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martedì 21 giugno 2016

Escursioni estive 2016


Ecco a voi il calendario estivo 2016 di Orco Trekking, escursioni per intenditori. L'obiettivo è trasmettere il rispetto per la montagna, intesa come luogo di ricerca del proprio "ben essere", da frequentare per il semplice gusto di andarci. Il versante piemontese del Parco Nazionale del Gran Paradiso, selvaggio ed incontaminato, è il luogo ideale per riscoprire questo approccio "slow". Le valli Orco e Soana sono poco conosciute, ma quando le scopri non riesci più a farne  a meno: lasciati guidare da chi ci è cresciuto.   
Per ogni escursione  sarà prevista una tappa intermedia;  orari, descrizioni e dettagli  verranno pubblicati  sul   sito  e condivisi sulle pagine social.
Costi: 10 euro a persona comprensivo di assicurazione RC ed infortuni. , 15 euro con la t-shirt tecnica Orco Trekking.
Per info e prenotazioni: 3665054930 , vardamarco@gmail.com .

                                                                             CHI SONO

Marco Varda, classe 1982, dottore in Scienze Forestali ed Ambientali, sono  Guida Escursionistica Ambientale della Regione Piemonte  dal 2010. La prima volta che sono andato nel bosco  ero per mano a mio nonno, e da allora non ho più smesso di andar per monti. Nel frattempo sono diventato un appassionato di flora, fauna e di storia alpina , ma non è cambiato lo spirito con il quale vado in montagna, sempre guidato da una mano invisibile che mi spinge a ricercare là la mia felicità.
Vieni a scoprire le mie montagne, nel Parco Nazionale del Gran Paradiso.

martedì 7 giugno 2016

Escursioni d'altri tempi - Monte Croass dalle Vernè - Valfredda integrale ( anello)

Una mattina mi son svegliato e la strada per le frazioni Chironio, Balmella e Piandemma , situate  nel vallone del rio Vallungo o Valfredda, non c'era più e così, dovendo recarmi per motivi della massima importanza al Monte Croass, mi è toccato partire "da basso", cioè dalle Vernè. E' stata un'avventura formidabile, attraverso giungle impenetrabili, popolate da cobra e pitoni, ruscelli abitati dai piranha, uomo delle nevi, valanghe, frane. Comunque, grazie ai consigli di un mio cugino delle Mesonette, sono andato e tornato in un paio d'orette scarse, riportando a casa come souvenir una pelle di tigre e lo scalpo di un aborigeno.
Il ponte romanico di Chironio
No, aspettate: forse non è andata proprio così. Meglio ricominciare da capo il racconto. 
L'altra mattina ho deciso di andare al Monte Croass perchè mancava alla mia collezione e, desiderando percorrere da cima a fondo la Valfredda a piedi, ho deciso di partire dalle Vernè. Nei pressi della nuova centrale idroelettrica parte infatti il sentiero dei ponti romanici che, ben pulito e segnalato, sale fino alla borgata Chironio, percorrendo un bellissimo ed ombroso bosco di castagni.  
Fuori dal bosco
Giunto al ponte romanico di Chironio, anzichè fare dietrofront e riprendere la  salita per Balmella, ho deciso di attraversarlo e di risalire sulla dx idrografica del rio Vallungo fino alla borgata Seral, tanto per vedere come ci si arrivava. Dal punto di vista meteorologico è una giornata davvero stupenda e quando finalmente esco dalla boscaglia , giungendo in vista dei prati del Seral , si schiude di fronte ai miei occhi una visione  bellissima: il verde intenso dei prati  e dei versanti boscosi, contro cui si staglia l'azzurro del cielo,  nel quale le nuvole in transito disegnano trame variegate. 
Ed ecco il Seral
Per arrivare in vista dell case è necessario risalire ancora qualche metro lungo i prati , quasi come a significare che da queste parti nulla è regalato. Infine, ecco il Seral, ottimo e ben conservato esempio di borgata alpina, con le abitazioni tutte addossate le une sulle altre per togliere meno superficie possibile ai preziosi pascoli, indispensabile e principale fonte di sostentamento per i montanari di un tempo. Dal Seral si scende ad attraversare il rio Vallungo su un guado o su una passerella per andare a ricongiungersi con la mulattiera che  risale la Valfredda sul versante sx idrografico del rio Vallungo, toccando in sequenza il Medan, il Pian del Pari e le Casette.

Alpeggio quota 1560 m
Superata l'alpe Casette si continua a risalire su sentiero l'asta valliva principale, trascurando la deviazione di sinistra diretta al colle Croce d'Intror. Dopo un breve tratto in salita , nuovamente sotto copertura boschiva ,  si arriva in vista dell'alpeggio quota 1560 m (rif. cartina 1:25000 l'Escursionista e Monti  n°15), raggiunto il quale finisce il sentiero ed il percorso continua per tracce su ciò che resta dell'antico sistema di collegamenti,  un tempo oggetto di periodica manutenzione ed oggi  ancora più o meno percorribile solo grazie alla frequentazione da parte dei cacciatori ( diamo a Cesare quel che è di Cesare).  Bisogna quindi fare attenzione perchè ci vuole davvero un attimo a perdere l'esile traccia ed a finire a lottare in mezzo ad arbusteti di tumel ( sorbo degli uccellatori) e drose o siepi di lamponi e gratacui ( qualche graffietto a fine giornata me lo sono ritrovato). 
L'alpeggio quota 1560 è anche un ottimo punto di osservazione sul territorio circostante, ragion per cui è consigliabile soffermarvisi per potersi orientare meglio nel prosieguo dell'escursione. 
Gentiana kochiana
Guardando verso la testata del vallone vediamo: alla nostra sinistra  il rio Vallungo, oltre il quale si vedono chiaramente l'alpe Ussel, l'alpe Tola ed il percorso per il colle Croce d'Intror; sopra di noi la dorsale semiboscosa che arriva dall'alpe Muanda e che discende dai contrafforti del Monte Vaccarezza; alla nostra destra si apre un valloncello , incastonato tra le pendici del monte Cialmera e del Monte Croass. Nel frattempo il tempo è cambiato: la parte alta del vallone è coperta da nubi basse, ma non è un problema perchè la visibilità rimane completa e le temperature sono davvero piacevoli. 
Arrivati a questo punto il sentiero si biforca: possiamo continuare a salire direttamente in direzione dell'alpe Muanda per tracce di passaggio lungo la dorsale semiboscosa, oppure ( scelta consigliata) possiamo seguire la traccia che conduce ad attraversare il piccolo rio posto alla nostra destra ed a raggiungere l'alpeggio quota 1646, ben visibile e posto appena al di sotto ed a destra di una grande pietraia.
Primula pedemontana
Imponenti lavori di spietramento
Una volta raggiunto l'alpeggio quota 1646 ci si rende subito conto che la pietraia  doveva un tempo occupare tutta o quasi la superficie del pascolo, visti gli imponenti lavori di spietramento di cui restano  evidenti segni negli grandi accumuli di pietre che punteggiano la zona adiacente ai ruderi.  
Alpe Cialmere
Ora occorre riattraversare nuovamente il piccolo rio per continuare lungo la dorsale 1560-Muanda, fino a toccare prima i ruderi di un alpeggio a quota 1715 ed infine  i resti di un sentiero che collegava l'alpe Muanda all'alpe Cialmere nei pressi di una conca posta a metà tra le due località succitate. Il percorso non è dei più agevoli, ma mi regala stupende fioriture: primule, genziane, viole, sassifraghe, soldanelle, calte, pulsatille, crocus e chi più ne ha più ne metta: l'inverso di Locana offre sempre splendidi colori in primavera.
Essendo la  meta di giornata il Monte Croass, mi dirigo  verso  destra in direzione dell'Alpe Cialmere, i cui resti sono visibili appena più in alto; al termine della conca la traccia risale a zig zag in un  ripido canalino  inciso nelle pendici del monte Cialmere, fino alle costruzioni. 
La "stalla nella roccia"
L'alpe Cialmere è situata in una posizione a dir poco sfortunata, lungo i ripidi pendii di erba olina posti sotto la cima del Monte Croass ;  il cielo, nuvoloso in questo momento, accentua la sensazione di difficoltà  e disagio che viene al pensiero che perfino in un posto del genere, durante la stagione estiva, un margaro vi si recasse con la propria famiglia ed i propri capi di bestiame per produrre toma e burro, per guadagnare la sopravvivenza. Doveva essere una vita davvero grama;  anche le costruzioni ( l'abitazione, il crottino e la stalla) sembrano letteralmente aggrappate al pendio, e riportano alla mente il concetto dell'ostrica di Giovanni Verga, che si aggrappa agli scogli per non venir portata via dalla fiumana del progresso. In questo caso la fiumana del progresso è stata inesorabile; solo la stalla pare aver in parte resistito, essendo ricavata nel cuore stesso dello "scoglio", una "stalla nella roccia", probabilmente destinata al ricovero di  capre e\o  pecore.
In basso a sinistra l'Alpe Pertus "gemella" delle Cialmere
Dall'alpe Cialmere si compie l'ultimo tratto di  salita  spostandosi leggermente a  destra  su una comoda dorsale erbosa,  che in breve ci conduce sulla cresta spartiacque Orco-Lanzo in prossimità della vetta, posta immediatamente alla nostra sinistra.
In basso a destra l'alpeggio quota 1832
Andata a buon fine la salita, è ora di pensare al ritorno:  a breve distanza dal Monte Croass vi è il colle di Pian Pertus, dal quale è possibile raggiungere abbastanza agevolmente il vallone di Leitosa e scendere quindi su Piandemma. Occorre dunque tornare sui nostri passi e percorrere la cresta in direzione del suddetto valico ( presenti tacche rosse un pò sbiadite qua e là); in alternativa è possibile abbassarsi leggermente a prendere il tracciato del Sentiero 3 Rifugi e quindi effettuare la risalita al colle. Seguire la cresta, intercettando e superando la dorsale spartiacque Vallungo\Leitosa; osservata e lasciata in basso a sinistra l'alpe Pertus ( che per la posizione ardita possiamo considerare "gemella" dell'Alpe Cialmere ) , si arriva  in vista dell'alpeggio quota 1832 ,  ben visibile in basso a destra, e delle alpi Leitosa e Pian Marmotte; ancora qualche saliscendi ed infine si giunge alla depressione erbosa del colle Pian Pertus , dal quale un'esile traccia conduce alle baite ( per non sbagliare, cercate di scendere mantenendovi quanto più possibile nel "pulito").  Dai ruderi si prosegue per tracce di sentiero e di passaggio di bovini fino ad
Stalla quota 1832
arrivare alle alpi Leitosa 1744 m; scendendo lungo il pendio erboso e tenendosi verso sinistra, più o meno in corrispondenza di una piccola dorsale, si raggiungono  i ruderi di altre due baite, quindi il sentiero entra in un  bosco di larici, sbucandone fuori nei pressi dell'alpe Gaschi  ( tacche rosse). Dall'alpe Gaschi il sentiero prosegue, sempre in discesa, fino a superare il rio Crot su di una passerella in legno arrivando all'alpe Carel e da qui attraverso altri due alpeggi, fino a raggiungere la frazione Piandemma

IL PARTIGIANO PERUCCA ANTONIO

La lapide del partigiano Perucca
Lungo il sentiero che scende dall'alpe Carel, appena prima dell'alpeggio successivo,   troviamo la lapide del partigiano Perucca Antonio, appartenente all'80a  Brigata Garibaldi e  qui caduto durante un rastrellamento avvenuto nella zona di Locana nel gennaio 1945. I colpi che uccisero il partigiano sarebbero partiti dal campanile di Piandemma, motivo per il quale nel 1986 su di esso l'Anpi di Lanzo ha posto  una lapide in ricordo dell'80a Brigata Garibaldi.

E PER FINIRE...

Da Piandemma occorre scendere lungo la strada asfaltata fino a raggiungere la frazione Balmella, dalla quale si diparte il sentiero che  raggiunge Chironio, raccordandosi al sentiero dei ponti romanici che ora percorriamo in discesa fino al luogo di partenza. In alternativa è possibile raggiungere Chironio lungo la strada asfaltata per poi riprendere il  sentiero dei ponti romanici. 
E questo è tutto gente! A presto con le Storie!
Ps: Naturalmente questo anello si può tranquillamente accorciare ( sono circa 20 km per 1600 m dislivello) partendo da Balmella. Allego in fondo al post una sintetica cartina della parte più elevata dell'anello. Si declina ogni responsabilità dall'utilizzo di tale cartina di carattere puramente indicativo.