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sabato 23 gennaio 2021

Verso il bivacco Revelli... ( Ciaspolate alternative n° 5)

Non è una questione di asocialità!

Salendo verso le Grange Vasinetto


La prima settimana di dicembre 2020 aveva portato con sè un discreto innevamento sulle alpi ( valli Orco e Soana comprese)  e tanta era la voglia di andare a pestare la neve in qualche posto "magico" , cioè bello ma non troppo frequentato, e di andarci con le  persone "giuste" ( che a loro volta non devono essere in numero eccessivo, pena il rendere "automaticamente"  il luogo troppo frequentato e  meno magico)!
Poi, per carità, la montagna è di tutti e qualcun altro a zonzo lo si può sempre trovare, ma scegliendo bene la meta il rischio è davvero minimo e comunque ci troveremmo di fronte ad un "plus" di frequentazione di persone giuste, sempre preferibile ad un eccesso di frequentazione di gente a caso...
La nostra non è comunque una qualche forma di "asocialità", quanto piuttosto il desiderio di fraternizzare più intensamente con l'elemento montagna.
Approfittando di un weekend "giallo" decidiamo quindi di recarci in valle Soana, più precisamente nel vallone di Forzo: obiettivo bivacco Revelli!
Il percorso su Ctr



Da Forzo alle grange Vasinetto

Sul vallone di Forzo in generale ci siamo già ampiamente soffermati a margine della descrizione di un'escursione  effettuata in pieno autunno proprio al bivacco Revelli nel 2019. 
Ed in questo dicembre 2020 ? Prima di tutto i partecipanti, rigorosamente in ordine alfabetico: Arjan,  Elisabetta, Laura e Marco,  a cui dovrebbe aggiungersi Francesco (  che aveva intenzione di salire solo soletto, ma è stato scoperto e denunciato al sottoscritto dal sindaco di Forzo) . 
Il gruppo più Francesco 


Il primo tratto della mulattiera che sale alle grange Vasinetto si presenta coperto da pochi cm di neve dura, per giunta battuta fino alla cappella quota 1580 dal sindaco in persona ( un assaggio della leggendaria ospitalità "fosatina") e dunque non abbiamo bisogno di calzare le ciaspole.
Mentre saliamo con tutta calma, ecco che vediamo spuntare in basso Francesco, il quale invece sale di gran carriera: decidiamo di accoglierlo nel modo più caloroso possibile!




Il "momento  ciaspole"

La neve al suolo comincia ad essere in quantità notevole...


La prima parte dell'escursione, una volta superati i prati del fondovalle, si svolge sotto un bel bosco di larici; dai 1580 m della cappella la neve è vergine ( non a caso è dedicata alla Madonna) e nei pressi delle grange Betassa 1712 m la sua quantità   al suolo comincia ad essere notevole , tale da richiedere l'uso delle ciaspole per evitare eccessivi e faticosi sprofondamenti .
Si tratta  di una neve molto divertente per le racchette da neve, cioè bella farinosa ed asciutta! Qui evidentemente il vento dei giorni precedenti non ha avuto grossi effetti!
Ciaspolando tra i larici



Sfondi cangianti

Il monte Colombino domina lo scenario


Se nella prima parte del percorso è l'elegante sagoma del monte Colombino a fare da protagonista, arrivati nei pressi delle alpi Surinà e Combi è la maestosa Torre di Lavina a catturare l'occhio ( ed il desiderio di una "photo opportunity" - rito a cui una montagna può sottrarsi unicamente in caso di nebbia , cielo nuvoloso o... mancanza di  dispositivi d'immortalamento nell'attrezzatura dei visitatori ) . 
Avete mai provato a chiedere ad una montagna se ha voglia di essere fotografata o di farsi riprendere con voi ? Io ho tentato di  parlare alla Torre Lavina ma , parafrasando i King Crimson , la Torre Lavina non sente, la Torre Lavina non può sentire...
Photo-opportunity con la Torre Lavina


Arrivando alle grange Vasinetto invece, ecco che fa capolino sulla sx l'aguzza grande Uja di Ciardonei. La giornata , inizialmente nuvolosa, ha ora lasciato spazio ad un bel cielo blu e la neve è sempre bellissima. Dopo una breve pausa, decidiamo di proseguire: fin dove si arriva si arriva!
Alla Casa di Caccia Vittoria...


Nel vallone del rio Geri





Discesi dal dosso ove è ubicata la casa di caccia Vittoria, proseguiamo in direzione ovest lungo l'asta del rio Geri; la neve presenta ora una crosta da vento non portante, causa di fastidiosi sprofondamenti , a volte istantanei, a volte "ritardati" con tempi variabili.
E' comunque sempre molto divertente "giocare" a rimanere sul tracciato del sentiero "estivo" ( ove naturalmente non sussistano rischi di altro tipo, per esempio valanghe) , mettendo alla prova la propria memoria "geografica": spesso si scopre che quello è il percorso migliore anche in presenza di neve
Nel vallone del rio Geri\1
E così è una piccola gioia ogniqualvolta passiamo vicini a qualche segno bianco-rosso posto sufficientemente in alto da sopravanzare il manto nevoso!
Dopo aver vinto un primo pendio più ripido, ecco che raggiungiamo il pian Geri, una lunga conca caratterizzata da una morfologia più pianeggiante, dominata a sinistra dagli imponenti contrafforti della punta Gialin  e sovrastata a destra dalla dorsale mista erboso/rocciosa che la separa dallo stretto valloncello ove si trova il casotto Pngp dell'alpe Muanda.
Nel vallone del rio Geri\2
Qui Francesco ci lascia, poichè ha premura di tornare in quel di Dorno e deve ancora passare a ... salutare il sindaco!
Giunti verso il fondo del pian Geri, ecco che ci tocca abbandonarlo per rimontare la sovrastante dorsale mista di cui sopra; in questo caso il gioco del "trova il sentiero sepolto" va accantonato, poichè notevoli sono stati gli effetti del vento su quelle superfici: la neve è stata prevalentemente asportata, scoprendo le superfici erbose e rocciose e le zone di scolo delle acque, caratterizzate dalla presenza di ghiaccio vivo ; in alcuni punti tuttavia la neve è rimasta, anzi se ne è accumulata, come è naturale che sia con l'azione eolica.
E' sul terreno innevato che noi puntiamo per raggiungere la dorsale, per evitare i rischi legati al ghiaccio od al terreno nudo ghiacciato  ; a nostro sfavore giocano anche le pendenze, tutt'altro che trascurabili con il terreno di progressione in queste condizioni! Occorre dunque mettere testa, cioè andare a scuola...
Al fondo del pian Geri - dominato da punta Gialin


Corso di progressione su neve - modulo ciaspolatori avanzati - salita

Superare dei pendii con queste caratteristiche ( pendenza intorno ai 40° ) ed in queste condizioni ( accumuli di neve ventata con crosta non portante alternati a zone spoglie con ghiaccio vivo) è una bella sfida, tanto in salita quanto ( lo vedremo tra poco) in discesa.  
La prima cosa importante per riuscirci è avere delle buone ciaspole, cioè con l'alzatacco , un buon numero di  robusti denti laterali ed un buon sistema di chiusura oltre all'immancabile "ramponcino" anteriore; per maggior sicurezza è sempre meglio avere al seguito anche un paio di ramponi ( meglio) o ramponcini ( al limite) , nel caso le pendenze fossero eccessive. 


Oltre un certo grado di pendenza infatti, a parità di condizioni del terreno, l'utilizzo delle ciaspole diventa pericoloso tanto in caso di salita o discesa diretta che - soprattutto - in caso sia necessario effettuare traversi , per via della loro superficie ingombrante e della loro forma più o meno piatta, nata  per evitare di sprofondare nella neve ripartendo il peso corporeo su una maggiore superficie e non certo per affrontare percorsi verticali!
Nel nostro caso  è ancora possibile utilizzare convenientemente le ciaspole, ma ci vuole un pò di attenzione supplementare!
Sfruttando bene l'appoggio fornito dai bastoncini da trekking ( opportunamente muniti di rosetta basale) ed il ramponcino anteriore, tutti i partecipanti superano brillantemente la prova!
Roccia Azzurra e Monveso di Forzo dominano la scena


All'alpe pian delle Mule

Alpe Pian delle Mule


Proseguiamo ora comodamente lungo la dorsale fino alla vicina alpe Pian delle Mule 2285 m, dove facciamo la sosta-pranzo e decidiamo che vista l'ora è molto meglio fare ritorno, onde evitare il calar delle tenebre ( come se ormai ce ne importasse davvero qualcosa...) . Nel frattempo il cielo si  è di nuovo parzialmente coperto, senza riuscire però a scalfire - coprendolo - il dominio della Roccia Azzurra e del Monveso di Forzo, che qui tiranneggiano il paesaggio!
La dorsale è vinta! Sullo sfondo: la grande Uja di Ciardonei


Stavolta poi ci toccherà tornare per lo stesso itinerario di salita ( alla faccia del signore dei giri ad anello) , e questo per ben tre motivi: primo perchè non sappiamo in quali condizioni sia il valloncello dell'alpe Muanda ( dove potrebbe essersi accumulata parecchia neve );  secondo il crollo della passerella sul rio Geri passerella posta poco oltre le grange Vasinetto ; terzo il giro dalla Gran Fumà sarebbe davvero troppo lungo a questo punto!
Vi abbiamo incuriosito con tutte queste ipotesi di "giri"? Bene, allora andate a scuola! Studiatevi la cartina!
Si scende !!!



Corso di progressione su neve - modulo ciaspolatori avanzati - discesa

Come si scende con le ciaspole ? Prima di tutto occorre togliere l'alzatacco ; se si hanno un paio di buone ciaspole, cioè dotate di robusti denti laterali, ecco che per affrontare in discesa un pendio ripido potremo sfruttare quei denti pressappoco nella stessa maniera in cui si sfruttano i denti posteriori di un rampone, e cioè appoggiando prioritariamente sul terreno il tallone anzichè la punta del piede!
Se le vostre ciaspole non sono "buone", lasciate perdere il ripido - non mi sembra il caso di ribadire il sintetico giudizio sul ruolo ed utilizzo delle racchette da neve esplicitato poco sopra.


Le nostre ciaspole sono tutte buone e tutti superiamo con successo l'esame...


L'omaggio del sindaco ( rientro a valle) 

Riguadagnato il pian Geri, non ci resta che scendere con calma verso valle. Superata la cappella q. 1580, ecco che cominciamo  dapprima a sentire in lontananza delle voci, che man mano si fanno sempre più vicine, per  poi  scorgere delle pile frontali e due figure umane che ci vengono incontro !
Ma chi saranno mai costoro ? Vuoi vedere che... Ma si, sono proprio loro! Sono il sindaco di Forzo e la sua consorte, che sapendo della nostra presenza sul loro territorio, desideravano renderci omaggio.
Siamo gente famosa!
E così, dopo aver raggiunto le automobili e salutato Arjan ed Elisabetta ( che devono scappare) , ecco che possiamo sperimentare la leggendaria ospitalità "fosatina", proprio nell'abitazione del primo cittadino  ( che non a caso è quella più vicina alla chiesa - da sempre potere politico e potere spirituale vanno a braccetto...) ,  con un lunghissimo aperitivo, offerto senza economie dal nostro generoso anfitrione!
E allora che cosa possiamo dire ? Non vediamo l'ora di tornare nel vallone di Forzo per provare ancora una volta l'emozione delle sue splendide montagne ed il piacere della sua leggendaria ospitalità!
Arrivederci ed a presto con le Storie!