PREMESSA
Per fare un'escursione: "bisogna lasciare la macchina il più in alto possibile"; "non ha senso percorrere a piedi un tragitto che si potrebbe fare in macchina"; "piuttosto che risalire appena per ritrovare il sentiero preferisco scendere giù a dritto" .
Queste sono alcune delle idee-forza del Partito No al Dislivello ( Pnd) , largamente maggioritario tra gli escursionisti e bulgaro tra i "merenderos tecnici". Senza dubbio il fatto che siano state costruite nelle valli numerose strade carrozzabili, asfaltate e non, consentendo di raggiungere con l'automobile località che prima erano servite esclusivamente da mulattiere e sentieri ( ed accessibili affrontando dislivelli elevati e spostamenti degni di un trail corto) , è una cosa positiva, perché le ha rese fruibili da parte di un maggior numero di persone che prima non potevano farlo, vuoi per mancanza di tempo, vuoi per mancanza di allenamento.
Altra cosa positiva ( e complementare a quella di cui sopra) è certamente la diffusione dell'automobile grazie allo sviluppo economico ed al benessere verificatisi nel secondo dopoguerra.
Quanta differenza con i pionieri dell'alpinismo locale, quelli che raggiungevano la base della salita in bicicletta ( e non con le specialissime e le mountain bike di oggi, più leggere e dotate di cambi) la sera precedente ed il giorno dopo compivano ascensione e discesa fino a casa, giusto in tempo per dormire qualche ora prima di cominciare il duro lavoro settimanale. Ma si tratta appunto di un'altra epoca e di altri uomini: non potremo mai sapere come si sarebbero comportati in condizioni analoghe a quelle odierne.
Ovviamente ciascuno è libero di frequentare la montagna come meglio crede, non importa se per emulare le gesta dei pionieri o per una breve passeggiata prima di gustarsi un'ottima polenta presso un accogliente rifugio sito in un luogo incantevole: sarà comunque tempo ben speso, utile a soddisfare il comune bisogno di bellezza, pace, serenità.
S.Antonio da Padova a Molera |
Ma noi possiamo facilmente riappropriarci di questa bellezza rubata : basta percorrere i vecchi sentieri, certo non ovunque, ma dove essi sono ancora ben conservati e poco o nullo è l'asfalto da calpestare ne vale la pena, specie se l'ambiente circostante merita (spesso è così).
Ed è proprio secondo questi principi che da tempo un'idea mi frullava in testa , cioè quella di salire al lago di Pratofiorito direttamente da Locana, magari con la neve, giusto per rendere la cosa ancora più speciale. A dire il vero per quella domenica avevo organizzato una polentata con amici al rifugio alpino Santa Pulenta ; avevo in mente di fare una ciaspolata al mattino, ma nessuno dei miei soci sembrava ben disposto verso una sveglia domenicale anticipata, preferendo l'idea di salire dopo pranzo fino al lago di Prafiorito. Così è stata musica per le mie orecchie quando l'amico Francesco Sisti di Clickalps mi ha contattato proponendomi un giro per la mattina! Tenuto conto dei miei impegni , avevo proposto l'anello Gavie -Pratofiorito-Cambrelle, proposta subito accolta ma con un emendamento: "perchè non partiamo direttamente da Locana, tanto per fare un pò di dislivello in più?". Era una proposta che non potevo rifiutare, visto che coincideva con la mia idea di partenza e poi in qualche modo sarei comunque arrivato al rifugio in tempo per il pranzo. Forse.
DESCRIZIONE DELL'ITINERARIO
Ci ritroviamo così con tutta calma nel piazzale delle ex-Casermette, di fronte all'Ufficio Turistico, alle 8,30 del mattino; calzati gli scarponi ed appese le ciaspole allo zaino, attraversiamo l'Orco sul ponte per poi proseguire lungo la strada asfaltata fino alla frazione Fucina . Vicino alla chiesetta possiamo finalmente cominciare a percorrere l'antica mulattiera che sale verso le borgate del vallone di Cambrelle, mulattiera che si presenta assolutamente ben conservata e visibile, per lo meno in questo periodo dell'anno privo di vegetazione. Un soffice strato di neve fresca rende ancora più piacevole il nostro incedere.
Il pilone votivo poco oltre l'alpe Bianetto |
Dal Serlone la mulattiera continua a salire, sempre all'ombra dei castagni, fino a raggiungere la frazione Gavie ( nome la cui etimologia pare sia da ricondurre al concetto di "bivio" - ed in effetti qui la strada si biforca, salendo da una parte verso l'alpe Carello ed il passo del Boiret, e dall'altra verso il col della Paglia lungo il vallone del rio Bianetto).
Noi, che siamo diretti al lago di Pratofiorito , dobbiamo seguire l'itinerario per il col della Paglia, che attraversa la frazione per poi scendere ad attraversare il rio Cambrelle o torrente Rimolerio sopra un ponticello in cemento all'ombra del bosco. Sul versante opposto il sentiero sale in maniera dolce e regolare, quasi in falsopiano, fino a raggiungere la bella borgata di Molera, un tempo abitata tutto l'anno, con la chiesetta dedicata a Sant'Antonio da Padova.
Baita sommersa nella neve... |
Poco dopo l'abitato di Molera si attraversa un ponticello sul rio Trucchetta; il percorso prosegue, sempre con salita regolare, fino a raggiungere gli alpeggi Alpet e Tiracul. Dall'alpe Tiracul il sentiero prosegue attraverso un bosco di betulle posto immediatamente alle sue spalle, toccando una prima baita e quindi un secondo gruppo di costruzioni , sempre in mezzo alla vegetazione arborea, abbandonando il vallone di Cambrelle per cominciare a percorrere il vallone di Bianetto, suo tributario .
Dal secondo gruppo di costruzioni il sentiero esce in breve dal bosco, facendoci improvvisamente trovare faccia a faccia con la parte alta del vallone di Bianetto, resa ancora più elegante dal candido manto nevoso ( ma bellissima anche quando è tinta di verde e di fiori durante la bella stagione).
Lasciato alla nostra destra il bivio per le alpi Bianasso ( ponticello in basso a destra), il percorso prosegue sulla sponda dx idrografica del rio Bianetto sino all'altezza della spalla erbosa su cui si trova l'alpe Bianetto ; lasciate a destra le baite, si gira a sinistra e si risale un dosso sul quale si trova un affascinante pilone votivo ed in breve arriviamo prima alle baite quota 1683 poi , salendo in direzione dell'ormai evidente tracciato della pista agro-silvo pastorale che da Porcili raggiunge Cambrelle ed il lago di Pratofiorito raggiungiamo le baite quota 1746 , dove il percorso si biforca nuovamente. Ignorata la diramazione di sinistra, diretta al colle della Gavietta , continuiamo lungo il sentiero 507 fino all'alpe del lago, da cui tosto si giunge alla pista ed al lago di Pratofiorito, oggi completamente innevato e con la croce di ferro pure mezza coperta dalla neve.
Al lago manca poco... |
Fatta una breve ma indispensabile pausa ristoratrice ( grazie Francesco per la cioccolata) , visto che il mio tempo stringe ( arriverò sicuramente in ritardo per il pranzo al rifugio e, nonostante sia riuscito ad avvisare del fatto gestore ed amici, ci tengo comunque a non fare troppo tardi per non creare inutili preoccupazioni ), torniamo sulla pista e la percorriamo in discesa, con percorso facile ed evidente, raggiungendo le alpi Bianasso di sopra e di sotto. Dall'alpe Bianasso di sotto in poi si è fortunatamente conservata la pista battuta con la motoslitta dai gestori del rifugio, ragion per cui la nostra velocità di discesa raddoppia ed in breve arriviamo alla cappelletta Dejr Ross, da cui si scende ad attraversare il rio Cambrelle sul guado.
S. Vito a Cambrelle |
Mentre io sto ancora mangiando ( l'appetito non mi manca),i miei amici se ne vanno: una parte prende l'attrezzatura e comincia a salire verso il lago di Pratofiorito; più tardi altri cominciano a scendere verso le auto parcheggiate ai Porcili.
Finito di mangiare, decido di attendere gli amici più sportivi per poi scendere con loro; arrivati alle auto, nonostante una debole resistenza iniziale, accetto un passaggio in auto fino a Locana, completando così il tradimento di Francesco, che invece dai Porcili ha completato l'anello a piedi.
E' stata un'escursione davvero fantastica, una giornata che resterà impressa per sempre nei miei ricordi. Alla luce di tutto questo posso ben dire, senza paura di essere smentito, che l'anello del lago di Prafiorito è una delle più belle escursioni di tutta la Valle Orco, ragion per cui consiglio, anzi esigo, che la proviate anche voi, con calma, quando volete: è buona in tutte le stagioni!
Un saluto ed a presto con le Storie.
E' stata un'escursione davvero fantastica, una giornata che resterà impressa per sempre nei miei ricordi. Alla luce di tutto questo posso ben dire, senza paura di essere smentito, che l'anello del lago di Prafiorito è una delle più belle escursioni di tutta la Valle Orco, ragion per cui consiglio, anzi esigo, che la proviate anche voi, con calma, quando volete: è buona in tutte le stagioni!
Un saluto ed a presto con le Storie.
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