Partiamo quindi nel pomeriggio, con molta calma e numerose pause per osservare fauna, flora ed i numerosi punti d'interesse che si incontrano lungo il percorso, costellato di numerosi alpeggi; giunti nei pressi del Gran Prà, è il cane
Balotelli il primo a segnalare la nostra presenza ai margari . Dopo aver scambiato quattro chiacchiere con gli allevatori ed aver acquistato
un bel pezzo di toma, decidiamo di ripartire, poiché sembra imminente l'arrivo di qualche temporale e così in breve arriviamo al
rifugio Gran Piano.
In alto, verso la
punta di Ciamosseretto, vediamo che ci sono delle bovine al pascolo , che poi a sera scenderanno nei pressi del rifugio a farci compagnia...
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Bovine al pascolo verso la punta di Ciamosseretto |
Una volta installati nelle
camerate ( ciascuna dotata di un
bagno con doccia) , apriamo la
cucina, spaziosa e ben attrezzata , e cominciamo a preparare la
polenta. Nel frattempo i temporali arrivano davvero , funestando i previsti
stage fotografici crepuscolari e notturni.
Lo spettacolo dei
fenomeni elettrici visto dalla conca del Gran Piano è comunque spettacolare, così come è piacevolissimo gustare il frescolino della serata in questa torrida giornata estiva e... buonanotte!
L'alba
Al nostro risveglio il cielo non è completamente sereno, ma lo spettacolo è comunque grandioso...
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L'alba: vista verso fondovalle |
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L'alba illumina la sommità del Ciarforon |
Passata l'alba e consumata una buona colazione, ci avviamo lungo la mulattiera di caccia che risale il vallone, superando il bivio per la
bocchetta del Ges e raggiungendo la conca dei
"laghetti" , con il tempo in costante miglioramento.
I laghi di Ciamosseretto
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Giochi di luce tra gli eriofori ai laghetti. In fondo a destra il becco dell'Alpetto. |
Dai laghetti la mulattiera reale prosegue ora più vicina al torrente Ciamosseretto , attraversando una zona di pietraie, ed il dominio del Ciarforon si fa sempre più evidente.
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Il dominio del Ciarforon si fa sempre più evidente... |
In breve raggiungiamo quindi la conca occupata dal
lago inferiore di Ciamosseretto , localmente chiamato "
dreolai"; io ne approfitto per dare una sbirciata al piccolo laghetto "gemello", non visibile risalendo il vallone.
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Il "dreolai" |
Oggi le acque del
Dreolai sono particolarmente ricche di
sedimenti limosi di origine glaciale, probabilmente a causa dei temporali avvenuti durante la notte...
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Il gemello piccolo del Dreolai |
La giornata è
sempre più bella; nei pressi del lago principale vi sono l'omonima alpe e le
"balme dreolai" e noi lasciamo per un attimo la mulattiera per andare a visitarle, incontrando anche i primi stambecchi di giornata...
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Incontro con i primi stambecchi |
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Una delle balme dreolai |
Una di quelle balme è stata datata da uno studio al
1300, mentre la costruzione principale dell'alpe
Dreolai ( "dietro al lago") risale al
1700 circa ( data incisa su pietra) . Gli alpeggi d'alta quota
più antichi infatti sono di solito realizzati sfruttando la
presenza di balme ed anfratti naturali o con strutture molto
essenziali ( p.es. un semplice recinto di pietra per chiudere gli animali di notte od una minuscola struttura in pietra quale ricovero del pastore...) a volte temporanee, che via via diventano nel corso del tempo più complesse ( coperture in legno, false volte in pietra, tetti di lose con orditura in legno ... ) e stabilmente utilizzate nel tempo.
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La mulattiera sale dolcemente ( foto d'archivio) |
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lasciando in basso a sx... |
Dal lago inferiore di Ciamosseretto la mulattiera reale di caccia prosegue a
salire dolcemente a mezzacosta lungo la sponda sx idrografica del torrente, lasciando in basso a sinistra dei magnifici pianori: ogni volta che li osservi non puoi fare a meno di provare un intenso
desiderio di percorrerli, ma ahimè il tempo ( non quello meteorologico) è sempre tiranno...
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...dei magnifici pianori glaciali |
Arrivata in corrispondenza del fondo dei pianori, la mulattiera riprende ora a salire con ampie svolte lungo il
pendio finale che conduce alla conca ove è posto il lago superiore di Ciamosseretto. Un rapido sguardo rivela la presenza di
numerosi maschi di stambecco, alcuni anche di una certa età, oltre a
parecchi camosci. Chissà se gli stambecchi, al nostro ritorno, si troveranno ancora lì!
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L'ultimo tratto della mulattiera è in gran parte franato ( foto d'archivio) |
Con
molta filosofia, un tornante dopo l'altro ed inventandoci un pò il percorso negli ultimi metri di salita, dove la mulattiera è in gran parte scomparsa, eccoci arrivati nella maestosa
conca glaciale che racchiude il lago superiore di Ciamosseretto, dominata dal Ciarforon. Il suo dominio in questo punto è così forte che siamo di fronte ad una vera e propria dittatura: la
dittatura del Ciarforon.
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La "dittatura" del Ciarforon ed il lago superiore di Ciamosseretto |
E' infatti quasi
impossibile staccare l'occhio da quelle imponenti pareti, che sembra di poter toccare e che da distanza così ravvicinata fanno intravedere addirittura la
celeberrima calotta glaciale.
Nei pressi del lago è presente un
appostamento di caccia, mentre la mulattiera prosegue sulla sinistra idrografica in direzione del
colle della Torre, che da questo versante si presenta come un impressionante sfasciume quasi verticale.
Spostando lo sguardo verso destra, imponenti risultano anche la
bastionata rocciosa che sostiene il ghiacciaio di Ciamosseretto ( o ciò che ne resta ) e le pareti che dividono dalla Valsavarenche...
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L'imponente bastionata rocciosa che sostiene il ghiacciaio di Ciamosseretto e le ripide pareti che dividono dalla Valsavarenche. |
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Il colle della Torre lato Ciamosseretto ( foto d'archivio ) |
La discesa...
E' davvero a malincuore, nonostante la lunga pausa effettuata nei pressi del lago superiore di Ciamosseretto per goderci lo spettacolo della testata del vallone, che in una giornata splendida come questa dobbiamo cominciare la discesa.
Visto che il branco di stambecchi che abbiamo osservato salendo è ancora dove lo avevamo osservato, ci fermiamo a pranzare nei paraggi, onde tentare qualche foto più ravvicinata degli animali, cercando però di disturbarli il meno possibile rimanendo a rispettosa distanza: in fin dei conti oggi gli ospiti siamo noi.
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Stambecco maschio |
Consumato il pranzo al sacco, riprendiamo la discesa, ed io sento il bisogno di rendere un'ultimo omaggio al dittatore Ciarforon ( vi assicuro che si tratta di un sovrano illuminato).
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Un ultimo omaggio al Ciarforon |
Salutato il dreolai ed i laghetti, ripassiamo dal
Gran Piano ( dove avevamo lasciato il materiale in eccesso ) e scendiamo nuovamente verso
Balmarossa, con una piccola digressione all'alpe Gran Prà perchè, come dico scherzosamente alla padrona, "la toma non è piaciuta, allora vogliamo assaggiarne ancora per essere sicuri". Il marito, gentilissimo, mi fa anche visionare il
locale di caseificazione e stagionatura, davvero pulito e realizzato a regola d'arte ( si vede la mano di chi ama il proprio lavoro) e mi racconta di come una volta ( nell'immediato secondo dopoguerra e fino agli anni 60) nel vallone di Ciamosseretto ci fossero ben
11 margari durante la stagione estiva, praticamente uno attaccato all'altro ( mentre oggi gli unici allevatori presenti sono rimasti loro).
Tra la Varda e Balmarossa colgo l'occasione per fotografare uno dei miei fiori preferiti, la bellissima
Gentiana asclepiadea .
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Gentiana asclepiadea |
Insomma, che cosa aspettate ad esplorare l'alto vallone di Ciamosseretto, magari approfittando del rifugio Gran Piano per cucinarvi una buona polenta concia in compagnia ? Arrivederci ed a presto con le Storie !
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