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martedì 27 giugno 2017

Costa Vargnei - anello da Lasinetto per la bocchetta di Pianey ed il lago Lasin ( Escursioni non per tutti 12 )

Un'offerta che non si può rifiutare...

La Costa Vargnei , con le sue tre punte, costituisce la parte finale  della cresta spartiacque Lasinetto\Forzo nel tratto  che separa il vallone di Lasin dalla comba del Meialet e  dei laghi del monte Colombino, che ha inizio in corrispondenza della punta delle Tole Reverse.
La nostra meta...

E' un'ascensione che si svolge in luoghi selvaggi ed impervi, che il 99,9% degli escursionisti non conosce n è frequenta, così come buona parte degli abitanti della stessa Val Soana: il che è tutto dire.
La carta 3d rende bene l'idea della ripidezza 
E così quando l'amico Luca mi telefona per invitarmi a questo giro programmato con Giuseppe, in arte Blin, che sulla costa naturalmente ci è già stato , non posso certo rifiutare, anche se so già che dovrò soffire perchè a causa di un impegno serale indifferibile dormirò a malapena tre ore : il ritrovo è infatti fissato alle ore 5,10 a Pont ( senza contare il fatto che giusto questa mattina mi sono divertito ad esplorare "The darkside of Noaschetta" ).
Ho parlato di ascensione poichè l'itinerario va classificato come EE\F per via del tratto di  cresta da percorrere tra la punta Vargnei  I fino alla punta 3, dove le difficoltà diventano di tipo alpinistico poichè c'è spesso da usare le mani ed è necessario affrontare qualche passo di arrampicata facile ma esposto ( ed in questo non posso che concordare pienamente con la valutazione di Francoc59 ).

Prima parte: da Lasinetto alla bocchetta di Pianey

Da Lasinetto si percorre il sentiero per il lago Lasin fin nei pressi dei ruderi dell'alpe Ciavanis,subito a monte della quale parte una traccia, appena visibile, che sale ripidissima verso la bocchetta di Pianey ( e qui finisce, per quanto riguarda la salita, il percorso su sentiero vero e proprio, seppur arcigno e scomodo come quello che risale il vallone di Lasin).
La ripida salita..
Come riportato anche dalla guida del Cai-Tci, è lungo questa impervia traccia che gli animali venivano portati al pascolo alle grange Pianey, poste sul versante Forzo all'altezza della frazione Pezzetto ,  di costruzione probabilmente recente ma già abbandonato nel periodo tra le due guerre mondiali ( una sorte comune a molti alpeggi e piccole borgate nate durante il periodo di massima pressione antropica dell'uomo sulle Alpi , costruite in luoghi poco fortunati da proprietari sicuramente poco fortunati). La salita da Pezzetto, ci dice Giuseppe, si svolge infatti in un ambiente ancor più ostico...
L'alpe Ciavanis invece , a giudicare dalla cotica erbosa e dai numerosi ceppi di larici tagliati ormai decenni fa, non doveva essere poi così male... 
Mitigata dalla fioritura dei maggiociondoli...
Grazie alla guida sicura di Giuseppe, ed al suo proverbiale fiuto per i sentieri "scomparsi", riusciamo a non perdere mai la traccia, fattore prezioso per risparmiare qualche energia; la dura salita è addolcita dalla magnifica fioritura dei maggiociondoli, che punteggiano l'intero versante fin quasi alla bocchetta, e degli asfodeli.
Alle nostre spalle spiccano i versanti nord del monte Colombo e della punta Sili, che osservate da questo lato non presentano la caratteristica forma piramidale che invece le caratterizza se viste  da sud ( Ribordone) .
Dalla bocchetta Pianey: uno sguardo verso il versante Pezzetto; sullo sfondo Torre Lavina, Cresta del Cavallo e Punta Tressi
Arrivati alla bocchetta non possiamo fare a meno di concederci una piccola pausa ristoratrice, anche per godere di questo luogo "mistico" e del suo panorama molto particolare. Un rapido sguardo sul versante Pezzetto, in direzione delle grange Pianey, unito al pensiero della ripida salita appena affrontata, mi spinge a chiedermi quale diabolica necessità avesse spinto dei poveri cristi a doversi conquistare il pane su queste "rive", per giunta anche parecchio pietrose! Mi auguro che una situazione socioeconomica simile non abbia mai più a ripresentarsi! 
Fortunatamente la pausa non è troppo lunga perchè dopo appena 5 minuti di sosta la mancanza di sonno comincia a farsi sentire e mi vien da chiudere gli occhi: pazzesco !

Seconda parte: lungo la cresta, di punta in punta...

Dalla bocchetta di Pianey si sale leggermente sotto la cresta ( versante Lasin naturalmente) , traversando verso ovest , lungo ripidi pendii erbosi, fino a raggiungere una dorsale che in breve ci conduce alla punta delle Tole Reverse 2413 m. C'è un pò di nebbiolina che va e che viene, togliendo visibilità al percorso ed al panorama, ma Giuseppe come al solito  non sbaglia niente, ed a noi basta seguirlo mentre ci conduce con passo sicuro.
Luca in cima alle Tole Reverse
Anche qui facciamo una piccola pausa, soprattutto per capire come si muovono le nuvole che coprono parte del nostro percorso e decidere il da farsi: non si tratta comunque di nebbie così dense e persistenti da impedire la prosecuzione del nostro cammino, ed inoltre è ancora presto come orario, per cui valutiamo possibile proseguire. Io sono nuovamente vittima dell'abbiocco ma ancora una volta la pausa fortunatamente è breve.
Delle rade nebbioline insistono sulla costa Vargnei ( vista da Tole Reverse)
Mentre incominciamo a percorrere il successivo tratto di cresta fino alla quota 2460 m, sullo scosceso versante Forzo\Meialet, alla nostra destra assistiamo allo spettacolo di due pernici bianche che "giocano" in volo, planando e decollando di cengia in cengia, quasi completamente indifferenti alla nostra presenza ( peccato non siano abbastanza vicine da riuscire  a fotografarle ), impegnate in un volo rituale legato all'accoppiamento ( siamo a giugno, in un periodo alla fine del periodo degli accopiamenti ) come mi conferma l'amico Michele, gran conoscitore dei galliformi...
Arrivati alla quota 2460 m abbandoniamo la cresta per effettuare un traverso verso sinistra fin sotto alla quota 2717 di Costa Vargnei , alla quale saliamo per un pendio erboso.
Una curiosità: il "vargnu" in dialetto locale è l'abete bianco, ragion per cui questa doveva essere la costa dei "vargnu", cioè con presenza di abeti bianchi: se questa ipotesi fosse vera, pensate a come dovesse essere più caldo il clima al tempo in cui a questa zona i locali diedero tale nome! Un nome che in questo caso dovrebbe addirittura esser fatto risalire all'epoca medioevale antecedente la cd. "piccola era glaciale", durante la quale viceversa sono sicuramente nati altri toponimi che indicano, per esempio, la presenza del faggio a quote molto più basse di quelle attuali ( es. Foere, Fey, Feilongo etc etc ). Ma sono solo speculazioni a cui non si può trovare riscontro così su due piedi...
Giuseppe in cima alla  q. 2717 della Vargnei 
Dalla quota 2717 seguiamo ora la cresta sommitale , raggiungendo con un saliscendi in sequenza una piccola bocchetta,  la Vargnei II ( q. 2747 ), un colletto ed infine la Vargnei I ( q. 2838), con triangolino di vetta del Cai di Rivarolo. 
Come già detto nell'introduzione, questo tratto del percorso è facile e divertente ma si svolge tutto su una cresta di blocchi e massi accatastati che richiede sovente l'utilizzo delle mani e presenta qualche passaggio un pò esposto ( ragion per cui bisogna fare la massima attenzione), con difficoltà sostanzialmente di tipo alpinistico.
La cresta che conduce alla Vargnei I ( q. 2838) : divertente ma bisogna fare attenzione.

Dalla vetta splendido il panorama sul selvaggio vallone di Forzo...
Bel panorama sul lago

Terza parte: la discesa

Dalla Vargnei I ritorniamo al colletto , dal quale scendiamo per pendii erbosi verso un pianoro posto lungo il sentiero poco oltre il casotto Pngp del Lazin , passando per una pietraia ed attraversando una conca nella quale scorre un piccolo rio, che è  dotata di una rudimentale scalinata in pietra (dove ci fermiamo a consumare il meritato pranzo al sacco).
Scendendo nel primo pomeriggio è meraviglioso il colore blu scuro con il quale si presentano le acque del lago Lazin oggi, per di più contornate da una splendida e massiccia fioritura di rododendri.
Lago Lazin blu scuro
Una volta raggiunto il percorso segnato non ci resta che seguirlo e così, passando per il casotto Pngp, il lago Lasin  e sfruttando la variante attrezzata di q. 1700 m circa ritorniamo nei pressi dell'alpe Ciavanis, quindi Pian Bosco ( dove ci aspetta la tradizionale ed odiata risalita  riservata agli escursionisti che si avventurano nel vallone di Lasin, avendo noi scelto di non praticare la variante bassa) etc etc fino a giungere nei pressi della grande goia di Lasinetto, dove ci concediamo un refrigerante pediluvio, prima di tornare alla macchina, un pò stanchi ma molto soddisfatti! 
Arrivederci ed a presto con le Storie!
La goia di Lasinetto


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