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sabato 3 febbraio 2018

Ciaspolate alternative 4 - Gran Prà e anello del vallone del Roc da Noasca

Tempo in miglioramento ( l'importanza delle previsioni del tempo) 

E' venerdì e fa brutto: ci sono precipitazioni, con limite della neve sui 1000 m per le nostre zone,  ma per il giorno seguente sono previsti l'esaurimento dei fenomeni e l'arrivo di ampie schiarite. Almeno queste sono le previsioni del servizio meteorologico dell'Arpa Piemonte   e di Nimbus , che poi sono le mie  "preferite" , cioè quelle che forniscono il massimo dettaglio territoriale possibile, che non è quello che la maggior parte degli utenti cerca e crede di trovare nei più famosi siti meteo:  "meteo Locana"," meteo Codroipo" , che tempo farà alle 10,00 od alle 11,00 etc etc non sono infatti previsioni del tempo ma modelli statistici/matematici più o meno affidabili. Nessuno infatti è in grado di prevedere con esattezza se a Locana pioverà fino alle 10,00 e smetterà alle 10,30 o se al tempo stesso ci sarà il sole a Sparone. Naturalmente le previsioni di Arpa e Nimbus bisogna saperle leggere: datevi da fare !
Il Gran Prà ed il Gran Carro
Tanto per la cronaca, tutti i maggiori siti meteo, se cercavi "meteo Noasca", per il giorno seguente davano nuvoloso tutto il giorno; mentre Arpa parlava di schiarite a partire dalla tarda mattinata e Nimbus a partire da metà mattinata.  Decidiamo così di trovarci con molta calma verso le 10,00, proprio per goderci il bel tempo e quando arriviamo a Noasca già c'è il sole, sono cominciate le schiarite: vince Nimbus.

Cartina Igm 1:25.000 ( con scala ingrandita a 1:15.000). Fonte: portale cartografico nazionale ( scorri verso destra per visualizzare) 


Senza sosta ma senza meta  


Il nostro obiettivo è salire verso il Gran Piano, anche se non abbiamo una meta precisa: oggi non ci vogliamo porre limiti, nè superiori , nè inferiori, che non siano quelli dati dalla sicurezza nei confronti del rischio valanghe.
Tanto per fare due passi in più e per non portare la macchina fino a Balmarossa, decidiamo di cominciare a camminare a partire dalla fermata dell'autobus posta appena a monte dei tornanti di Noasca, raggiungendo così a piedi la frazione,  lungo il sentiero gta segnato con bollini bianco\rossi.
Riuscite a vedere i caprioli nella foto ? 
In questo primo tratto la neve fresca accumulata è ancora poca, ragion per cui non calziamo immediatamente le ciaspole; a farci compagnia, nei giovani boschi che hanno preso il posto dei prati, gruppi di simpatici caprioli .
Arrivati al bivio per il vallone di Noaschetta, calziamo ( finalmente ? ) le ciaspole ed  imbocchiamo il sentiero per la frazione Varda, raggiunta la quale svoltiamo a destra sul sentiero che conduce alla Casa di Caccia del Gran Piano, sempre in compagnia di gruppi di caprioli.
Bivio di Balmarossa superiore

Da questo punto in poi, in presenza di neve, diventa  più difficile reperire il giusto percorso in assenza di una traccia battuta ( visto che sono pochissimi quelli che ci vengono a ciaspolare) , ragion per cui ciascuno deve essere in grado di valutare  le proprie capacità di orientamento e la propria conoscenza del territorio. Se invece una traccia c'è , potete confidare nelle conoscenze e nelle capacità di chi l'ha battuta prima di voi e seguirla...

Valanghe in diretta  

Appena usciti dal bosco, ai piedi del dosso su cui sono poste le alpi Muracci, ecco che sentiamo un forte rumore! Ma che cos'è ? Un elicottero? Una valanga? Di qui non riusciamo a vederlo! 
Arrivati in cima al dosso, ecco che volgendo lo sguardo in direzione del becco dell'Alpetto arriva la risposta: era una valanga !
Valanga : ben visibili  la superficie di distacco e le zone di scorrimento e di accumulo della neve 
Che cosa possiamo dire di questa valanga? La prima cosa che salta subito all'occhio è che essa ha coinvolto l'intero manto nevoso presente al suolo, scorrendo sul suolo ( dunque una valanga "radente"), forse completamente sgombro prima delle ultime nevicate o comunque non consolidato; che si è staccata a partire da una sezione ripida di un pendio esposto a sud e si è scaricata nel canalone adiacente.  Una situazione classica che si verifica durante o subito dopo le nevicate! 
Ma la cosa più importante che possiamo dire è che per andare verso il Gran Piano con le ciaspole non bisogna assolutamente passare dalla mulattiera reale di caccia, che i canaloni che scaricano dal monte Castello e dal becco dell'Alpetto li attraversa praticamente tutti, a meno che non ci sia poca neve ed i suddetti canaloni non abbiano già scaricato.
La sensazione di libertà del battere la pista nella neve fresca

Al Gran Prà 

Il sole ed il cielo sereno hanno definitivamente conquistato il campo: la giornata è bellissima, i camosci hanno sostituito i caprioli e  noi ci sentiamo letteralmente inebriati, di spazio e di colori, persi nell'immenso oceano bianco di neve senza fine.
Il Gran Carro nei pressi dei Muracci

Ma quanto è bello muoversi lungo questo manto vergine, immacolato ?  Che sensazione di libertà trasmette all'animo umano il battere la pista nella neve fresca,  il poter scegliere il percorso autonomamente, senza alcun condizionamento che non sia quello dato dalla morfologia del luogo e dalle condizioni ambientali ?
Il  maestoso becco dell'Alpetto
Se trovate il mio linguaggio iperbolico, provate a guardare e riguardare le foto e,  se ancora lo trovate eccessivo, venite a provare questo itinerario nelle medesime condizioni dopo essere andati a punta Cia in un giorno "di punta" ( senza nulla voler togliere ovviamente al nostro luna-park invernale totalmente valanghe-free!) .
Bivio Gran Prà -Gran Piano
Uno dopo l'altro passiamo nei pressi dei vari alpeggi: Muracci di sotto, di sopra, Lostes, Ramaiot, Fortuna e, infine, il Gran Prà! Questo alpeggio, che per tutta l'estate ho visto pulsare,  pieno di vita, è oggi semisepolto dalla neve , è in pausa: sembra quasi che la cavanna, la stalla ed il crutin abbiano anch'esse il bisogno di svuotarsi, di riposare le proprie stanche mura per un congruo periodo.
Crutin "a riposo"
Contemplare l'orizzonte, essere in grado di fermarsi per lungo tempo senza fare nulla, immersi in pensieri profondi, è una cosa di cui tutti avremmo bisogno , ma che noi uomini moderni non siamo più in grado di fare. La montagna ed il cammino rimangono comunque due validi alleati per raccogliere pensieri, approfondirli, contemplare...
Ps: mi raccomando al bivio Gran Piano -Gran Prà proseguite per il Gran Prà, non andate a mettervi in pericolo...

Alpe Gran Prà e punta di Ciamosseretto



Il vallone del Roc

Quando  arriviamo al Gran Prà  è già l'una passata, ragion per cui decidiamo di mangiare qualcosa e  cominciare la discesa, con l'intenzione di realizzare un anello tornando alla  fermata dell'autobus passando dal vallone del Roc e da Pianchette. Tornati alla Varda penso: "chissà se qualcuno oggi è venuto su a fare una passeggiata ed ha battuto la traccia? ".  La risposta, manco a dirlo, è no!  Ma ormai di salita ne rimane davvero poca e non è il caso di farne un dramma: tutto allenamento
Camosci infestanti


Lungo la mulattiera che sale nel vallone del Roc i camosci sono praticamente infestanti : ce ne sono dietro ogni albero,  ogni angolo e sembrano osservarci con occhi diversi, più curiosi e meno impauriti del solito ( sarà perchè mi avevano già visto qualche giorno prima ? ) .  
Camosci infestanti 2
Il binocolo, che oggi ho scelto di portare con me, mi torna utile: per osservare dapprima un gipeto e poi , una volta giunti alle Capelle, per controllare la posizione degli stambecchi, che peraltro sono al solito posto.  In realtà lo avevo portato per tentare una caccia fotografica ardita, cioè lo scatto alla coturnice , da osservare a distanza  con il binocolo per poi avvicinare il più possibile con estrema cautela, ma oggi di coturnici neanche l'ombra. Si vede che dopo le nevicate dei giorni precedenti hanno preferito mettere le zampe all'asciutto da qualche altra parte a me ignota...
Salendo verso Mola, vista verso la testata del vallone del Roc

Attraversato il ponte sul torrente Roc, raggiungiamo Borgovecchio, con la sua caratteristica chiesetta;  quindi cominciamo la discesa sulla destra idrografica del vallone, in direzione di Fregai.
Anche adesso che il sole ci ha lasciati, dandoci appuntamento a Pianchette, l'ambiente circostante non ha  perso nulla del  suo fascino, e noi continuiamo ad ostentare la nostra condizione di liberi escursionisti, battendo la pista...
La chiesa di Borgovecchio, con alle spalle Denti del Broglio e Becca di Monciair
Poco prima di Fregai, i resti di una passerella in legno che collegava ad una zona di terrazzamenti posta sull'altra sponda del torrente ci parlano di un passato operoso ( e del nostro presente di perdigiorno   a zonzo per le valli ); i ruderi della borgata mostrano un insediamento umano avente dimensioni di tutto rispetto!
Cappa a Fregai
Dopo Fregai, il percorso continua in un magnifico bosco di faggi, con ripide e regolari svolte che ci portano in men che non si dica a raggiungere la grande frazione Pianchette, dalla quale continuiamo a piedi sull'asfalto fino a raggiungere l'auto lasciata alla fermata del bus!

Conclusione

Questo percorso è davvero un'ottima alternativa agli itinerari solitamente più frequentati della valle Orco, ma se volete provarlo ricordatevi che generalmente non troverete una traccia battuta , ragion per cui ciascuno di voi dovrà valutare attentamente le proprie capacità di orientamento e conoscenza del territorio. Ciò detto,  non scordate mai di consultare i   bollettini meteorologici ed il bollettino valanghe prima di pianificare qualunque escursione sulla neve! 
Arrivederci ed a presto con le Storie! 

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