Una montagna... invisibile !
La
Cima d'Entrelor , facente parte dello spartiacque
Valsavarenche - Val di Rhemes, è una
classica gita sci-alpinistica che si effettua dal versante Rhemes; dal punto di vista escursionistico è invece una meta ancor oggi molto poco frequentata, sia partendo da
Pont Valsavarenche che dal colle del Nivolet.
Dal colle del Nivolet in particolare tale meta risultava pressochè sconosciuta fino al 2004, anno in cui su
Gulliver il mitico
Francoc59 ne aveva descritto
l'itinerario .
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Il laghetto di Plan Borgno |
Il motivo principale di questa mancata frequentazione è certamente da imputarsi, in primo luogo, al fatto che tale cima non è visibile dalla zona del col del Nivolet, così come più avanti, recandosi al frequentatissimo Plan Borgno, essa non risulta visibile che all'imbocco del suddetto piano, nei pressi del laghetto, per poi scomparire nuovamente ( bisogna essere osservatori attenti e\o interessati per notarla); in seconda battuta non vanno sottovalutati il non evidente itinerario di salita ( ragion per cui ancora complimenti a Francoc59 ) , le difficoltà connesse alla natura del percorso, che per la natura dei terreni attraversati si pone un pò ai limiti tra escursionismo ed alpinismo, nonchè la lunghezza e la faticosità della gita!
Per la descrizione dell'itinerario vi rimandiamo a quella, ottima, presente su Gulliver e che abbiamo precedentemente linkato; noi come al solito divagheremo, approfondiremo e ne approfitteremo per mettere su un bel pò di fotografie!
Il plan Borgno
Magnifica conca impreziosita da un caratteristico laghetto, il Plan Borgno è uno degli itinerari escursionistici più facili e frequentati a partire dal col del Nivolet , adatto a tutti pur presentando un discreto sviluppo chilometrico. Da qui la vista di cui si gode è magnifica, sia sul gruppo del Gran Paradiso che sui 3000 che delimitano la conca ( Punta Meyes, Cima Entrelor, Punta Aouillè e la dorsale rocciosa discendente dal Taou Blanc), impreziositi dalla vista del ghiacciaio dell'Aouillè e dell'impetuoso rio che ne deriva; è inoltre possibile di solito osservare numerosi camosci e stambecchi.
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Dal Plan Borgno, magnifica vista sul gruppo del Gran Paradiso |
Il ghiacciaio dell'Aouillè
Il ghiacciaio dell'Aouillè, monitorato sin dal
1999, ha subito nel corso degli anni un
importante arretramento (
- 5 m nell'annata 2015-2016) ; è segnalato in letteratura per il
2010 un arretramento medio di ben
20 m ( Nicolino). Come per la maggior parte dei ghiacciai ubicati a queste quote, i consistenti ritiri annuali indicano che nei prossimi decenni , se non ci saranno inversioni di tendenza nell'andamento delle temperature estive , il ghiacciaio dell'Aouillè potrebbe ridursi a
dimensioni poco significative.
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15-08-2016 ( foto d'archivio) |
Osservato il 15 agosto 2016 ed il 5 agosto 2017 , la superficie del ghiacciaio quest'anno appariva già largamente priva di copertura nevosa e con il nevaio residuo a valle del limite inferiore del ghiacciaio già separato dalla sua fronte; ben visibili anche le porte glaciali ( osservate anche nel 2016) , che risultavano visibilmente più ampie ed evidenti.
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05-08 -2017 |
Le zone lasciate libere dal ghiacciaio, le morene circostanti e lo stretto canalone inciso dal rio dell'Aouillè sono molto interessanti per l'osservazione della flora del piano nivale, le cui specie man mano riescono a colonizzare sempre maggiori porzioni di terreno, apportando sostanza organica e dando inizio in questo modo ad un ciclo che via via si autoalimenta, favorendo l'insediamento di altre specie vegetali e l'incremento della consistenza numerica di quelle già presenti.
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Saxifraga biflora |
Studi compiuti dal
Parco Nazionale del Gran Paradiso in collaborazione con l'
Università di Torino sulle
zone proglaciali ( lasciate libere dal ghiacciaio) hanno evidenziato come già dopo 3 anni dal ritiro cominci ad insediarsi
Saxifraga oppositifolia, seguita via via da altre specie tipiche di ambienti a
prolungato innevamento ( 8-9 mesi l'anno) .
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Saxifraga muscoides |
Tutti i tipi di genepì ( o quasi ) !
In questa zona è possibile osservare
tutti e tre i tipi di genepì:
artemisia genipì ( genepì maschio) ,
artemisia umbelliformis ( genepì femmina ) e la meno pregiata
artemisia glacialis, normalmente non utilizzata, a differenza delle due specie precedenti, per la produzione del famoso liquore.
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Artemisia umbelliformis |
Ricordiamo a tutti i nostri lettori che nel
Parco Nazionale del Gran Paradiso la
raccolta del genepì è
vietata;
in tutto il territorio della
Regione Piemonte è invece previsto
il numero limite giornaliero di 5 esemplari per persona,
senza estirpazione degli organi sotteranei , non essendo il genepì incluso nell'elenco delle
specie a protezione assoluta ( delle quali è
vietata la raccolta ).
Per quanto riguarda la raccolta "professionale" delle
specie officinali in genere ( e dunque anche del genepì), essa è
soggetta ad autorizzazione rilasciata dalla Comunità Montana, che conferisce la qualità di
raccoglitore e specificante epoca e modalità di raccolta.
La trasformazione e la preparazione ad uso industriale delle piante officinali è riservata a
cittadini in possesso del
diploma di erborista , cioè la moderna
laurea triennale in tecniche erboristiche.
L'art. 9 della L. 6 gennaio 1931 n°99 specifica inoltre che
"non è considerato erborista né raccoglitore, agli effetti della presente legge, chi distilla piante
acquistate da raccoglitori, né chi detiene per uso proprio o della famiglia, senza farne commercio, piante
officinali in quantità non superiore a quella stabilita dall'elenco che sarà approvato con decreto reale su
proposta del ministro per l'agricoltura e le foreste " .
Il limite massimo di genepì secco detenibile per famiglia è di 1 kg per ciascuna delle tre specie: ciò significa che
ogni famiglia può detenere e distillare per uso proprio, senza farne commercio, fino ad 1 kg di genepy secco di ciascuna delle tre specie.
E la fauna selvatica ?
Come già detto in precedenza, Plan Borgno è un itinerario molto frequentato anche per la facilità con cui può essere avvistata la fauna selvatica tipica del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Nelle giornate più calde dell'anno può capitare a volte di fare pochi avvistamenti, specialmente per quanto riguarda gli stambecchi. Ma non vi preoccupate: non sono volati via, semplicemente si trovano in qualche luogo più fresco e nascosto ...
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Maschio di stambecco |
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Femmina di stambecco con due capretti |
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Femmina di camoscio e 5 capretti |
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Femmina di stambecco con capretto |
In cima !
Il panorama di cui si gode dalla cima Entrelor è davvero straordinario, una vista a 360° che va dal Monte Bianco al vicino gruppo del Gran Paradiso, fino alle vicine punta Aouillè e Taou Blanc; e sotto, vicino ai nostri piedi, ci sono anche delle bellissime fioriture...
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Le vicine punta Aouillè ( a dx) e Taou Blanc ( a sx ) |
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Il gruppo del Gran Paradiso: da sx verso dx Piccolo Paradiso, Gran Paraidso, Becca di Moncorvè, Tresenta, Ciarforon, Becca di Monciair, Denti del Broglio, Punta Fourà |
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Il massiccio del Monte Bianco |
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Androsace alpina |
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Gentiana brachyphylla |
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Silene exscapa |
Un salto al lago Nero
Sulla via del ritorno poi, perchè non fare un salto al lago Nero sul far della sera ?
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Sul far della sera... |
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Perchè non fare un salto al Lago Nero ? |
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Leontopodium alpinum |
Anche il ritorno in auto dal Nivolet, durante la stagione estiva, può essere motivo di qualche piccola sorpresa "animale" , questa volta però di origine domestica...
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Un bel gregge di pecore |
Bene, direi che per oggi abbiamo divagato abbastanza ! La zona di Cima Entrelor vi ha incuriosito ? Bene, allora andate a farci un giro! Arrivederci ed a presto con le Storie.
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