Premessa
E' il dicembre del 2015 quando Simone e Luca ritornano da un'insolita "vacanza" in Tanzania, Africa , durante la quale hanno raggiunto la vetta di una delle "Seven Summits" , il Kilimangiaro , 5895 m.s.l.m. Affascinato dal racconto delle difficoltà fisiche ( la quota ) e logistiche di quel viaggio, ecco che butto lì un'idea : " e se andassimo nel Caucaso ? ". Immediata o quasi la risposta: "Potremmo andare sull'Elbrus! ". Avevo infatti letto cose fantastiche riguardo a quella catena montuosa; tuttavia credo onestamente che fosse stato per me tale idea sarebbe rimasta più che altro una fantasia , principalmente a causa del lungo viaggio aereo da affrontare ( ho paura del volo ) se nell'autunno 2017 Simone e Luca non fossero arrivati al dunque: "l'anno prossimo andiamo sull'Elbrus? Potremmo sfruttare il periodo tra il 25 aprile ed il primo maggio: magari un pò più freddo, ma sciabile e presumibilmente privo di crepacci. Sei dei nostri ? " . Dopo un adeguato periodo di riflessione, la mia risposta è sì, ci sono!
Avviso ai lettori : questo articolo si compone di due parti, la prima dedicata in generale al Caucaso, la seconda alla nostra "vacanza". Entrambe possono essere lette indipendentemente l 'una dall'altra ,ma se volete gustarle fino in fondo vi consiglio caldamente di leggerle entrambe!
Avviso ai lettori : questo articolo si compone di due parti, la prima dedicata in generale al Caucaso, la seconda alla nostra "vacanza". Entrambe possono essere lette indipendentemente l 'una dall'altra ,ma se volete gustarle fino in fondo vi consiglio caldamente di leggerle entrambe!
Il monte Elbrus ed il Caucaso
Di nuovo un vulcano ( anche il Kilimangiaro è un vulcano spento) , di nuovo una delle "Seven Summits" , se si considera il Caucaso come facente parte del continente europeo, ma ad una quota più bassa ( i 5642 m della cima occidentale dell'Elbrus) .
Il monte Elbrus si trova interamente sul territorio della Federazione Russa , più precisamente nel territorio della Repubblica di Cabardino-Balcaria, all'interno del distretto denominato El'brusskij rajon , e per raggiungerlo è necessario affrontare due voli, uno da Milano a Mosca, ed uno da Mosca a Mineral'nye Vody , città aeroportuale situata nel Territorio di Stavropol , dalla quale in auto si raggiunge la valle del fiume Baksan , fino ad Azau, villaggio turistico situato a 2350 m.s.l.m.
Cartina della regione russa del Caucaso - scorrere per navigare |
Brevi cenni sul clima e sulla geografia locale
Il fiume Baksan nasce dalle pendici del Monte Elbrus ed è lungo 173 km , al termine dei quali si unisce ai fiumi Malka e Cherek Balkarskiy nei pressi di Prokhladnyy , ove confluiscono nel fiume Terek , lungo 600 km, che sfocia nel Mar Caspio , in territorio russo, dopo essere nato dalle pendici del monte Kazbek, altro vulcano inattivo alto 5047 m sito nella Georgia settentrionale.
Cartina del Caucaso - scorrere verso destra per navigare |
Dall'Enciclopaedia Iranica appendiamo numerose ed utili informazioni sul clima della regione ( traduzione mia) : " (... ) il Caucaso è anche la regione di transizione tra i venti umidi atlantici e mediterranei da un lato, e le correnti d'aria secche continentali dall'altro. In pianura la transizione avviene sugli altopiani di Stavropol e Surami, ed in montagna tra il monte Elbrus ed il monte Kazbek. Ad ovest di questa linea la depressione di Kuban a nord, riceve 400-800 mm di precipitazione ( annua, ndr) , le zone montuose più di 1500 mm ( fino a 4000 mm in alcune zone ), nel bassopiano Colchico nel sud 1500-2000 mm. A est di questa linea il clima è secco: meno di 1000 mm di precipitazioni sulle montagne, i bacini nei bassopiani interni del Daghestan sono semiaridi ( 250 mm a Botlikh, ad una quota di 1300 m ) , e meno di 200 mm cadono nella penisola di Apsheron .
Le precipitazioni arrivano da ovest, in sistemi di perturbazioni che si alimentano sulle acque del Mar Nero, che spiegano il contrasto tra le estremità orientale ed occidentale del Caucaso e anche tra il il piovoso versante Colchico ed i più secchi versanti settentrionali. Nel Caucaso occidentale le massime precipitazioni si hanno in inverno, nel centrale e nell'orientale in estate (...) " .
Le precipitazioni arrivano da ovest, in sistemi di perturbazioni che si alimentano sulle acque del Mar Nero, che spiegano il contrasto tra le estremità orientale ed occidentale del Caucaso e anche tra il il piovoso versante Colchico ed i più secchi versanti settentrionali. Nel Caucaso occidentale le massime precipitazioni si hanno in inverno, nel centrale e nell'orientale in estate (...) " .
Il clima della valle di Baksan, situata nel Caucaso centrale, è influenzato principalmente dai venti di valle e dal tipico clima di versante determinato dalla vicinanza della catena montuosa; nella sua prima parte essa ha orientamento est-ovest (cioè secondo i paralleli ), risultando quindi solidale con i venti dominanti ( occidentali da sud-ovest ) , quindi assume un andamento nord-sud, cosicchè ad Azau raramente si hanno forti venti; salendo ancora di quota ovviamente la forza del vento riprende a salire : ad un'altitudine di 4000 si segnalano nelle serie storiche venti fino a 40 m/s con -40° di temperatura a febbraio.
"Fece catturare Prometeo dai suoi servi Cratos ( la Forza) e Bia ( la Violenza), lo fece portare nel selvaggio paese degli Sciti e lo fece incatenare nudo sul monte più alto del Caucaso da Efesto, che lo legò alla montagna con catene ed anelli trafiggendolo con un grosso chiodo" ( ...) "Ad interrompere il crudele castigo, dopo trentamila anni, interviene Eracle, che uccide l'aquila con una freccia, e Zeus si decide a liberare Prometeo".
Come verranno invece puniti gli uomini? Con la creazione della donna , Pandora, che andrà in sposa ad Epimeteo ( fratello di Prometeo), la quale, per curiosità, aprirà l'orcio pieno di tutti i mali subdolamente affidatole da Zeus . Davvero crudele e misogino ( come del resto lo sono tutte o quasi le religioni ) questo paganesimo !
Tra leggenda...
L'Elbrus è la montagna sulla quale, secondo la mitologia, Zeus fece incatenare ad una roccia Prometeo, reo di aver rubato il fuoco agli dei per donarlo agli uomini . Come se ciò non bastasse, un'aquila veniva periodicamente a divorargli il fegato ( che ricresceva) ."Fece catturare Prometeo dai suoi servi Cratos ( la Forza) e Bia ( la Violenza), lo fece portare nel selvaggio paese degli Sciti e lo fece incatenare nudo sul monte più alto del Caucaso da Efesto, che lo legò alla montagna con catene ed anelli trafiggendolo con un grosso chiodo" ( ...) "Ad interrompere il crudele castigo, dopo trentamila anni, interviene Eracle, che uccide l'aquila con una freccia, e Zeus si decide a liberare Prometeo".
Rubens, il supplizio di Prometeo |
Come verranno invece puniti gli uomini? Con la creazione della donna , Pandora, che andrà in sposa ad Epimeteo ( fratello di Prometeo), la quale, per curiosità, aprirà l'orcio pieno di tutti i mali subdolamente affidatole da Zeus . Davvero crudele e misogino ( come del resto lo sono tutte o quasi le religioni ) questo paganesimo !
e storia...
Nel corso dei secoli il territorio del Caucaso ha subito il dominio di Mongoli ( XIII sec ), Georgiani ( XIV e XV sec.), Persiani (XVI sec.) e Ottomani ( XVI sec.), per poi diventare protettorato russo nel 1557 .
Nel 1864 l'impero russo terminò la conquista del nord del Caucaso , territorio all'epoca occupato da diversi gruppi tribali, con la sconfitta della Circassia, regione della quale facevano parte anche gli attuali territori della regione di Stavropol e della Repubblica del Cabardino-Balcaria. Riporto e traduco, sempre dall'Enciclopaedia Iranica :
" a seguito della sconfitta, i Circassi vennero deportati ( secondo alcune stime tale misura coinvolse circa 500.000 persone ) , ed il Caucaso occidentale rimase in pratica completamente disabitato poichè nessun altro gruppo etnico venne a sostituirli. Nel Caucaso centrale ed orientale la colonizzazione delle zone pedemontane ad opera dei Cosacchi spinse le popolazioni caucasiche a vivere nelle montagne. Quando, nel 1914, i Cosacchi partirono per la guerra, la loro partenza venne seguita da massicce migrazioni di abitanti della montagna nei villaggi cosacchi abbandonati ( stanitsas ) . "
Cartina della Circassia nel 1840 |
"Dopo l'avvento del potere sovietico, la regione venne riorganizzata dal punto di vista amministrativo, principalmente in base a criteri di nazionalità e lingua" .
Dall'enciclopedia De Agostini : " in questo modo venne fondata la Repubblica Socialista Sovietica autonoma del Cabardino-Balcaria ( 1936) ; nel corso della seconda guerra mondiale i balcari furono accusati di collaborazionismo con i tedeschi che avevano occupato la regione e furono deportati in massa in Asia centrale. La repubblica divenne semplicemente Cabardinia, per riacquistare il nome originale solo nel 1957, anno in cui i Balcari furono riabilitati e fu concesso loro di fare ritorno nelle proprie case ".
La denominazione Cabardino-Balcaria si deve ai due gruppi etnici che popolano questa repubblica, oltre al 30% di russi : i cabardi, 10 % della popolazione , di origine caucasica e "stretti parenti" dei circassi, di religione ortodossa, abitanti la parte settentrionale ( bassopiano caspico) ed i balcari ( oltre il 50% della popolazione) , di origine turca, professanti l'Islam sunnita ed abitanti la sezione meridionale.
Inoltre, cito da Wojciech Gorecki, "Pianeta Caucaso": "in tutta la regione sono diffuse le credenze tradizionali . Sebbene sia raro trovare qualcuno che dichiari apertamente di aderire al paganesimo e di praticare i riti ad esso connessi, (...) gli elementi pagani non mancano sia nel cristianesimo, sia nell'islamismo caucasici " .
"Negli anni 80' del XX secolo, nel Caucaso comparvero seguaci di correnti islamiche radicali, generalmente definiti con il termine, peraltro impreciso, di wahabiti. Gli adepti del wahabismo si concentrano soprattuto nel Daghestan e in Cecenia, per quanto siano riusciti a creare comunità anche in altre repubbliche, per esempio in Cabardino-Balcaria . Sostenitori di un Islam "puro", scevro di influenze locali, stentano tuttavia a trovare seguito tra i caucasici, molto legati alla propria tradizione" .
Sebbene la situazione in Cabardino-Balcaria non sia grave quanto ad esempio in Cecenia, la presenza del fondamentalismo islamico, seppur minoritaria, è stata nel recente passato motivo di violenze a sfondo religioso.
All'interno della repubblica autonoma del Cabardino-Balcaria sono presenti alcune delle più note stazioni sciistiche della Federazione Russa e due riserve naturali: la Riserva di Cabardino-Balcaria ed il Parco Nazionale Priel'brus'e , sito alle pendici dell'Elbrus.
Ok , ora che siete stati sufficientemente informati sul contesto, potete cominciare a leggere la nostra avventura !
Mai nessun problema ( finalmente in viaggio) !
E qualcosa rimane, tra le pagine chiare e le pagine scure... |
Venerdì 20 aprile da Milano Malpensa raggiungiamo, con volo Aeroflot , l'aeroporto di Mosca - Sheremtyevo , dove facciamo scalo in attesa del volo per Mineral'nye Vody . Siamo tutti felici e rilassati all'idea della "vacanza" che ci aspetta in quel del Caucaso , anzi talmente rilassati che , semi-ignari del cambio del fuso orario ( che in Russia è avanti di 1 ora rispetto all'Italia) , ci rechiamo all'imbarco con quel minuto di ritardo sufficiente a farci perdere il volo che attendevamo. Una giovane ed avvenente operatrice della compagnia aerea sembra però volerci aiutare: " seguitemi", ci dice in un buon inglese. Ma invece di portarci all'aereo, come si suol dire, ci "porta a spasso", o meglio a prenotarci per il volo successivo, per il quale dovremo pagare una lieve sovrattassa ed attendere altre tre ore. Nessun problema!
Approfittando del wi-fi dell'aeroporto scrivo all'hotel che arriveremo verso le 23,00 , mentre Simone prenota on-line un taxi per raggiungere Azau, nella valle di Baksan . Chissà se ci daranno ancora la cena a quell'ora e , soprattutto, chissà che faccia farà l'autista quando ci vedrà caricati come muli ( abbiamo due zaini più il borsone per gli scarponi e la sacca porta-sci a testa! ).
Appena usciti dall'aeroporto di Mineral'nye Vody, ecco che con un cartello in mano ci aspetta il nostro taxista, un giovane di nome Anton il quale, di fronte al nostro imponente bagaglio, sembra sorridere : una volta raggiunta l'auto ( che purtroppo non era riuscito a parcheggiare molto vicino), ecco che prende dello scotch e comincia a nastrare le sacche porta-sci al portapacchi della sua Lada. Nessun problema!
Anton è un tipo sveglio ! ( foto: Luca Tenan ) |
Naturalmente Anton non spiaccica una parola di inglese o quasi , tuttavia è in grado di farci capire le cose principali, cioè che per Azau ci vogliono circa tre ore di auto e che lui è astemio ( "no beer " ) . Ed è anche molto gentile: prima di partire per il lungo trasferimento in auto ci offre anche il caffè presso una tavola calda e per avere un seppur minimo dialogo durante il viaggio, si scarica addirittura sul cellulare un'app con riconoscimento vocale per la traduzione russo-inglese e viceversa. Durante il viaggio cercherà di venire incontro anche ai nostri gusti musicali, mettendo su Celentano . Nessun problema!
E' davvero un peccato dover effettuare questo trasferimento di notte, senza poter vedere nulla o quasi dei luoghi attraversati: per fortuna che c'è l'app di Anton per passare il tempo ! Ad un certo punto lungo la strada spunta un cartellone pubblicitario con faccione di Putin ,con tanto di occhiali da sole , legato alle recenti elezioni presidenziali che lo hanno visto stravincere con percentuali "bulgare" : evidentemente certe immagini che girano frequentemente sul social non sono semplicemente frutto di "provincialismo" o di uno stile di comunicazione e discussione grezzo e poco analitico , ma sono precisamente l'immagine che Putin vuole darsi agli occhi dell'elettorato russo e del mondo intero, e cioè l'immagine tipicamente bonapartista dell'uomo forte...
Ed ecco che compare un manifesto come questi ( immagine dal web) |
Anton nota la nostra attenzione e non ha timore di esternare immediatamente il suo orientamento politico:" Yes, Putin! Big president! " , per poi passare a chiederci, grazie alla magica app, chi mai sia il presidente italiano. Scartata a priori l' idea di citare Mattarella ( che al 99% in Russia sicuramente non hanno mai sentito nominare ) , proviamo a spiegargli che in Italia non c'è un presidente con i poteri di Putin , che poteri analoghi sono detenuti dal presidente del consiglio e che siamo una repubblica parlamentare , ma è difficile!
In ogni caso il nostro autista ha capito che, nel bene o nel male , in Italia un presidente con i poteri di Putin non l'abbiamo e non abbiamo la possibilità di eleggerlo.
Politica a parte, veniamo a sapere che Anton ha 28 anni e tre figlie, tutte femmine, che in passato ha fatto parte della polizia ed anche per questo motivo non può viaggiare in molti paesi esteri , che è uno sportivo ( va regolarmente in palestra e pratica una sorta di kickboxing - pugilato senza troppe regole stile Uomo Tigre ) e che a Grozny, in Cecenia, si svolgono dei campionati di quella sorta di pugilato che anche lui pratica e, soprattutto, che " in Cabardino-Balcaria very good people" e si mangia principalmente carne grigliata...
La leggendaria ospitalità del Caucaso
Dopo il lungo viaggio in auto, alle 23 giungiamo finalmente ad Azau, all'Hotel Premier , dove salutiamo Anton e cominciamo a trasferire il nostro bagaglio nella camera da 3. Il nome anglofono ed altisonante non deve trarre in inganno: si tratta di una struttura alla buona , probabilmente non ancora terminata ( come potremo notare il giorno dopo, esternamente i muri sono addirittura ancora da intonacare! ) , gestita da simpatiche signore vestite in maniera tradizionale e molto comoda poichè vicina agli impianti di risalita. Anche il wi-fi probabilmente è filtrato, visto che basta appena a messaggiare via whatsapp...
L'accoglienza più calorosa però non la riceviamo dal personale dell'hotel, ma da due giovani sconosciuti, che non appena ci vedono arrivare si precipitano dal bar\sala da pranzo dell'hotel ( attiguo alla reception) , invitandoci immediatamente a sedere al loro tavolo, invito che accogliamo davvero con piacere. A dire il vero io ero un pò preoccupato, poichè ero a conoscenza di certe usanze caucasiche che prevedono una sorta di rito dell'ospitalità a base di vodka pura , al quale non puoi sottrarti se vuoi essere considerato un amico, e noi non potevamo certamente cominciare il soggiorno nel Caucaso facendoci dei "nemici " !
A sinistra io, Simone , Sergej e Tatyana; a destra Luca, Murat e la sua fidanzata. ( foto Luca) |
I due giovani sconosciuti sono talmente impazienti di avere la nostra compagnia che quando ancora non abbiamo finito di scaricare il bagaglio, sono già sull'uscio della nostra camera a chiederci ( in inglese ) : "hey, will you come ? ". Una volta seduti al loro tavolo scopriamo che i due si chiamano Murat e Sergej, e sono all'hotel con le loro ragazze , presumibilmente per sciare. Murat è un "locale", infatti vive a Baksan , nel Cabardino-Balcaria, mentre Sergej arriva da Stavropol; il primo se la cava con l'inglese, il secondo molto meno, ma nonostante questo riuscirà a comunicare tutta la sera , in special modo con Simone, con il quale riescono ad intendersi nonostante Sergej parli praticamente soltanto in russo. Misteri.
Le tre bottiglie di vodka sono finite... ( foto Luca) |
Mentre le signore dell'hotel, gentilissime, cominciano a servirci la cena nonostante la tarda ora, ecco che Murat si fa portare tre bicchierini anche per noi e comincia ad offrirci il primo giro di vodka, un'ottima vodka che si è portato da casa, da bere rigorosamente alla goccia tutti assieme noi maschietti ( le signorine sono infatti esentate dal rito ) .
Da questo momento in poi Murat prende la direzione della festa : è lui a scandire il ritmo dei brindisi , interrompendo i discorsi ed il nostro desinare con dei sonori "STOP!". Ma attenzione: non si tratta di semplici brindisi fini a se stessi : ad ogni giro ciascuno di noi , a turno, deve pronunciare una frase benaugurante prima di bere. Evidentemente questa è la tradizione...
La cena è davvero ottima: un pane molto gustoso tipo focaccia, un primo piatto a base di cereali e legumi, carne con verdure , formaggi locali ( una sorta di parmigiano ed uno fatto con la birra). E pasteggiare a vodka non è poi così male!
Finita la prima bottiglia di vodka, Murat corre in camera a prenderne altre due, ma "di quelle buone" , ci fa capire ( evidentemente se le era portate da casa ) : in effetti si tratta di una marca diversa ed è davvero molto buona...
Un finale a sopresa .
Circa i nostri ospiti, scopriamo che entrambi conoscono e seguono la Juventus in Champions League , che Murat è di religione islamica mentre Sergej è ortodosso .
Fortunatamente per noi, i nostri due anfitrioni dovevano già essere un bel pò avanti con il lavoro prima del nostro arrivo ad Azau, visto che verso la fine della seconda bottiglia "di quella buona" ci accorgiamo che ormai Sergej mostra chiari segni di cedimento, mentre Murat non ha più il piglio deciso di prima nello scandire i brindisi. E' a questo punto che si profila un'inaspettata vittoria per le truppe canavesane : la cosa si percepisce chiaramente, ed è in questo momento che la direzione della festa passa a Luca , il quale implacabile costringe i nostri nuovi amici russi a mantenere il ritmo precedentemente imposto.
"Drink at home, drink at work, drink everywhere !"
"Drink at home, drink at work, drink everywhere !"
Arrivano gli Armeni! ( foto Luca ) |
A questo punto avviene un colpo di scena, potenzialmente rischioso per la nostra vittoria: ecco che arrivano dei ragazzi armeni i quali , notata la festa, si precipitano nella loro stanza a prendere due bottiglie di vodka... armena, una vodka di colore rosso e più dolciastra. "Qua si mette male" , penso io.
Fortunatamente per tutti noi ( russi ed italiani) , le usanze armene sono leggermente diverse , dato che uno dei nostri nuovi amici , capita al volo la situazione "critica" , esordisce dicendo in inglese qualcosa del tipo : " Questa è vodka armena. Chi se la sente, beve, chi non se la sente...". Salvi in corner, anche perchè io comincio ad essere davvero brillo e la mia conversazione si è ormai ridotta al farfugliare poche parole tipo "Juventus" , "Yerevan" , capire se potevo chiamare questo o quel russo "tovarisch" o no, ma senza più riuscire ad intavolare un discorso vero e proprio . Ricordo però di aver chiesto a Murat come potesse conciliare la sua fede religiosa con il consumo di alcolici e la sua convinta risposta : "for me and for my family there's absolutely no problem to drink vodka!" , risposta al suono della quale mi era venuto spontaneo abbracciarlo e dirgli che per me era una grande persona. Ad un certo punto ci pare addirittura di capire che quel giorno uno dei ragazzi armeni sia salito in cima all'Elbrus con una motoslitta: incredibile ( in ogni caso però ci spiega dove si trova l'Hostel Priut Na Elbruse , il bivacco nel quale avremo il nostro campo base) ! Ed è in questa atmosfera che beviamo ancora qualche bicchierino in compagnia, e poi tutti a nanna!
L'arrivo della vodka armena ( foto: Luca ) |
Mai nessun problema 2: un cambio di programma
La funivia |
Il mattino seguente mi sveglio presto e sono tutto elettrico, anche perchè fuori il tempo è bello ed ho una voglia matta di vedere l'Elbrus. Una volta fatta colazione ( ottima ed abbondante: una sorta di pastone a base di latte e cereali , due uova, burro, formaggio...) , usciamo dall'hotel ( delusione: l'Elbrus non si vede ) e ci dirigiamo verso i vicini impianti di risalita per avere informazioni ( contiamo infatti sugli impianti per trasferire la nostra attrezzatura al bivacco il giorno seguente ) .
Qui apprendiamo che il giorno seguente ( lunedì) l'ultimo tratto della risalita è chiuso: dobbiamo assolutamente trasferire il materiale al bivacco oggi !
Ritornati in hotel, cominciamo a predisporre gli zaini: uno con tutto il materiale necessario per una gita, uno con tutto il materiale e l'attrezzatura che non utilizzeremo quel giorno ed il giorno successivo. A questo punto si presenta un problema: contattare il bivacco per chiedergli se è possibile portare su il nostro materiale già oggi: abbiamo un numero di telefono ma con ogni probabilità il gestore del bivacco non parlerà inglese. Come fare ? Per fortuna ecco che si materializza uno dei ragazzi armeni, il quale ci fa da traduttore nei confronti del personale dell'hotel, che telefona al bivacco: possiamo portare su il materiale! L'ospitalità russa si conferma anche alla luce del giorno!
L'impianto di risalita Azau - Garabashi
L'impianto di risalita Azau - Garabashi è una moderna cabinovia , che porta dai 2350 m ai 3800 m, con due stazioni intermedie, "Kruzogor" a 3000 m e "Mir" a 3500 m; parallelamente ad esso c'è anche un impianto più vecchio a funivia , che risale soltanto fino alla stazione "Mir".
Siamo un pò carichi ...( foto Luca ) |
Luca e Simone seduti sulla panca dell'Hostel Priut Na Elbruse |
Lo "sherpa" arriva all'Hostel... ( foto Luca ) |
Escursione ai Diesel Hut
Io, con le ciaspole, sono più lento di Simone e Luca , con gli sci; quando arrivo al bivacco loro si sono già scaricati e stanno parlando con il gestore, un giovane di nome Denis , il quale vedendomi arrivare tutto carico chiede ironicamente: "Sherpa ? " .
I Barrels a Garabashi |
Il Diesel Hut 4100 m |
Si sale su una comoda pista battuta dalle motoslitte.. |
Magnifici panorami... |
...mozzafiato |
C'è un pò di tormenta da qualche parte... |
La differenza la fanno i grandiosi e nuovi panorami di cui possiamo godere e che osserviamo con umile e muta ammirazione , chiedendoci se su questa o quella cima, in questo od in quel vallone ( ai quali parimenti non siamo di in grado di dare un nome) ci si rechi ogni tanto qualcuno. Infatti, in aperto contrasto con la "pista" delle motoslitte che stiamo percorrendo, le montagne ed i valloni alle nostre spalle appaiono intonsi, vergini: nessuna traccia di sci o di strutture antropiche in grado di elevarsi oltre il manto nevoso od i ghiacciai; una bellezza primordiale come il nostro gusto estetico, ricondotto dalla mancata conoscenza della geografia e della storia dell'alpinismo locali al più genuino e spontaneo degli approcci, per molti versi simile a quello dei bambini quando scoprono qualcosa di nuovo e di bello.
Stabilito che per me sarebbe stato faticoso e sconveniente scendere con le ciaspole fino ad Azau, ci dividiamo, e mentre Luca e Simone scendono a valle con gli sci, io mi dirigo verso la stazione Garabashi, di modo da essere lì in tempo per l'ultima corsa alle 17,00.
Finalmente l'Elbrus...
Siccome ho un pò di tempo, decido di fermarmi a godere il panorama facendo uno spuntino e gustando il thè caldo che avevo nel thermos, quando all'improvviso dietro di me il cielo si apre...ed ecco che finalmente l'Elbrus si mostra , almeno nella sua punta orientale ( ma in quel momento ancora non lo sapevo: muta ammirazione) ! Eccola lì, la nostra meta...Finalmente compare l'Elbrus ... |
Dopo aver consumato la cena in hotel, usciamo a berci una birra in un locale di Azau ( molto caratteristico, ma deserto questa sera ) e poi andiamo a letto: domani comincia la salita all'Elbrus ! ( CONTINUA...)
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