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venerdì 23 settembre 2016

Escursioni non per tutti 5 - Moncimour dal vallone dell'Eugio

Introduzione

Posto all'incrocio tra il vallone dell'Eugio, il vallone dell'Alpuggio e quello di Valsoera, il Moncimour è una montagna di bell'aspetto, da cui si gode un magnifico panorama a 360° sul gruppo del Gran Paradiso, sul Rosa, sulle cime delle valli di Lanzo e sulla pianura piemontese. Alpinisticamente parlando il Moncimour è una vetta  di nessuna importanza : si tratta infatti di una cima sostanzialmente escursionistica ( classificabile come EE) , eppure raggiungerla non è così facile, da qualunque versante si decida di salirla.
Qualcuno pensa che non essendoci difficoltà alpinistiche, non valga la pena di salirla: poco male, il panorama e la soddisfazione ce la godremo noi!
Qualcuno pensa che non essendoci difficoltà alpinistiche si tratta semplicemente di "mettere un piede dopo l'altro", un gioco da ragazzi insomma. Ed invece non è affatto così,  e questo per vari motivi:
  • è un'escursione molto lunga , sia come dislivello che come distanza ( per cui è richiesto un buon allenamento) ;
  • si procede in larga parte su terreno difficile, ripido e\o in assenza di sentiero ( cosa che raddoppia la fatica e quindi l'allenamento necessario) ;
  • su un terreno del genere bisogna sapersi muovere ( pena la quadruplicazione dei tempi e della fatica, il rischio di incidenti o comunque di finire in qualche situazione difficile). 

Ecco, direi che l'ultimo punto è decisamente il più importante: per andare al Moncimour tutta la vostra tecnica, la vostra bravura con nodi, corde e chiodi serve a niente. Bisogna sapersi muovere, bisogna arrangiarsi. E non tutti gli escursionisti o gli alpinisti abituati a procedere in sicurezza e\o su vie molto frequentate sono in grado di farlo.
Il Moncimour può essere raggiunto dal vallone di Valsoera, dal vallone dell'Alpuggio e dal vallone dell'Eugio.
Dal vallone di Valsoera , cui si perviene da San Giacomo di Piantonetto o dalla diga di Telessio per la bocchetta di Valsoera, occorre raggiungere il passo del Moncimour, salendo un ripido canalone di sfasciumi che definire infami è dire poco : lì si muove davvero di tutto, anche materiale di grosse dimensioni e, dulcis in fundo, all'inizio del  canalone potrebbero presentarsi, specialmente ad inizio e fine stagione, dei simpatici nevai con neve dura per cui sarebbe consigliabile portarsi dei ramponi.
Dal vallone dell'Alpuggio occorre raggiungere la bocchetta superiore dell'Alpuggio ( per raggiungerla potrebbero essere necessari i ramponi in caso di neve)  e quindi percorrere la facile cresta sud fatta di massi accatastati fino alla vetta.
Il raggiungimento dal vallone dell'Eugio è invece il tema di questo articolo!

Parte prima - l'avvicinamento


Scendendo dal monte Arzola:  in primo piano  il lago d'Eugio in ombra, in secondo piano, sempre in ombra ,la piccola conca dell'alpe Savolere e, leggermente più in alto, la conca del lago Nero d'Eugio. In alto a destra l'inconfondibile sagoma del Moncimour.
Da Locana , dal vallone di Piantonetto ( da località Valsoani nel vallone di Piantonetto lungo il Gta che passa per il casotto Pngp dell'alpe Colla) o da Posio  raggiungere il lago d'Eugio ( siccome sono già presenti ottime descrizioni su Gulliver, non intendo dilungarmi oltre su questo tratto).  E' da qui che comincia il "divertimento", cioè si comincia a procedere dapprima su una traccia di sentiero ormai quasi invisibile e poi in assenza di sentiero, per cui credo sia il caso di fornire ai lettori una più approfondita descrizione del percorso, che unita all'esperienza ed ad un buon "fiuto" dovrebbe consentirvi di non perdere la traccia o quantomeno ( più realisticamente) di ritrovarla in caso di smarrimento. Credete che stia esagerando? Provare per credere...
Attraversato lo sbarramento, subito a monte della diga reperire un'esile traccia di sentiero ( ometti) che, costeggiando più o meno il lago dall'alto, conduce con alcuni saliscendi fino a raggiungere un ripiano caratterizzato dalla presenza di una grossa pozza d'acqua.
Poco oltre il suddetto ripiano, la traccia va ad attraversare il rio Eugio, portandosi sulla sponda destra idrografica ( ometti ); in questo punto occorre fare attenzione perchè l'inizio della traccia sull'altra sponda è attualmente quasi coperto dalla vegetazione ripariale: non lasciatevi ingannare.
Il caratteristico masso spaccato dell'alpe Savolere con alcune "villeggianti"
La traccia di sentiero, in piano ed in leggera salita, conduce in breve all'alpe Savolere, alpeggio che merita una pausa ed una visita approfondita per via dei suoi rustici,  ricavati sfruttando la presenza in loco di piccole balme, del suo bel laghetto ( che potrebbe presentarsi quasi secco in stagione avanzata) e del caratteristico masso spaccato che si trova al termine del pianoro.
Lasciato a destra il gigantesco masso, la traccia comincia a salire ora in maniera più decisa tra i rododendri ( ometti) , sempre sulla sponda dx idrografica del rio Eugio, fin quasi a raggiungere una grossa balma posta vicino ad una piccola parete rocciosa, quindi piega decisamente verso destra  a raggiungere alcune balme poste appena sotto la lunga conca occupata dal lago Nero d'Eugio.
La traccia, sempre appena visibile, costeggia ora  il lungo lago fin quasi al suo termine, quindi risale ripida a superare verso destra  le grandi pareti che ne sovrastano il fondo, giungendo nei pressi dell'alpe Leyner, leggermente spostata sulla destra ( ometti, resti di terrazzamenti a sostegno del sentiero) . Nei pressi dei ruderi dell'alpe Leyner è presente una buona fontana d'acqua, acqua che comunque è non potabile e quindi assolutamente sconsigliata per chi non ha mai bevuto altro che acqua del rubinetto od acqua in bottiglia.
Il lungo lago Nero d'Eugio
Senza raggiungere l'alpe del lago Nero, la traccia continua a salire ripida, ora per erba; giunta fin nei pressi di una grossa pietraia svolta decisamente verso destra e, sempre in salita, va ad attraversare un piccolo corso d'acqua , superato il quale giunge in breve ai ruderi dell'alpe dei Fons ( ometti), posta su un'aerea spalla ai piedi della conca contenente il lago Boccutto. Salendo di pochi metri lungo il corso d'acqua si trova una minuscola balma, entro la quale si trova un'ottima fontana ( per la quale vale lo stesso discorso fatto per quella dell'alpe Leyner ).
Arrivati a questo punto ci sono due possibilità: o proseguire  lungo la traccia di sentiero o raggiungere il lago Boccuto.

Variante n°1 - per il lago Boccutto

Il lago Boccutto visto salendo ai laghi Bort
Dalla costruzione dell'alpe dei Fons posta in prossimità della traccia di sentiero , scendere nel ripiano a destra, ove si trovano gli altri rustici che compongono l'alpeggio, e percorrerlo orizzontalmente fino a reperire un grosso ometto posto ai piedi di un canalino semierboso: risalirlo completamente per tracce di sentiero ( a tratti sono presenti i resti di una scalinata in pietra) , quindi svoltare a destra fino ad arrivare in vista di una piccola depressione posta al termine di un breve pendio , risalendo il quale si giunge in vista del lago.
Uno dei laghi Bort
Senza raggiungere le sponde del lago, proseguire in direzione nord-ovest a raggiungere le evidenti placconate rocciose sulle quali ora si svolgerà il percorso, in un ambiente di rara bellezza. Seguendo gli ometti e sempre in direzione nord-ovest si raggiungono i bei laghi Bort, posti quasi uno in fila all'altro. Costeggiare il primo di questi laghi ( cioè quello più ad ovest)  e salire , sempre per placconate, sull'altra sponda ( ometti). Prendere ora come riferimento l'evidente e lunga parete rossastra posta nella parte media e bassa del Moncimour e dirigersi ai suoi piedi ( da questo punto in poi finiscono gli ometti) , destreggiandosi alla meglio tra placconate di roccia e pietraie.

Variante n°2 - per l'alpe dei Fons

L'alpe dei Fons, vista andando verso il lago Boccutto
Nei pressi dei ruderi dell'alpe dei Fons, riattraversare nuovamente il piccolo corso d'acqua per raggiungere gli evidenti resti di una scalinata. Seguire quindi la traccia di sentiero che sale in direzione della punta Virginea inferiore  ( ometti assenti) posta proprio sopra l'alpe dei Fons, quindi abbandonarla per cominciare a salire verso destra per pietraie e placconate di roccia in direzione dell'evidente parete rossastra posta alla base del Moncimour. Questa seconda variante è più veloce ma trascura il bel lago Boccutto ed i laghi Bort.



Parte seconda - salita e discesa del Moncimour

Il Moncimour visto salendo dall'alpe dei Fons: ben visibile la parete rossastra; a sinistra il caratteristico spuntone roccioso triangolare della bocchetta superiore dell'Alpuggio.
La guida del Cai-Tci suggerisce di raggiungere il Moncimour dal vallone dell'Eugio salendo alla bocchetta superiore dell'Alpuggio od alla punta Virginea per poi percorrere la cresta sud; noi vi proporremo una variante più facile per raggiungere la suddetta cresta.
Giunti quasi ai piedi della parete rossastra, risalire interamente il pendio erboso che la costeggia, quindi proseguire per erba e pietre fino a raggiungere la facile cresta sud, percorrendo la quale si raggiunge in breve la vetta per blocchi e massi accatastati . In cima al Moncimour è presente una targa in ricordo di don Piero Solero, grande alpinista ed autore di numerose prime salite 
Dalla vetta abbassarsi di qualche metro in direzione Eugio , fin quasi sul bordo di un piccolo salto di roccia, spostarsi a sinistra fino ad arrivare in vista della cresta nord-est proveniente dal passo del Moncimour e cominciare a scendere direttamente verso il fondovalle lungo un ripido pendio di pietrame posto oltre il piccolo salto di roccia di cui sopra. 
Arrivati al fondo del pendio di pietrame si può raggiungere in circa 15-20 minuti il lago Gelato, il più grande lago naturale del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Dalla cima del Moncimour si gode di un ottimo panorama a 360° ( sullo sfondo il gruppo del Gran Paradiso)

Parte terza - il ritorno

In 20 minuti si può raggiungere il grande Lago Gelato. In fondo a destra la punta Gialin
Per il ritorno occorre percorrere fedelmente l'itinerario di salita a ritroso ( più veloce la variante n°2) e poi armarsi di pazienza: se arrivate da Locana vi aspetta una lunga discesa su un sentiero non sempre pulitissimo; se arrivate da Valsoani vi toccherà risalire fino al casotto Pngp della Colla, se arrivate da Posio risalire fino al monte Arzola.

Conclusione

L'imbrunire al lago Boccutto
Siccome l'escursione è molto lunga, potrebbe essere conveniente spezzarla in due giorni. Se salite da Locana, data l'assenza di rifugi e\o bivacchi nel vallone dell'Eugio ed il divieto di piazzare tende all'interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso ( oltre alla gran fatica che costa il loro trasporto in assenza di sentiero) , l'unica possibilità è quella di scegliere le giornate più calde dell'anno, portarsi il sacco a pelo e dormire "a la bela steila"; lo stesso discorso vale per chi sale da Posio, poichè pernottare al rifugio Blessent per risparmiare appena 1 - 1,30 h di salita su ottimo sentiero non ne vale la pena. Se invece salite  dal vallone  Valsoera c'è la possibilità di pernottare convenientemente al rifugio Pocchiola Meneghello e poi salire il secondo giorno dal passo del Moncimour o con un giro più lungo ( ma più sicuro) percorrendo l'Avc fino al passo Destrera  e quindi abbandonandola per raggiungere la bocchetta superiore dell'Alpuggio e di qui la cresta sud. 
Bene, anche per oggi è tutto: non vi resta che scegliere il periodo giusto, guardare le previsioni, preparare lo zaino ed armarvi di santa pazienza per arrivare, un passo dopo l'altro, fino al Moncimour. Dal vallone dell'Eugio. Arrivederci ed a presto con le storie.