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mercoledì 9 agosto 2017

La dittatura del Ciarforon ( fotoescursioni n°2 )

Premessa

Estate 2017 : finalmente il Pngp riesce a dare in gestione i locali della casa reale di caccia del Gran Piano di Noasca , che verrà utilizzato come rifugio escursionistico non gestito. Naturalmente chi scrive , appena saputo della notizia,  non poteva resistere all'idea di organizzare subito qualcosa e così, presi i contatti con il gestore Danilo Chabod ( titolare del camping Casa Bianca di Ceresole Reale ) e con l'amico Francesco Sisti, fotografo dell'agenzia Clickalps, ecco che nasce l'idea di una due giorni dedicata alla fotografia naturalistica ed alla scoperta dell'alto vallone di Ciamosseretto, una meta che mi sarebbe sempre piaciuto proporre nel calendario estivo ma che è piuttosto lunga da raggiungere in una sola  giornata: "Due giorni da Re" !
Ps: le foto che seguono sono mie ( quelle di Francesco sono molto più belle).

Gruppo del Gran Paradiso - versante Rottenmeier  ( foto d'archivio ) 
Il vallone di Ciamosseretto

Insieme a quelli di Noaschetta e del Roc, il vallone di Ciamosseretto  può essere considerato uno dei valloni  del  Gran Paradiso, versante piemontese. Tutti e tre i valloni fanno parte del territorio amministrativo del comune  di Noasca ( TO)  e sono posti sulla sx idrografica della valle Orco .
Se il vallone di Noaschetta è il vallone del Gran Paradiso e quello del Roc è il vallone dei Denti del Broglio e della Becca di Monciair , il vallone di Ciamosseretto è sicuramente il vallone del Ciarforon , con i suoi 3642 metri di altezza.
Gran Paradiso - versante Heidi ( foto d'archivio) 
Se dal lato Valsavarenche il gruppo del Gran Paradiso mostra il suo volto più famoso , corrispondente all'immaginario comune della montagna di bianco vestita , con Heidi e le caprette che ti fanno ciao , dal lato piemontese esso mostra il suo lato più selvaggio ed imponente , con l'abito bianco più succinto,  le caprette che ti guardano male ( chiedendosi perchè diavolo tu sia venuto a rompergli le scatole ) e la signorina Rottenmeier  sempre pronta  rimproverarti con i suoi modi burberi ed i suoi discutibili metodi d'insegnamento.
Ma non tutto il male viene per nuocere: se infatti dal versante Valsavarenche troverete rifugi ed itinerari affollati da centinaia di escursionisti , nei valloni del Gran Paradiso sarà già un evento trovare qualcuno oltre a voi che non sia un guardaparco, potrete ammirare la montagna vera, pura, con le sue voci ed i suoi silenzi inalterati. Un'emozione che non potrete mai provare nelle valli più turistiche ed antropizzate...
Vallone di Ciamosseretto - cartina Igm 1:25000 ( fonte: portale cartografico nazionale) 

Il Gran Piano 

Alla casa di caccia del Gran Piano, posta in una verdeggiante conca sulla quale fa capolino il Ciarforon e meta della nostra prima giornata, ci si può arrivare, da Noasca, o  percorrendo integralmente la mulattiera reale di caccia che passa per la borgata Sassa, oppure salendo dalla frazione Varda. In entrambi i casi  si può lasciare l'auto alla frazione Balmarossa superiore.
Noi naturalmente scegliamo di salire dalla Varda, visto che il toponimo corrisponde al mio cognome!
Andiamo a comprare la toma...
Scherzi a parte , si tratta di un percorso più veloce  (che si svolge comunque su  ottimo sentiero) , e poi abbiamo in programma di passare all'alpe Gran Prà per acquistare della toma d'alpeggio , visto che il menù della sera prevede polenta concia con... formaggio.
Partiamo quindi nel pomeriggio, con molta calma e numerose pause per osservare fauna, flora ed i numerosi punti d'interesse che si incontrano lungo il percorso, costellato di numerosi alpeggi; giunti nei pressi del Gran Prà, è il cane Balotelli  il primo a segnalare la nostra presenza ai margari . Dopo aver scambiato quattro chiacchiere con gli allevatori ed aver acquistato un bel pezzo di toma, decidiamo di ripartire, poiché sembra imminente l'arrivo di qualche temporale e così in breve arriviamo al rifugio Gran Piano.
In alto, verso la punta di Ciamosseretto, vediamo che ci sono delle bovine al pascolo , che poi a sera scenderanno nei pressi del rifugio a farci compagnia...
Bovine al pascolo verso la punta di Ciamosseretto
Una volta installati nelle camerate ( ciascuna dotata di un bagno con doccia) , apriamo la cucina, spaziosa e ben attrezzata , e cominciamo a preparare la polenta. Nel frattempo i temporali arrivano davvero , funestando i previsti stage fotografici crepuscolari e notturni.
Lo spettacolo dei fenomeni elettrici visto dalla conca del Gran Piano è comunque spettacolare, così come è piacevolissimo gustare il frescolino della serata in questa torrida giornata estiva e... buonanotte!

L'alba

Al nostro risveglio il cielo non è completamente sereno, ma lo spettacolo è comunque grandioso...
L'alba: vista verso fondovalle

L'alba illumina la sommità del Ciarforon
Passata l'alba e consumata una buona colazione, ci avviamo lungo la mulattiera di caccia che risale il vallone,  superando il bivio per la bocchetta del Ges e raggiungendo la conca dei "laghetti" , con il tempo in costante miglioramento.

I laghi di Ciamosseretto

Giochi di luce tra gli eriofori ai laghetti. In fondo a destra il becco dell'Alpetto.

Dai laghetti la mulattiera reale prosegue ora più vicina al torrente Ciamosseretto , attraversando una zona di pietraie,  ed il dominio del Ciarforon si fa sempre più evidente.
Il dominio del Ciarforon si fa sempre più evidente...
In breve raggiungiamo quindi la conca occupata dal lago inferiore di Ciamosseretto , localmente chiamato "dreolai"; io ne approfitto per dare una sbirciata al piccolo laghetto "gemello", non visibile risalendo il vallone.
Il "dreolai"
Oggi le acque del Dreolai sono particolarmente ricche di sedimenti limosi di origine glaciale, probabilmente a causa dei temporali avvenuti durante la notte...
Il gemello piccolo del Dreolai
La giornata è sempre più bella; nei pressi del lago principale vi sono l'omonima alpe  e le "balme dreolai"  e noi lasciamo per un attimo la mulattiera per andare a visitarle, incontrando anche i primi stambecchi di giornata...
Incontro con i primi stambecchi
Una delle balme dreolai
Una di quelle balme è stata datata da uno studio  al 1300, mentre la costruzione principale dell'alpe Dreolai ( "dietro al lago") risale al 1700 circa ( data incisa su pietra) .  Gli alpeggi d'alta quota più antichi infatti sono di solito realizzati sfruttando la presenza di balme ed anfratti naturali o con strutture molto essenziali  ( p.es. un semplice recinto di pietra per chiudere gli animali di notte od una minuscola struttura in pietra quale ricovero del  pastore...)  a volte temporanee, che via via diventano  nel corso del tempo più complesse ( coperture in legno, false volte in pietra, tetti di lose con orditura in legno ... ) e stabilmente utilizzate nel tempo.
La mulattiera sale dolcemente ( foto d'archivio) 

lasciando in basso a sx...
Dal lago inferiore di Ciamosseretto la mulattiera reale di caccia prosegue a salire dolcemente a mezzacosta lungo la sponda sx idrografica del torrente, lasciando in basso a sinistra dei magnifici pianori: ogni volta che li osservi non puoi fare a meno di provare un intenso desiderio di percorrerli, ma ahimè il tempo ( non quello meteorologico)  è sempre tiranno...

...dei magnifici pianori glaciali
Arrivata in corrispondenza del fondo dei pianori, la mulattiera riprende ora a salire con ampie svolte lungo il pendio finale che conduce alla conca ove è posto il lago superiore di Ciamosseretto. Un rapido sguardo rivela la presenza di numerosi maschi di stambecco, alcuni anche di una certa età, oltre a parecchi camosci. Chissà se gli stambecchi, al nostro ritorno, si troveranno ancora lì!


L'ultimo tratto della mulattiera è in gran parte franato ( foto d'archivio) 


Con molta filosofia, un tornante dopo l'altro ed inventandoci un pò il percorso negli ultimi metri di salita, dove la mulattiera è in gran parte scomparsa, eccoci arrivati nella maestosa conca glaciale che racchiude il lago superiore di Ciamosseretto, dominata dal Ciarforon. Il suo dominio in questo punto  è così forte che siamo di fronte ad una vera e propria dittatura: la dittatura del Ciarforon.
La "dittatura" del Ciarforon ed il lago superiore di Ciamosseretto
E' infatti quasi impossibile staccare l'occhio da quelle imponenti pareti, che sembra di poter toccare e che da distanza così ravvicinata fanno intravedere addirittura la celeberrima calotta glaciale.
Nei pressi del lago è presente un appostamento di caccia, mentre la mulattiera prosegue sulla sinistra idrografica in direzione del colle della Torre, che da questo versante si presenta come un impressionante sfasciume quasi verticale.
Spostando lo sguardo verso destra, imponenti risultano anche la bastionata rocciosa che sostiene il ghiacciaio di Ciamosseretto ( o ciò che ne resta ) e le pareti che dividono dalla Valsavarenche...
L'imponente bastionata rocciosa che sostiene il ghiacciaio di Ciamosseretto  e le ripide pareti che dividono dalla Valsavarenche.
Il colle della Torre lato Ciamosseretto ( foto d'archivio ) 

La discesa...

E' davvero a malincuore, nonostante la lunga pausa effettuata nei pressi del lago superiore di Ciamosseretto per goderci lo spettacolo della testata del vallone, che in una giornata splendida come questa dobbiamo cominciare la discesa. 
Visto che il branco di stambecchi che abbiamo osservato salendo è ancora dove lo avevamo osservato, ci fermiamo a pranzare nei paraggi, onde tentare qualche foto più ravvicinata degli animali, cercando però di disturbarli il meno possibile rimanendo a rispettosa distanza: in fin dei conti oggi gli ospiti siamo noi.
Stambecco maschio
Consumato il pranzo al sacco, riprendiamo la discesa, ed io sento il bisogno di rendere un'ultimo omaggio al dittatore Ciarforon ( vi assicuro che si tratta di un sovrano illuminato).
Un ultimo omaggio al Ciarforon
Salutato il dreolai ed i laghetti, ripassiamo dal Gran Piano ( dove avevamo lasciato il materiale in eccesso ) e scendiamo nuovamente verso Balmarossa, con una  piccola digressione all'alpe Gran Prà perchè, come dico scherzosamente alla padrona, "la toma non è piaciuta, allora vogliamo assaggiarne ancora per essere sicuri".  Il marito, gentilissimo, mi fa anche visionare il locale di caseificazione  e stagionatura, davvero pulito e realizzato a regola d'arte ( si vede la mano di chi ama il proprio lavoro) e mi racconta di come una volta ( nell'immediato secondo dopoguerra e fino agli anni 60) nel vallone di Ciamosseretto ci fossero ben 11 margari durante la stagione estiva, praticamente uno attaccato all'altro ( mentre oggi gli unici allevatori presenti sono rimasti loro).
Tra la Varda e Balmarossa colgo  l'occasione per fotografare uno dei miei fiori preferiti, la bellissima Gentiana asclepiadea .
Gentiana asclepiadea

Insomma, che cosa aspettate ad esplorare l'alto vallone di Ciamosseretto, magari approfittando del rifugio Gran Piano per cucinarvi una buona polenta concia in compagnia ? Arrivederci ed a presto con le Storie !

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