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lunedì 21 agosto 2017

Alle sorgenti dell'Orco

La valle Orco


Solcata dal torrente omonimo, lungo circa 90 km e che si butta nel Po a Chivasso, la valle Orco ha un gradiente altitudinale che va dai 4032 m del Roc del Gran Paradiso fino ai 183 m circa della sua foce.
Assieme alla valle Soana, omonima del suo principale affluente, essa rappresenta il versante piemontese del Parco Nazionale del Gran Paradiso ( benchè  la maggior parte del mondo a quanto pare ignori, ahimè,  che il Parco abbia un versante piemontese ).
Alta valle Orco: i laghi Agnel e Serrù visti dal sentiero Chabod ( foto d'archivio) 
L'origine del nome "Orco" deriverebbe dal nome dialettale "l'eva d'Or", in riferimento alle pagliuzze d'oro che si trovano nel suo alveo; altre interpretazioni lo fanno invece risalire al carattere impetuoso ed alle frequenti piene cui era soggetto, specialmente nelle epoche passate, quando ancora non erano state realizzate le numerose dighe ( Ceresole, Serrù, Agnel, Piantonetto, Valsoera, Eugio) presenti all'interno del suo bacino idrografico. 
Quel che è certo è che a Locana, ad esempio, l'Orco viene chiamato  "l'arvera" , richiamante il francese "rivière", cioè "il fiume", mentre molti dei  suoi affluenti vengono chiamati "arian", torrenti: arian d'eougio ( Eugio) , d'Praghetta , d'Vasuera ( Valsoera) ...

Ma dove nasce l'Orco ?  

Alta valle Orco - uno dei laghi delle Losere con fioritura di Ranunculus peltatus subsp. peltatus ( foto d'archivio) 
Fin da ragazzino ricordo la presenza di un intenso dibattito popolare ( non certo tra i geografi) su dove nascesse l'Orco: la sua sorgente era dalle parti della Galisia , verso il confine francese, o nella zona del lago Rosset , verso la Valle d'Aosta ? Alcuni sostenevano che l'Orco nascesse dal lago Rosset, e che il torrente Galeso, proveniente dalla Galisia , fosse un suo affluente ( o viceversa) ; altri sostenevano che l'Orco si potesse denominare tale solo dalla zona del Serrù in poi, cioè laddove si congiungevano il rio Rosset ed il Galeso. La vecchia carta Igm 1:25.000 sposa ad esempio l'ultima ipotesi; altre cartine preferiscono glissare su questi toponimi incerti...

Ma il lago Rosset è in Piemonte od in Valle d'Aosta ? 

Le Levanne, (foto d'archivio)
Ecco un altro interrogativo che ha suscitato negli anni un ampio dibattito popolare: mentre tutti erano a conoscenza del fatto che  il col del Nivolet rappresentasse il confine tra Valle Orco e Valsavarenche , Piemonte e Valle d'Aosta ,  non tutti lo erano sull'esatta collocazione geografica ed amministrativa  del lago Rosset. Si sentiva dire, per esempio : "il rio Rosset nasce in Valle d'Aosta ma poi dà origine all'Orco", "le sorgenti dell'Orco sono in Val d'Aosta".
La ragione di tutto questo è da ricercare, a nostro avviso , nella discrepanza tra il confine fisico ben individuabile e marcato del col del Nivolet e quello meno pronunciato delle sue pertinenze ovest...


L'alta Valle Orco

Per parte alta della valle qui intendiamo quella posta oltre la frazione Chiapili di Sopra di Ceresole Reale ( TO) , senza ombra di dubbio la più maestosa ed imponente , ma anche la più trascurata da turisti ed escursionisti: mentre i valloni laterali vengono regolarmente e più o meno intensamente frequentati, la valle principale, complice la presenza dell'infrastruttura stradale, che consente di raggiungere velocemente in auto od in navetta il col del Nivolet,  viene viceversa regolarmente ignorata, nonostante la presenza di magnifici percorsi come il sentiero Chabod...
E' invece magnifico passeggiare su quei sentieri, godendosi lo spettacolo delle Levanne e delle altre cime della cresta spartiacque con la Francia, della Basei...
Per "riappropriarci" ancora una volta di questi spazi e per dare una risposta a tutti gli interrogativi del precedente capoverso, al di là delle certezze geografiche ed amministrative che chiunque potrebbe essere in grado di reperire e consultare autonomamente, abbiamo deciso di fare un'escursione in zona.
Cartina IGM 1:25.000 fonte: Portale Cartografico Nazionale

La Rocca Bianca ed il vallone nascosto

Lasciata l'auto nel parcheggio del Serrù, saliamo nei pianori del vallone delle Gavite, piccolo vallone laterale posto alle pendici delle punte Basei e Bousson.
I pianori delle Gavite
"Nascosto" è davvero un aggettivo perfetto per definire questa remota zona dell'alta valle Orco, poco visibile a chi percorre la valle principale, sia in auto che in macchina,  perchè racchiusa ai lati dalle dorsali  sud-est discendenti dalle punte Bousson e Basei e, verso il fondovalle, dalla bastionata rocciosa che la separa dalla zona del Serrù  ( si tratta infatti di una tipica valle sospesa di origine glaciale). 
Risalito dunque il "salto" di origine glaciale lungo i resti di una mulattiera, percorriamo ora i pianori in direzione nord-est, in direzione della Rocca Bianca, all'interno di un vero e proprio museo geologico a cielo aperto.

Percorriamo ora i pianori in direzione nord-est...
... in direzione della Rocca Bianca.
Dalla sommità della Rocca Bianca, 2703 m, si gode di una splendida vista a 360°: sul lago Serrù, sulle Levanne e la cresta spartiacque al confine con la Francia; sulla Basei, con le scoscese pareti del versante piemontese che incombono sulle nostre teste; sul lago Agnel e sul versante sinistro idrografico della valle Orco e... sulla testata della valle Orco !

Splendida vista sul lago Serrù e sullo spartiacque Italia-Francia: da sx a dx le Levanne, punta dell'Uja, punta del Carro, Grande Aiguille Rousse, cima d'Oin, cima della Vacca.
Vista sul Lago Agnel. In fondo da sx si vedono: Rocce del Nivolet, becca di Montadaynè, Piccolo Paradiso e Gran Paradiso, Punta Violetta, Ciarforon, Becca di Monciair , Punta Fourà, Mare Percia, Costa di Mentò, Cuccagna, Courmaon.

La testata della valle Orco 

La testata della valle Orco: ben visibile a dx il col del Nivolet ed a sx punta Bes ( davanti)  e punta Leynir ( dietro), subito davanti al Taou Blanc. In primo piano i pianori posti tra il colle Agnel ed i piani del Rosset. Sullo sfondo la Grivola.
Come si può vedere bene nella foto, mentre il confine tra Piemonte e Valle d'Aosta ( valle Orco e Valsavarenche ) risulta ben definito  fin nei pressi del Col del Nivolet, a sinistra del colle si fa più incerto. Proviamo a schematizzarlo su ortofotocarta 2012:
Rappresentazione schematica della testata della valle Orco su ortofotocarta 2012 ( Elaborazione M. Varda su ortofotocarta 2012, fonte: Portale Cartografico Nazionale )
A quanto pare tale conformazione della testata della valle Orco sarebbe dovuta ad un fenomeno di erosione regressiva, ossia un processo di erosione fluviale  in virtù del quale un corso d'acqua, in particolari condizioni geomorfologiche, comincia ad erodere anche in direzione della sorgente: se tale erosione prosegue per un tempo sufficientemente lungo , può accadere che il corso d'acqua oltrepassi uno spartiacque nelle sue vicinanze, "catturando" le acque del bacino idrografico che in precedenza alimentavano un altro corso d'acqua. Condizioni di questo tipo si possono verificare, per esempio, in presenza di superfici rocciose più difficilmente erodibili dall'acqua , come ad esempio in corrispondenza  di una bastionata rocciosa, di una cascata. Questo è, in parole semplici,  quello che dovrebbe essere accaduto con il torrente Orco, che avrebbe rimontato lo spartiacque in zona Nivolet, estendendo così il suo bacino fino alle punte Rosset e Leynir.
I pianori  posti approssimativamente tra il colle Agnel ed il lago Rosset sono davvero bellissimi e noi dalla Rocca Bianca in breve scendiamo a percorrerli. Lungo l'Orco ( od è il Rio Rosset ? ),  ed in generale nelle zone umide, imponenti sono le fioriture di Saxifraga aizoides.
I bellissimi pianori ...
Imponenti fioriture di Saxifraga aizoides nelle zone umide e lungo il corso d'acqua

Anche un gregge di pecore ha scelto questo terreno per il pascolo odierno, mentre altri esseri umani non se ne vedono, fatto salvo un pastore che ad un certo punto fa capolino sulla sommità destra della conca ( cioè quella in direzione della strada asfaltata) .
Gregge di pecore

Verso il col  Rosset

Terminati i pianori, risaliamo ora verso la conca del lago Leytaz, decisi a raggiungere il Col Rosset, con splendida vista sulla Basei, che comincia a mostrare il suo ghiacciaio. 
La Basei comincia a mostrare il suo ghiacciaio
Costeggiato dunque il lago Leytaz e lasciato alla nostra destra il lago Rosset, il cui isolotto risulta oggi essere occupato da una numerosa comitiva, imbocchiamo il sentiero per il colle.
Isolotto del Rosset affollato...
Tutto intorno a noi è una festa di colori e... di stelle!
Aster alpinus
Leontopodium alpinum
Arrivati nella conca dei laghi Chanavey , la festa continua !
Cerastium uniflorum
Campanula cenisia
Senecio incanus
Giunti in prossimità del colle, guardando in direzione della punta Bes , ecco che vediamo la zona da cui molto probabilmente nasce l'Orco,  dove dovrebbe trovarsi la sua sorgente.
L'Orco nasce in questa zona...
Panoramica
La salita al colle è anche l'occasione per fare una bella panoramica dei laghi Rosset e Leytaz, nonchè per osservare dall'altra parte la confinante val di Rhemes.
Panorama verso val di Rhemes
Un salto al lago Rosset
Scendendo dal  Rifugio Chivasso...
Scendendo, facciamo un salto al lago Rosset, per poi raggiungere il rifugio Chivasso ed avviarci verso il Serrù, dapprima lungo la mulattiera reale per il col del Nivolet, poi nell'ultimo tratto lungo la strada, per evitare di dover fare un'ulteriore risalita dall'alpe Renarda.
Parte lungo la mulattiera reale per il col del Nivolet...

Conclusione

E questo è quanto: se ci sono degli errori, scriveteci,  li correggeremo; però non dimenticatevi di andare a cercare le sorgenti dell'Orco , mi raccomando! E magari, anche di andare una volta a piedi ( non in navetta ) al Nivolet! Arrivederci ed a presto con le Storie.

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