga discesa tra gli sfasciumi in direzione del Pian Gias.
La lunga discesa verso il Pian Gias
I torrenti glaciali, complici anche le elevate temperature, mostrano portate di tutto rispetto: fortunatamente al Pian Gias un ponticello in legno facilita l'attraversamento.
Gli impetuosi torrenti glaciali...

Dal Pian Gias non facciamo ritorno al rifugio, ma scendiamo direttamente verso il piano; io posso finalmente godermi il panorama che la partenza notturna mi aveva negato...
Scendendo verso il pian della Mussa / 1

Scendendo verso il pian della Mussa\2

Vista verso il pian Ciamarella  

Arrivati infine alle auto, siamo tutti molto soddisfatti per la buona riuscita dell'impresa. Per quanto mi riguarda, io dovrò assolutamente tornare da queste parti, visto che c'è parecchio da fare e la mia personale agenda dei sogni ha subito un notevole aggiornamento!
Arrivederci ed a presto con le Storie!

Nessun commento:

Posta un commento