Premessa
La penultima settimana di ottobre 2019 si è caratterizzata sia per le temperature miti che per una perturbazione che ha colpito il nord-ovest, con quota neve sempre piuttosto elevata. L'ultima parte della settimana ha visto il ritorno del bel tempo, con temperature sempre sopra la media di stagione: quale migliore occasione per andare ancora una volta in quota ed ammirare la bellezza della montagna in veste autunnale, arricchita dalla recente "spolverata" di neve in quota ?
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Il... continua a leggere per scoprirlo ;) ! |
Il vallone di Forzo - appunti di geografia locale...
L'autunno è una stagione speciale in
Val Soana, di cui il
vallone di Forzo rappresenta senza dubbio l'angolo dall'aspetto più
selvaggio e di carattere
prettamente alpino, con le cime più alte e con l'unico ghiacciaio, il
Ciardonei, da tempo oggetto di studio e monitoraggio da parte della
Società Meteorologica Italiana .
Per provare a rendere l'idea , ecco una foto scattata il 5 febbraio 2016 , durante una splendida giornata invernale, da quel fantastico punto panoramico che è l'
Ancesieu , foto sulla quale mi ero divertito a "segnare" il nome delle varie punte...
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Le cime del vallone di Forzo |
Il vallone di Forzo , interamente ricadente nel territorio del comune di
Ronco Canavese è solcato dall'
omonimo torrente, che confluisce nel Soana in località Fucina. I suoi affluenti principali sono il
rio Lazin ( da cui gli omonimi vallone e lago ) , con confluenza presso la borgata Lasinetto, il
rio Forzo ( chiamato così sulla carta Igm 1:25.000), con confluenza presso Molino di Forzo, ed il
rio Pisone , le cui acque raggiungono quelle del torrente principale poco a valle della frazione
Boschiettiera.
Il vallone di Forzo presenta una conformazione del rilievo particolare e complessa, risultato delle vicende glaciali e post-glaciali, che vale la pena di descrivere in maniera sintetica.
Nei pressi di Molino di Forzo, posta sul conoide alluvionale ubicato alla confluenza del rio Forzo nel torrente Forzo, ecco che il vallone si divide in due parti, con il vallone principale che prosegue in direzione del colle di Bardoney , ed un vallone secondario che si apre a sx dell'abitato di Molino, delimitato a nord-ovest dal monte e dalla costa Colombino, a nord dal terrazzo glaciale sulla sommità del quale si trova la casa di caccia "Vittoria" del Vasinetto e dal Meal, ad ovest dalla Piata di Lazin ed a sud dalla modesta elevazione della Gucia.
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Ortofotocarta 3d: 1 Vallone di Lazin; 2 Lago Lazin; 3 Costa Vargnei; 4 Piata di Lazin; 5 Monte Colombino; 6 Vallone Umbrias; 7 Passo Lago Gelato; 8 Lago Gelato; 9 Costa Umbrias o Braias; 10 Punta Gialin; 11 Comba Meialet; 12 Gole Rio Pisone; 13 V.ne Ciardonei; 14 V.ne Lavina; 15 Punta Rossa di Forzo; 16 Finestra Valletta; 17 Monveso di Forzo; 18 zona periglaciale Ciardonei; 19 Torre Lavina; 20 Cime del Cavallo; 21 Punta Tressi; 22 Cima Fer |
A Nord di questo terrazzo glaciale scorre, incassato in una profonda gola, il rio Pisone , caratterizzato da rapide e grandi cascate; alla confluenza del rio Pisone nel torrente Forzo, il vallone principale si divide nuovamente in vallone di Lavina ( direzione Bardoney) e vallone di Ciardonei. Ma è nei pressi delle grange Vasinetto , poste appena a nord ed a valle della casa di caccia omonima, che il vallone di Ciardonei diventa tale, riacquistando una morfologia più aperta. Qui il rio Pisone, a monte della confluenza con il rio discendente dal vallone di Umbrias , diventa infine Rio Geri.
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Cartina del percorso in scala 1:20.000 |
La meta di giornata prescelta è il
bivacco Revelli, posto a 2610 m di quota sulla sommità di uno spalto roccioso che domina il pian delle Mule a sud ed il
pian Valletta a nord-est. Infatti, a voler essere pignoli, il bacino solcato dal rio Geri si divide nei pressi dell'alpe
Pian delle Mule in un bacino principale proveniente dal
pian Valletta ed un bacino secondario proveniente dal Pian delle Mule; entrambi "nascono" però dal ghiacciaio di Ciardonei.
Nel cuore del Gran Paradiso
Le
forme del territorio con le quali si presenta l'odierno vallone di Forzo sono il risultato dell'incrocio tra complesse vicende
geologiche e
climatologiche. Da un punto di vista geologico il territorio del vallone fa parte del
massiccio cristallino del Gran Paradiso , costituito da
gneiss occhiadini, solide rocce molto adatte per ricavare "lose" , ma non così facilmente alterabili dagli agenti atmosferici.
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L'intrusione scistosa ( quadrati verdi ) nel massiccio del Gran Paradiso |
E' proprio questa
difficile alterabilità del substrato roccioso la causa dei
versanti ripidi e rocciosi che caratterizzano il vallone, ad esclusione dello stretto fondovalle e delle principali conoidi alluvionali ( per esempio quelle dove sorgono Lasinetto e Forzo ) , "riempiti" nel corso dei millenni dai
depositi glaciali ed alluvionali e dai movimenti franosi. Fa eccezione anche la
parte centrale dell'alto vallone di Ciardonei, caratterizzata dalla presenza di estesi pianori glaciali : essi infatti insistono su rocce scistose più "tenere" di diversa origine, non facenti parte del massiccio del Gran Paradiso, che sono state più facilmente alterate dall'azione dei ghiacciai, delle acque e degli agenti atmosferici. Tale "infiltrazione"
di scisti più teneri , come si vede bene nella cartina, arriva grosso modo fino allo spalto roccioso ove è ubicato il Bivacco, che in questo punto del vallone segna il confine con la zona degli gneiss occhiadini. Nel determinare la morfologia di questa parte del vallone di Ciardonei, nella quale si trovano non a caso anche gli alpeggi più grandi, ha sicuramente giocato un ruolo fondamentale anche la tipica
azione glaciale, con i suoi arretramenti ed avanzamenti uniti ad intensità di erosione differenziate sul territorio, spesso nel giro di poche centinaia di metri
La "Vi Viei"
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La "Vi Viei" |
Questa volta, anzichè partire da Forzo, decidiamo di lasciare l'auto poco più in basso , a Pezzetto, per percorrere la suggestiva "
Vi Viei", ovvero l'antica mulattiera che collegava
Pezzetto a
Molino di Forzo, oggi arricchita dalle opere d'arte di alcuni abitanti, già protagonisti della realizzazione dei famosi
presepi che vengono annualmente esposti tra l' Immacolata e l'Epifania: vi invitiamo caldamente a venire a visitare questa
"galleria d'arte" a cielo aperto.
L'idea di una partita a scacchi in riva al torrente mi attira ogni volta che passo di qui , ma il tempo è sempre tiranno !
Da Molino di Forzo, ove si trovano i locali della Società Operaia e l'Osteria delle Alpi ( unico esercizio pubblico del vallone di Forzo che fa anche da rivendita di alimentari) , lungo la strada asfaltata in breve raggiungiamo Forzo.
Da Forzo al Vasinetto
Il sentiero per il Vasinetto costeggia a sinistra la frazione per addentrarsi nel "vallone" ( forse sarebbe più corretto denominarlo "comba" ) inciso dal "rio Forzo": denominazione adottata dall'Igm che corrisponde al "rio Tumelet" nella più recente carta Mu della Valle Soana.
L'
impetuoso torrente che percorre questo ampio quanto breve fondovalle laterale, caratterizzato dalla presenza di una discreta superficie
prato-pascoliva, è il risultato dell'apporto di tutta una serie di rii minori. Alcuni capi bovini di
razza piemontese stanno ancora pascolando nei dintorni...
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Bovine al pascolo nei pascoli adiacenti Forzo |
Le superfici
subpianeggianti e terrazzate lasciano però spazio, nel giro di poche centinaia di metri, a versanti con pendenze via via crescenti e molto accentuate, con insediamenti umani temporanei sparuti e poveri, specialmente ad est ed a sud , in direzione della
comba del Meialet .
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Salendo al Vasinetto: il monte Colombino 2470 m ( al sole) e la costa Vargnei ( in ombra) delimitano la selvaggia comba |
Le cose vanno un pò meglio in direzione nord, dove il versante sx idrografico è costellato da numerosi alpeggi, e dove una
bella mulattiera risale ripida all'interno del
bel bosco di larici passando nei pressi di diversi alpeggi ( Prariond, Betassa, Surinà, Combi), fino a raggiungere la sommità del versante, ove è posta la casa di caccia Vittoria , di
proprietà privata, con magnifica vista sulla
Torre Lavina e sull'alpe Gran Fumà, posta sull'altro versante della
profonda gola incisa dal rio Pisone.
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Magnifica vista sulla Torre Lavina |
Oltre alla bellezza della struttura, è sempre magnifico il colpo d'occhio di cui si gode da questa balconata naturale, in special modo sulle vette circostanti, oggi di bianco vestite, con il primo abito nevoso della stagione, tra le quali svetta l'elegante piramide della
Grande Uja di Ciardonei.
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Dalla casa di caccia, vista sulle cime circostanti. In fondo a sx l'elegante sagoma della Grande Uja. |
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La casa di caccia |
Dal Vasinetto all'alpe Pian delle Mule
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Guardando verso valle, zone in ombra ed assolate |
Dalla casa di Caccia, passando nei pressi delle costruzioni delle grange Vasinetto, il sentiero costeggia il rio Geri; lasciato a sx il bivio per il passo del lago Gelato ed a dx un ponticello in legno con le indicazioni per l'alpe Muanda, prosegue lungo il fondovalle ancora non completamente illuminato dal sole.
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Alpe Pian delle Mule; sullo sfondo a dx Roccia Azzurra e Monveso di Forzo |
Dove il sole non è ancora arrivato, le pietre sono ancora avvolte da una sottile pellicola di ghiaccio, ragion per cui occorre fare attenzione a non scivolare onde evitare "legnate", e si sente che siamo a fine ottobre ad oltre 2000 m di quota.
Fortunatamente il percorso segnato molto presto si alza in direzione dell'alpe Pian delle Mule, dove il sole splende e le temperature sono decisamente gradevoli.
Il paesaggio circostante l'alpe Pian delle Mule 2285 m è dominato dalla Roccia Azzurra 3305 m e dal Monveso di Forzo 3319 m , ma sono le costruzioni dell'alpeggio a catturare la nostra attenzione ed a spingerci ad un approfondimento!
La prima cosa che notiamo è la luce sopra la stalla, con porta, che indica la presenza di una mansarda ad uso abitazione ; non si nota però nessuna scala di accesso.
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E' caduto il letto! |
Una veloce ispezione conferma la nostra impressione: nella stalla possiamo osservare la
rete metallica di un letto, ormai caduta sul pavimento al pari delle
assi di legno che costituivano il tavolato della mansarda! Anche la
copertura in lose, a giudicare dalla grande quantità di luce che vi filtra, non sembra destinata a sopravvivere a lungo; in compenso però la luce ci consente di ammirare l'
orditura del tetto, realizzata in legno di larice con struttura portante a capriata.
Travi e pali appaiono perlopiù in buone condizioni, a testimonianza della grande durabilità di questa essenza legnosa: "basterebbe" intervenire al più presto mettendo a posto le "lose".
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Ed anche il soffitto! |
Al fondo della stalla , un muro divisorio separa un altro locale da quello destinato al ricovero degli animali. Qui viene anche risolto in parte l'enigma dell'accesso al piano mansardato: una scalinata in pietre e cemento ne garantiva l'
accesso dall'interno! Ma un accesso doveva esservi pure dall'esterno: altrimenti come spiegare la presenza di una porta ? Sarebbe bastata una finestra od un piccolo lucernario!
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Vano d'accesso interno al piano mansardato |
A che cosa serviva quest'altro locale ? Con ogni probabilità era
destinato alla caseificazione ! A nord della stalla, nei pressi di una roggia, ecco i resti di un "
crutin" ( o così almeno presumiamo)...
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Resti di un "crutin" ? |
Ed ecco che chiudendo gli occhi
sembra di veder nuovamente scorrere la vita umana in questo luogo: il suono dei
campanacci, il calpestio ed i muggiti dei bovini che rompono il silenzio della notte, "cullando" il sonno dei pastori; la
fioca luce di una lampada a petrolio che scalfisce il buio della notte con grande parsimonia; il
tepore animale che riscalda l'ambiente, a sostituzione della stufa; i secchi di latte versati nel grande paiolo di rame, margari e garzoni impegnati a pulire la stalla, a spandere il letame, ad andare o ritornare dal pascolo.
Sembra anche di sentire
l'odore di letame ed urina proveniente dal piano terreno, magari non insopportabile ma inevitabile bolletta da pagare , più o meno salata, per godere del tepore bovino...
Dall'alpe Pian delle Mule al bivacco Revelli
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Laghetto q.2290 m |
Nei pressi dell'alpeggio, un bel laghetto è situato immediatamente a valle della spalla erbosa sopra la quale si trova l'ormai vicino Pian delle Mule. Quando giungiamo nei pressi della sommità di tale spalla, ecco che comincia la presenza di neve al suolo, dapprima discontinua e poi via via più consistente fino a divenire continua dal pian delle Mule in poi.
E qui cominciano anche le
nostre maggiori fatiche, dato che pur essendo lo spessore della neve di pochi centimetri, a causa del caldo la sua consistenza si presenta
molle e sfondosa,
ma anche le maggiori soddisfazioni: anche noi dobbiamo pagare la nostra bolletta alla stagione!
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Grande Uja allo specchio |
Giunti nei pressi del Pian delle Mule, ecco lo spettacolo della Grande Uja che si specchia in una piccola pozza d'acqua. Che dire allora del Pian delle Mule?
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Pian delle Mule |
E del lago omonimo , vero e proprio
"tesoro blu" oggi rivestito d'argento ? Oggi è tutto semplicemente perfetto, meraviglioso: qualunque parola ora mi sembra superflua, "può solo fare danni", parafrasando i
Depeche Mode...
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Lago Pian delle Mule |
Parafrasando invece gli
Aerosmith, penso che vorrei rimanere sospeso in queste emozioni per sempre, se solo si potesse fermare il tempo ! Ma il tempo non si può fermare, ed allora occorre far tesoro di ogni attimo di felicità, cogliere ogni respiro della montagna, sentirsi tutt'uno con la Terra, godersi questi assaggi di paradiso. Certamente la fotografia ci viene in aiuto nel fissare dei
ricordi, che sono però dei pallidi ricordi, poichè le emozioni ( grazie a Dio) non si possono ancora fissare su un rullino o su una sd card: esse sono autentiche!
Autentiche come le nostre montagne : non farei mai a cambio con Cervinia, Gressoney o Courmayeur, nonostante il Cervino ed i massicci del Rosa e del Bianco siano indubitabilmente paesaggi molto più grandiosi, maestosi.
Tornando al sodo, ecco che da qui cominciamo a scorgere in lontananza il bivacco Revelli: esso si trova in cima allo spalto roccioso posto oltre il lago, al fondo del pianoro glaciale, ossia proprio dove ci si aspetterebbe di trovarlo. A dispetto della posizione però, esso non è così facilmente individuabile, specialmente in caso di nebbia o maltempo!
L'ultimo tratto del percorso è il più duro, poichè sovente la neve marcia sulla quale camminiamo ricopre un terreno pietroso con i relativi buchi, oltre a coprire i più che mai preziosi ( in questo caso) segni biancorossi:ecco che il costo della bolletta sale ulteriormente!
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Il bivacco Revelli |
Il bivacco Revelli- Viano
Il bivacco , di proprietà della sottosezione
Geat del Cai di Torino, dispone di 4+1 posti letto ed è dedicato alla memoria dell'accademico
Luigi ( Gino) Revelli , caduto il 3 luglio 1955 nel canalone di Lorousa nelle Alpi Marittime, insieme alla ventenne
Maria Celeste Viano.
Da qui si domina la valle e si ha anche un'ottima visuale sulle montagne circostanti; le temperature sono davvero gradevoli, tanto gradevoli che come dessert posso addirittura permettermi il lusso di pucciare un krumiro nella cioccolata calda !
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Cioccolata calda e krumiri al bivacco |
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Panorama verso la Torre di Lavina |
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Roccia Azzurra e Monveso |
Proseguendo oltre il bivacco in direzione nord-ovest è possibile raggiungere il ghiacciaio di Ciardonei, l'ultimo ed unico ghiacciaio della valle Soana, ma non è oggi il giorno adatto per farlo.
Il pian della Valletta
Poco sotto lo spalto del bivacco si trova il bivio tra il sentiero proveniente dal Vasinetto,da noi percorso in salita, e quello proveniente dall'alpe Muanda, dal quale scenderemo. Complici la neve e la scarsa visibilità dei segni dovuta alla bianca presenza, scendiamo al pian della Valletta alla meglio, anche se davvero non possiamo sbagliare perchè c'è visibilità ed il lungo pianoro glaciale si trova proprio sotto di noi !
Che lo si guardi verso monte o verso valle, l'ambiente è davvero mozzafiato: ricollegandoci alle riflessioni di cui al Pian delle Mule, lasciamo dunque la parola ai ricordi fotografici...
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Vista verso monte |
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vista verso valle |
Giunti
quasi al fondo del lungo pianoro, incontriamo le indicazioni per la
Finestra Valletta, valico che mette in collegamento con l'adiacente
vallone di Lavina. Bisogna riconoscere che in questi anni il comune di
Ronco Canavese sta davvero svolgendo un egregio lavoro sulla sua rete sentieristica: pulizia periodica, segnali, cartellonistica. Complimenti e grazie a chi amministra il comune!
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bivio per la Finestra Valletta |
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Giochi di luci al fondo del piano |
L'alpe Muanda e la Gran Fumà
Ma le attrattive di giornata non finiscono qui: abbandonato il Pian Valletta, con discesa ora più veloce raggiungiamo l'
alpe Muanda, ove si trova un casotto di sorveglianza del Pngp e dove un tempo si trovava il "
rifugio Forzo" ( ancora segnato sulla cartina Igm riportata nell'articolo).
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Casotto Pngp Muanda |
Ignorata la diramazione che a destra va verso il Vasinetto, continuiamo la discesa raggiungendo l'alpe Gran Fumà, recentemente oggetto di una magnifica opera di ristrutturazione da parte dei proprietari. Qui si che ne venivano ospitate di vacche, durante la stagione estiva! Un alpeggio nobile, oserei dire! Quando lo raggiungiamo il sole se ne è già andato, ma non dalle vicine vette, dando così vita ad un bel contrasto di luci e colori..
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Gran Fumà e Torre Lavina |
Boschiettiera
Abbandonati i pianori dell'alpe Gran Fumà, il sentiero, dopo essere passato nei pressi delle diroccate Grange Vellerei, entra nel bosco di larici ed incomincia a scendere ripido verso Boschiettiera, borgata un tempo abitata tutto l'anno, al pari della vicina Boschietto.
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Si scende nel bosco di larici... |
Attraversato il torrente
Forzo su di un sontuoso ponticello in legno di recente costruzione, ecco che arriviamo nella bella
Boschiettiera, che
per quelli che sono gli standard della nostra zona rappresenta la realizzazione materiale di un sogno: una borgata in buone condizioni generali , con diverse abitazioni
ristrutturate in maniera eccellente pur non essendo raggiunta da alcuna pista o strada ( nella maggior parte dei casi per vari motivi non si riesce a ristrutturare anche se i fondi sono serviti da piste) . E lo stesso discorso potrebbe essere fatto per la vicina
Boschietto . Praticamente un miracolo, anzi due: sarà merito della protezione della
Madonna della Neve, cui è intitolata la cappella di Boschietto ?
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Un sontuoso ponticello in legno |
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Boschiettiera, un sogno realizzato ? |
E per finire...
Mentre riprendiamo a scendere verso Forzo, penso che se Boschietto e Boschiettiera fossero abitate tutto l'anno sarebbe il massimo : ma chi può davvero permettersi di vivere qui tutto l'anno ? Sono sicuro che molti vorrebbero anche farlo, ma non possono! Famiglia, lavoro etc etc
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Un saluto alla Punta Rossa di Forzo |
Abbandonata la mulattiera che scende a Tressi, attraversiamo su un ponte il torrente Forzo, che qui si mostra in tutta la sua esuberanza e bellezza, con le sue spumeggianti rapide e le pozze cristalline , fino a raggiungere l'omonima borgata.
Arrivati a Molino vediamo che c'è parecchio movimento: alcuni sono intenti a fare le caldarroste ed anche l'Osteria delle Alpi è animata! Perchè non prenderci qualcosa di caldo prima di tornare a Pezzetto?
Tanti anni fa - forse una ventina, non avevo ancora la patente - ero venuto ad assistere al concerto di alcuni amici che avevano suonato proprio qui ed avevo perso il telefono cellulare, prontamente ritrovato dai gestori di quel tempo: così il giorno dopo, accompagnato da mio padre , andai a riprenderlo. Entrambi facemmo una consumazione, per piacere e per riconoscenza. Ricordo che io presi un rabarbaro caldo con zucchero, dato che non avevo digerito bene...
All'interno del locale si respirano un'atmosfera famigliare ed un bel caldo di stufa a legna; gli avventori mostrano una rilassante vivacità, chiacchierando con gusto.
Rinfrancati nel corpo e nello spirito, riprendiamo la Vi Viei a sera, per far ritorno alla macchina, con la quale facciamo un'ultima puntata a Ronco capoluogo per fare shopping di tome locali ed ammirare l'arrivo del nuovo Postamat ( finalmente anche la Valle Soana ha nuovamente un punto di prelievo del contante ) prima di fare ritorno a casa. La valle Soana ha molto da offire!
Conclusione
Bene, per la prima volta su questo blog ci siamo occupati del vallone di Forzo. Ma le sue attrattive non finiscono qui : senza dubbio torneremo a parlarne in futuro! Nell'attesa, vi ricordo che trattasi di escursione obbligatoria e dunque la prossima estate dovrete necessariamente recarvi al bivacco Revelli. Specialmente se avete avuto il gusto ed il coraggio di arrivare fino al fondo di questo articolo! Arrivederci ed a presto con le storie!
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