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sabato 3 giugno 2017

E chi se la perde ! Cima Carpior da Querio ( Escursioni non per tutti 9 )

Premessa

Dopo molto tempo avevo finalmente un sabato libero e non mi andava di sprecarlo con un'escursione banale : come non contattare allora il mitico amico e "gulliveriano" Francoc59  per sapere cosa bolliva in pentola ?  Non che io non avessi in mente delle mete in particolare, ma so che chi come  me va costantemente in montagna è un pò come un assiduo lettore di libri : può regalargli anche il libro più bello del mondo, ma se il prossimo che ha in mente di leggere è un altro, inevitabilmente finirà in coda ( e Dio solo sa quando lo leggerà) .  Per le escursioni funziona allo stesso modo: potreste propormi anche di andare questo  giovenerdì a Punta con Vista Magnifica, ma se ho già in mente di andare a Punta Tsegnancantecalè da Sanpancù , probabilmente andremo separati. 
- "Stavo pensando alla Carpior da Querio , stasera ti dico". E chi se la perde , penso io !
- "Allora se vieni 6,10 puntuale a Santa Maria di Pont destinazione Cima Carpior". Per me sarà una levataccia ( 3 h di sonno  ) , ma chi se la perde ? Giusto un anno e mezzo fa "stavo per" salire alla Carpior da Ingria   e non vedevo l'ora di tornare da quelle parti per concludere l'opera ! Non importa se partendo da Quer!
Mappa in 3d ( fonte: Portale Cartografico Nazionale ) 
Arrivo in ritardo (alle 6,15 ), ma Franco e Blin mi prendono lo stesso. Il meteo non è granchè: nuvole basse coprono le montagne, nascondendo il sole, mentre temperatura ed umidità dell'aria sono elevate essendo stata scarsa l'escursione termica notturna, proprio a causa dell'estesa copertura nuvolosa.


Il vallone di Verdassa o Codebiollo

I resti di un forno a Quer
Il vallone di Verdassa o Codebiollo si trova sulla sx idrografica della val Soana , di cui l'omonimo torrente è tributario;  "Verdassa" è anche il nome con il quale veniva chiamata la Quinzeina ( il vallone si trova infatti ad ovest di questa montagna) e consta di numerose grandi borgate un tempo abitate tutto l'anno ( ma di queste parleremo un'altra volta).
Raggiunta la frazione Berchiotto di Frassinetto si imbocca la strada che percorre il vallone;  al bivio si imbocca la strada per Monteu e si lascia l'auto prima del guado sul torrente Verdassa.

L'itinerario

Casabouil
Dal guado, lungo la pista interpoderale di recente costruzione ed un breve tratto dell'antica mulattiera , raggiungiamo i ruderi di Querio, borgata di notevoli dimensioni ;  di qui scendiamo ad attraversare il rio Querio e poi con qualche peripezia arriviamo alle baite di Casabouil , dalle quali saliamo lungo una vecchia traccia , una "stra' dle crave" secondo Blin  ( del resto siamo diretti all'alpe del Bech... ) che raggiunge la cresta spartiacque Verdassa - Canaussa nei pressi di un punto panoramico a circa 1600 m di quota, nei pressi del quale possiamo ammirare rododendri e... mughetti in fiore, che saranno il primo incontro floristico "inaspettato" della giornata.
Blin e Franco sulla "stra dle crave" 


Mughetti ??? Qui ???

I mughetti ( Convallaria majalis) sono specie  tipiche del sottobosco e degli ambienti cespugliosi , su superfici sovente sassose e\o pietrose. su substrati calcarei ( e fin qui ci siamo)  ma raramente raggiungono una quota di oltre 1600 m come in questo caso. 
Mughetti in alta quota...
Dal punto panoramico, volgendo lo sguardo verso Fraschietto, borgata posta sull'altro versante del vallone, possiamo anche apprezzare quanto la costruzione di piste sia in grado di rendere più bello il paesaggio circostante, oltre a renderlo molto più sicuro dal punto di vista idrogeologico.
Piste, che passione ! 
Superato il "punto panoramico", posto in una zona "semiboscosa",  si continua a salire lungo la cresta, ora in "campo aperto", in una zona continua di pascoli, caratterizzata dalla presenza di un'altra specie floristica non così comune dalle nostre parti: l'Anemone narcissiflora, od anemone a fiori di  narciso, così chiamato per l'evidente somiglianza dei fiori con quelli del Narciso.

Anemone narcissiflora

Non appena noto con la coda dell'occhio la presenza di questo fiore mi precipito a fotografarlo , animato dal pessimistico pensiero che potrebbero essere pochi gli esemplari presenti in zona ( alcuni anni fa salendo all'alpe Mionda non ne avevo visti tanti ) ma, fortunatamente, mi sbaglio: ce se sono davvero tantissimi, così come ci sono tantissime Pulsatille alpine fiorite!
Salendo verso l'alpe del Bech, fioriture di Anemone narcissiflora ( in primo piano)  e di Pulsatilla alpina

Sul momento la presenza di così tanti anemoni a fiore di narciso mi sorprende, ma poi "a freddo" mi ricordo che ci troviamo in una zona caratterizzata dal punto di vista litologico dalla presenza di micascisti , calcescisti e gneiss minuti, rocce metamorfiche di  medio grado  che sono con tutta evidanza in grado di dare origine ad un substrato idoneo ( cioè calcareo)  alla diffusione di questo bellissimo fiore.

Continuando a salire arriviamo fino all'alpe del Bech 1962 m, dove ci concediamo una piccola pausa ristoratrice, intrattenuti dalla presenza poco a monte rispetto a noi di un nutrito gruppo di giovani camosci. 
Alpe del Bech



Camosci...
Giunti alla punta del Bech 2137 m  , cominciamo a percorrere la divertente cresta mista rocciosa ed erbosa  che conduce fino alla cima Carpior : ormai stiamo per entrare nelle nuvole...
Blin  e Franco stanno per entrare nelle nuvole...
Raggiunta la cima Carpior, quota 2301 m,  per un attimo le nubi  sulla cresta si dissolvono, regalandoci lo spettacolo mozzafiato del "mare di nubi"  che sovrasta la pianura e svelando il cielo cristallino che sta sopra di loro..

Il "mare di nubi" ai nostri piedi ed il cielo cristallino alle quote più alte
Per un attimo fanno capolino anche i laghi di Canaussa, ma poi tosto le nuvole risalgono di quota,   tornando ad avvolgerci  con il loro grigio manto.



Per un attimo spuntano i laghi di Canaussa
Decidiamo allora di incominciare la discesa, come da programma, verso l'alpe Pian Saler e, considerata la presenza della nebbia, decidiamo di scendere fedelmente lungo la dorsale che parte dalla cima, come suggerito da Blin, passando per l'alpe Balmela e raggiungendo l'alpe Carpior , dove salutiamo "l'orso".
Gentiana kochiana
Lungo la discesa non mancano altre bellezze floristiche...

Primula pedemontana


Selvaggio nonostante tutto

Una delle caratteristiche principali del vallone della Verdassa è quello di aver mantenuto, nonostante l'intenso sfruttamento da parte dell'uomo ( evidente sia nella parte mediana con le sue grandi borgate che in quella alta con i versanti punteggiati da numerosissimi alpeggi) un carattere prettamente "selvaggio".
Questa caratteristica è probabilmente dovuta sia alla ripidezza dei versanti, sovente aspri e rocciosi, sia all'estesa copertura boschiva che  caratterizza la parte bassa e media del vallone; altri fattori da non sottovalutare sono la costante presenza di nebbie durante la bella stagione e la localizzazione "nascosta" rispetto alla pianura, ad ovest della Quinzeina.
L'impressione di "selvaggità" è resa  ancora più forte dai molteplici segni dell'abbandono cui queste superfici sono andate incontro: rustici diroccati,  peggioramento della qualità dell'erba ,  aumento delle zone ricoperte da cespugli, alberi ed arbusti.

Alpe Balmela



L'osservazione di alpeggi come Balmela  dove,  come avrebbe detto la mia nonna paterna , " ai sun mach ad rive " ( ci sono solo dei pendii ripidi ), se da un lato fa pensare che il loro abbandono tutto sommato sia  un fatto  positivo  poichè sintomo di miglioramento delle condizioni di vita generali delle popolazioni locali,  dall'altro è motivo di rimpianto al pensiero dell'enorme mole di lavoro svolta nel passato  per costruirne gli edifici, migliorarne le superfici ( magari strappate al bosco od a cespuglieti\arbusteti e poi spietrate) , per realizzare e mantenere una rete sentieristica di collegamento idonea al passaggio di uomini ( sovente carichi) ed animali , per rendere disponibile l'acqua necessaria, per spandere il letame irrigando le superfici ( fertirrigazione).
Alpe Carpior
















Il problema è che anche alpeggi posti in zone più fortunate sono stati abbandonati, e questo ha certamente anche a che fare con la difficoltà di trarre un reddito sufficiente dalle attività zootecniche tradizionali di montagna nell'attuale contesto economico. 

Chiusura dell'anello

Alpe Furnel 

Reso omaggio all'orso , con un traverso ci rechiamo al Furnel , dove ormai anche il "furnel" o forno che dava il nome all'alpeggio è crollato, per poi raggiungere il Pian Saler ed andare ad attraversare ( con un pò di magia) il rio Verdassa , ricongiungendoci al sentiero che sale alla Miunda e chiudendo così l'anello all'alpe Losa di Ferro.
Alpe Saler

Conclusione

Qui c'è ancora molto lavoro da fare (  panorama  da cima Carpior verso la sx idrografica del vallone ) 
E' stata un'escursione molto bella e suggestiva , sicuramente da ripetere in futuro, ed anche molto utile perchè, almeno per quanto mi riguarda. c'è ancora molto lavoro da fare ( escursionisticamente parlando e non solo ) nella val Verdassa! Quindi grazie ancora ai maestri Franco e Blin per avermi guidato un quest'ennesima avventura! 
Arrivederci ed a presto con le Storie. 



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